A Palermo la protesta del ‘pianeta movida’ contro la politica del nulla mescolato col niente

31 maggio 2020

Sì, non troviamo altra formula per definire il vuoto pneumatico-politico del Governo nazionale Conte bis e del Governo regionale di Nello Musumeci. Due Governi accomunati dalle chiacchiere, da pulsioni militari e poliziesche e dal servilismo verso la Ue. Mentre migliaia e migliaia di persone non possono lavorare e, in molti casi, non sanno come tirare a campare. Da qui la protesta di ieri a Palermo da parte del mondo della movida   

Dove sono gli aiuti? Dove sono gli ammortizzatori sociali? Dov’è lo Stato? Dov’è la Regione siciliana?

Queste le domande – più che legittime – degli operatori della movida di Palermo, che ieri sono scesi in piazza per protestare contro una politica inconcludente, buona solo ad adottare provvedimenti restrittivi e punitivi: una politica fallimentare, che si alimenta a vive grazie a un’informazione televisiva che, spesso, sembra troppo adagiata ora sui governi, ora sui potentati di turno.

Protesta ieri a Palermo, protesta ieri a Milano. Con un denominatore comune: le difficoltà di tantissimi cittadini, abbandonati a se stessi, costretti a restare chiusi in casa senza alcun aiuto. Sono sotto gli occhi di tutti le vergogne dei 600 euro che in tanti ancora non hanno percepito e della Cassa integrazione bloccata dalla recita a soggetto tra INPS e Regioni: una recita tesa solo a nascondere ai cittadini la mancanza di soldi da parte di un Paese rimasto ‘impiccato’ a un’Unione europea dell’euro che sta affamando l’Italia.

La manifestazione di ieri a Palermo è paradigmatica. Uno dei pochi casi in cui – nonostante le differenze economiche, infrastrutturali e sociali che si sono accentuate nel corso degli ultimi decenni – Nord e Sud si trovano sulla stessa barca. Il disagio di tantissime persone che, da Nord a Sud, causa l’emergenza Coronavirus, non riescono più a lavorare.

E se la Germania – ma anche altre Paesi europei – sono intervenuti concretamente in aiuto di famiglie e imprese, in Italia, Paese ormai ridotto in povertà da un’Unione europea di banditi, la gente non solo è stata costretta a casa, ma è stata anche abbandonata economicamente. Una vergogna ancora senza fine!

Cosa volete che siano per un piccolo imprenditore 600 euro che, in molti casi, non sono nemmeno stati erogati? Le persone, dopo tre mesi di stenti, sono stanche: e molti – a Milano questo è stato detto con chiarezza – non credono più nemmeno alla pandemia.

A Palermo la protesta di ieri è stata, invece, meno ‘ideologica’.

“Gli operatori della movida – leggiamo in un comunicato ben scritto – sostenuti dal sindacato Silb, davanti alla sede del Parlamento siciliano, hanno organizzato un sit-in che ha coinvolto un migliaio di lavoratori fermi da Febbraio per l’epidemia COVID-19. Mentre tutte le attività ripartono, quelle della movida che comprendono discoteche, pub, locali serali e notturni sono ancora ferme al palo. Deejay, musicisti, impresari ed organizzatori di eventi ma anche camerieri, barman, fotografi, addetti alla sicurezza sono fermi, senza lavoro e senza sussidi. Tante le figure professionali all’interno di questo comparto e tutti senza lavoro né sostentamento, non riescono ad andare avanti”.

“Chiediamo al Governo regionale di sederci attorno ad un tavolo tecnico per considerare le condizioni di sicurezza e trovare il modo per riaprire le discoteche e i locali notturni – spiega il deejay Mauriziotto – Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, parla di una possibile riapertura in data 8 giugno, ma le linee guida sono inammissibili. In discoteca non si può andare per ascoltare musica, in discoteca la gente vuole ballare”.

Se il Governo nazionale Conte bis, rissoso, dannoso e inconcludente resta in piedi grazie al sentimento anti-leghista, il Governo regionale siciliano rappresenta, rispetto ai problemi concreti, riesce solo a esprimere provvedimenti contraddittori.

Vuole riaprire al turismo, ma i turisti debbono essere controllati, magari con una patente d’immunità (rilasciata da chi?); le spiagge vanno riaperte, ma bisogna mantenere le distanze; idem per bar, ristoranti e trattorie. Il risultato è che tutti gli esercizi della ristorazione che riaprono si ritrovano con costi maggiorati (la sanificazione degli ambienti è a carico delle aziende), ma con una clientela ridotta di due terzi.

Nella testa del presidente della Regione siciliana e dei suoi ‘intelligenti’ assessori i titolari di questi esercizi commerciali dovrebbero lavorare in perdita e pagare IMU, TARI e altri balzelli ai Comuni dell’Isola quasi tutti al fallimento.

Disastrosa, invece, la prospettiva per gli operatori della movida di Palermo:

“Tutti con mascherine protettive e distanze di sicurezza – leggiamo ancora nel comunicato – hanno gridato a gran voce il loro bisogno e desiderio di tornare al lavoro. Preoccupazione e per molti anche disperazione perché, senza lavoro ormai da mesi, non si può più andare avanti e non si possono mantenere le famiglie”.

“Se non si riaprono i locali molta gente continuerà a rimanere senza lavoro – sottolinea il deejay Sasà Taibi -. Chiediamo al governo, allora, che fine hanno fatto i sussidi, i bonus di sostentamento, gli ammortizzatori sociali per tutti coloro che lavorano nel mondo della notte. Siamo stati abbandonati. Abbiamo bisogno di lavoro o di aiuti economici che ci permettano di andare avanti”.

Gli ammortizzatori e gli aiuti economici, in verità, dovrebbero chiederli al Governo nazionale: al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (quello dei sermoni in televisione), ai Ministri, ai parlamentari e ai dirigenti del PD, del Movimento 5 Stelle, di Italia Viva di Renzi e di Liberi e Uguali.

Nessuno è razzista: ma è molto singolare che, mentre milioni di italiani sono rimasti chiusi in casa senza soldi, il Governo Conte bis e i partiti che lo sostengono non hanno trovato di meglio che varare una sanatoria per i migranti spacciata per provvedimento in favore dell’agricoltura che, in verità, con l’agricoltura non ha nulla a che spartire!

Della protesta degli operatori della movida si fa interprete il parlamentare regionale Giovanni Cafeo, segretario della Commissione Attività produttive del Parlamento dell’Isola.

“I gestori dei locali, i deejay e in generale tutti i professionisti dell’intrattenimento – spiega Cafeo – chiedono di essere ascoltati nelle sedi opportune. Una richiesta ragionevole che dovrebbe essere accolta, provando, per una volta, ad abbandonare l’autoritarismo e a optare per una seria concertazione prima di assumere decisioni che riguardano il futuro di migliaia di cittadini, imprese e famiglie, nonché la qualità dell’offerta d’intrattenimento anche per i turisti che sceglieranno di venire in Sicilia. Quello del confronto costruttivo propedeutico alle decisioni da assumere – prosegue il parlamentare – dovrebbe essere il metodo principe per provare a governare una crisi di queste proporzioni”.

Riuscirà il Governo regionale a fare qualcosa di serio e di concreto? Presidente Musumeci, assessori: avete riaperto? Bene: assumetevi le vostre responsabilità. O si apre e si lavora, o si chiude e si retribuiscono gli operatori della movida e, in generale, tutti i cittadini in difficoltà, bloccando il pagamento di tasse e imposte per almeno un anno.

Se non siete in grado di scegliere tra queste due ipotesi, ebbene, ce n’è una terza: andatevene a casa.

 

Foto tratta da Il Sicilia

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