A nostro modesto avviso, la politica – con riferimento soprattutto all’attuale Governo nazionale – ha perso il contatto con la realtà. Se il Presidente del Consiglio e i suoi Ministri avessero contezza della realtà non varerebbero certi provvedimenti sbagliati
Proviamo a commentare, per gran di linee, il Bonus vacanze? Partendo da una domanda: è stato pensato per mandare in vacanza, quasi gratis, i cittadini, o per sostenere le imprese che operano nel turismo?
A questa domanda rispondiamo illustrando il provvedimento.
Da quello che abbiamo capito, l’albergatore mette a disposizione del titolare del Bonus vacanze le proprie strutture ricettive: l’hotel, il ristorante e altri servizi.
Noi immaginavamo, vista la crisi economica provocata dal Coronavirus, che l’imprenditore che opera nel settore turistico avrebbe ricevuto il pagamento contestualmente all’arrivo dei vacanzieri. Nulla di trascendentale: la famiglia passa una settimana in un centro turistico, finite le vacanze consegna il Bonus all’albergatore che, in un paio di giorni, incassa i soldi.
Scopriamo invece che non è così: scopriamo, infatti, che il titolare della struttura turistica anticipa, a proprie spese, il costo delle vacanze, poi, per ricevere il pagamento del Bonus vacanze si va a mettere in fila con tutti gli altri creditori italiani che aspettano di essere pagati dalle pubbliche amministrazioni!
Così, giusto per informare: la pubblica amministrazione italiana, da quando l’Italia è entrata nell’euro, paga con ritardi incredibili i propri creditori. I signori della Ue lo sanno benissimo perché la pubblica amministrazione italiana paga con ritardo i propri creditori, perché sono proprio i nostri ‘amici’ di Bruxelles che affamano l’Italia.
Eppure – dimostrazione di grande ipocrisia! – l’Unione europea ha più volte multato l’Italia proprio perché la pubblica amministrazione italiana paga con notevole ritardo i propri creditori.
C’è di più. Il titolare della struttura turistica non solo deve anticipare tutte le spese, ma non può neanche usufruire di agevolazioni sul credito d’imposta. Esempio: lo Stato italiano gli deve – per ipotesi – 10 mila euro di Bonus vacanze, lui deve allo Stato 10 mila euro di imposte, si fa ‘pari e patta’ e tutto si chiude lì.
Invece no: l’impresa turistica non può usufruire nemmeno di questa, chiamiamola così, ‘agevolazione’: deve ricevere dallo Stato 10 mila euro? Che aspetti! Intanto se deve pagare 10 mila euro di imposte, deve pagarle subito!
C’è da chiedersi: questo Bonus vacanze aiuta le imprese turistiche? Se l’imprenditore è ricco, sì: avendo i soldi si può permettere di aspettare un anno e anche più: tanto prima o poi i pagamenti dello Stato arriveranno.
Ma se – come in questo momento – tanti imprenditori del settore turistico sono in grande difficoltà, in che cosa consisterebbe questa agevolazione? Un’impresa turistica che è già in grande difficoltà deve anticipare i soldi del Bonus vacanze e mettersi in fila per incassare i crediti dallo Stato chissà quando?
In un momento come quello attuale questo sarebbe un aiuto? Qualcuno ha spiegato questa ‘banalità’ al Presidente del Consiglio e ai suoi ‘Stati generali dell’economia’?
Foto tratta da Caf Acli