Sarebbero spariti gli atti relativi alla sanatoria chiesta per la ex Keller, una delle tre aree industriali di Palermo dismesse al centro dell’inchiesta Giano bifronte. Vicenda giudiziaria che ha portato, alla fine dello scorso Febbraio, a sette arresti tra imprenditori, impiegati comunali e politici. Le similitudini tra politici di centrosinistra e di centrodestra, sempre anticipati dalle inchieste della magistratura
Sbigottiti. Sì, quello che succede al Comune di Palermo lascia sbigottiti. Ricordate l’inchiesta Giano bifronte che coinvolge imprenditori, impiegati comunali e politici per i quali si ipotizzano, a vario titolo, reati di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione nell’esercizio della funzione e falso ideologico in atto pubblico? (ne abbiamo scritto in questo articolo lo scorso Marzo). Bene, adesso ci sono sviluppi che non è esagerato definire inquietanti.
La storia di queste novità la leggiamo in un articolo del Giornale di Sicilia on line:
“Carte sparite così come conferma in Procura il dirigente del Comune. Come scrive Riccardo Arena sul Giornale di Sicilia in edicola, dagli archivi dell’Ufficio condono, nella sede del Polo tecnico di via Ausonia a Palermo, mancherebbero gli atti relativi alla sanatoria chiesta per la ex Keller, una delle tre aree industriali dismesse al centro dell’inchiesta Giano bifronte, che portò a sette arresti eseguiti da carabinieri e finanzieri alla fine di Febbraio. La scoperta è stata fatta dal capo dell’area tecnica dell’amministrazione di Palazzo delle Aquile, Nicola Di Bartolomeo: il dirigente è stato sentito dai magistrati che indagano e ha confermato la circostanza, aggiungendo altri particolari su aspetti dell’indagine Giano bifronte”.
Com’è noto, alla fine dello scorso Febbraio sette persone sono finite agli arresti domiciliari. Leggiamo ancora sul Giornale di Sicilia:
“Gli inquirenti, che si sono basati sul lavoro congiunto del nucleo investigativo dei carabinieri e del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, sono convinti che esistesse una sorta di patto del tavolino, un accordo corruttivo tra burocrati, politici e imprenditori. L’obiettivo sarebbe stato quello di speculare sulle ex aree industriali, da trasformare in zone residenziali, in cambio di denaro e altre utilità da fornire ad alcuni dirigenti e consiglieri comunali”.
E la sparizione di documenti? “I magistrati – leggiamo sempre sul Giornale di Sicilia – ritengono di avere prelevato tutte le carte necessarie per documentare i fatti e dunque la sparizione di ciò che era stato lasciato al Comune in copia non preoccupa più di tanto il pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e formato dai pm Giovanni Antoci e Andrea Fusco. Tuttavia il secondo episodio, dopo il trasloco della commissione Urbanistica, avvenuto alla fine di Marzo, senza preavviso e senza soprattutto che ancora si sappia dove la commissione è stata trasferita, fa ritenere che esista un sistema duro a morire”.
Ci chiediamo e chiediamo: l’Amministrazione comunale di Palermo e i partiti politici che la sostengono non hanno nulla da dire? Che fine hanno fatto tutti gli ‘intellettuali’ della sinistra del capoluogo dell’isola, di solito sensibili alla lotta alla corruzione?
Ricordiamo che le anomalie, in questo benedetto Comune di Palermo, adesso cominciano ad essere tante.
Noi qualcuna l’abbiamo documentata. Anzi, per essere precisi, è stata documentata dai consiglieri comunali Giulia Argiroiffi e Ugo Forello.
Non possiamo non notare gli stessi comportamenti da parte della giunta regionale di centrodestra dalla giunta comunale di Palermo di centrosinistra.
Davanti all’inchiesta della magistratura sulla sanità la Regione siciliana, di fatto, è stata anticipata dai magistrati. La stessa cosa sta avvenendo a Palermo, dove sono sempre i magistrati a fare luce sulle magagne e dove, anzi, adesso spariscono pure le ‘carte’.
C’è uno stretto legame, in Sicilia, tra centrodestra e centrosinistra: un legame che si sostanzia in comportamenti analoghi, con la politica che, su fatti corruttivi, viene anticipata dalla magistratura.
Di fatto, rispetto alla cosiddetta moralità pubblica, centrodestra e centrosinistra sono uguali!
Foto tratta da Corcianonline
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