Le minacce e le offese personali non possono fare parte del dibattito politico. E non sono tollerabili nemmeno dagli elettori sulla rete. Detto questo, i grillini, dopo le due disastrose esperienze di Governo – prima con la Lega di Salvini e, adesso, con il PD – non possono aspettarsi il plauso degli elettori. Anche per la lunga serie di impegni disattesi
Cominciamo col dire che le offese personali e, peggio ancora, le minacce ai politici vanno assolutamente bandite. Ci riferiamo, in particolare, a quanto accaduto all’ex Ministra della Salute- Sanità, Giulia Grillo, parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle eletta in Sicilia, minacciata su Facebook. L’ex Ministra a denunciare l’accaduto. E ci auguriamo che le autorità rintracciano l’autore di questa forma di inaccettabile violenza.
Detto questo, una cosa, però, va detta: fermo restando – lo ribadiamo – che le minacce e le offese personali sono inaccettabili e non possono vere spazio nella dialettica politica, è bene considerare anche la delusione di chi ha votato Movimento 5 Stelle sulla base di particolari impegni e si ritrova, oggi, con un Movimento che sta smentendo buona parte degli impegni assunti, governando con quelli che avrebbero dovuto essere gli avversari: prima con la Lega di Matteo Salvini e, adesso, con il PD.
La lista degli impegni assunti dai grillini con gli elettori che non sono stati rispettati e continuano a non essere rispettati è lunga.
Noi non possiamo dimenticare l’atteggiamento di Luigi Di Maio da vice premier e pluri Ministro al Governo con gli ‘scienziati’ della Lega di Salvini. In campagna elettorale i grillini si erano impegnati con gli abitanti di Taranto per chiudere la nociva esperienza dell’acciaieria ex ILVA.
La rete, oggi, ci ricorda gli impegni assunti dai politici. Basta andare sulla rete per ascoltare e leggere ciò che dicevano i grillini sull’ILVA.
Ecco Luigi Di Maio nel 2015 a proposito dell’acciaieria di Taranto.
Il 22 maggio 2018 – dopo le elezioni politiche del marzo 2018 – i grillini avevano cambiato lo schema:
“Chiudiamo l’Ilva nel giro di qualche anno”.
L’8 Settembre 2018, cambiamento radicale di linea politica:
“Volevamo chiudere l’Ilva, ma era impossibile” (Di Maio)
E lo schema si è ripetuto con la TAP, l’orrendo gasdotto che sta sventrando il Salento.
Idem con gli impegni assunti per il grano duro del Mezzogiorno d’Italia e, in generale, per l’agricoltura del Sud.
A proposito dell’agricoltura siciliana noi non abbiamo dimenticato quanto avvenuto nel Dicembre del 2018. Alla Camera e a Senato in discussione la legge di stabilità nazionale e Cosimo Gioia dichiarava:
“Vi faccio sapere, a titolo di cronaca, che era stato presentato dal Sen. De Bonis (5 Stelle) un emendamento di moratoria di 24 mesi su decreti ingiuntivi, cartelle INPS, ISMEA e quant’altro… in conseguenza alla forte situazione debitoria delle aziende agricole siciliane causata dal prezzo dei prodotti, grano per primo, e dal maltempo che ha impedito semine normali e devastato i terreni. Tale emendamento è stato sonoramente bocciato in Commissione ed in Aula con i voti dei 5 Stelle e Lega. Traetene le vostre conclusioni. Io non commento…Buon Natale”.
Qui potete leggere il nostro articolo per esteso.
Per non parlare dei fanghi di Genova.
Dopo il disastroso Governo con i leghisti è arrivato l’altro disastroso Governo con il PD, sponsorizzato da Beppe Grillo in persona. Dove, in Consiglio dei Ministri, i grillini, che hanno quasi il doppio dei parlamentari del PD, contano poco o nulla.
Con le autostrade – lo ricordiamo a chi l’avesse dimenticato – che continuano ad essere nelle mani di chi, stando alle parole pronunciare dai grillini all’indomani del crollo del Ponte di Genova, dovrebbe essere già fuori.
E dopo tutti questi disastri non sappiamo nemmeno se i grillini si pronunceranno favorevolmente al MES: da questi personaggi ormai ci aspettiamo di tutto.
Perché ricordiamo tutto questo? Per ribadire che siamo contro le offese personali e le minacce che – lo ribadiamo ancora una volta – non possono far parte della politica a tutti i livelli.
Ciò posto, non possiamo non ricordare ai grillini che, dopo la loro parabola – ormai entrata nella fase discendente – è bene che mettano nel conto che, dal popolo italiano, non riceveranno applausi. Perché il sentimento dominante, quando si parla di loro, è la delusione.
Foto tratta da Silenzi e Falsità
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