Due anni fa, come il suo predecessore Rosario Crocetta, l’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci, e il suo fidato assessore ai Trasporti, Marco Falcone, volevano affidare la gestione di tutta la viabilità della Sicilia all’ANAS. Ora hanno cambiato idea e annunciano ricorsi ai Tribunali. Ma questa vicenda, comunque la si giri, è una sconfitta per l’attuale Governo regionale
Così sulla gestione delle autostrade e delle strade della nostra Isola, dopo due anni e mezzo di Governo della Sicilia, il presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore alle Infrastrutture e Trasporti, Marco Falcone, sono arrivati al capolinea. Dopo due anni e mezzo hanno capito che l’ANAS, in Sicilia, è un mezzo delirio. Non solo il Governo vuole chiudere il capitolo ANAS, ma vuole pure rivolgersi alla Giustizia. Insomma, la vertenza Regione siciliana-ANAS finirà sui tavoli dei Tribunali con la richiesta di danni. Sono 15 – così abbiamo letto sui giornali – gli avvocati che stanno lavorando al ‘caso ANAS’ per conto della Regione.
Per ora siamo nella fase delle accuse (della Regione all’ANAS); delle repliche (dell’ANAS); e delle contro-repliche (della Regione per conto dell’assessore Falcone).
A noi delle accuse e delle repliche e contro-repliche interessa poco. Noi preferiamo guardare i fatti.
Nell’Agosto dello scorso anno, in solitudine, scrivevamo un articolo dal seguente titolo:
Scommettiamo che il nuovo Ponte di Genova vedrà la luce prima del viadotto Himera sulla Pa-Ct?
Erano i giorni in cui Regione siciliana e ANAS filavano d’amore e d’accordo.
Sempre in quei giorni vedeva la luce il Governo Conte bis imperniato sull’accordo tra PD e Movimento 5 Stelle. Di lì a poco sarebbe arrivato il vice Ministro per le Infrastrutture, il siciliano Giancarlo Cancelleri, oggi noto – in linea con il Movimento del quale fa parte – per le solenni promesse mai mantenute (Cancelleri è quello del viadotto Himera, lungo l’autostrada Palermo-Catania, franato cinque anni fa e ancora bloccato e dei biglietti aerei da e per la Sicilia ‘salatissimi’ rimasti tali: è di queste ore la protesta di Federconsumatori).
In politica sono importanti i fatti, ma sono anche importanti le parole, specie quando sono fuori luogo. Oggi il presidente Musumeci e l’assessore Falcone attaccano l’ANAS e annunciano improbabili richieste di risarcimento. Ma non possiamo dimenticare quando, meno di due anni fa, precisamente nell’Agosto 2018, il presidente Musumeci sosteneva l’esatto contrario di quello che sostiene oggi.
Eh già, perché poco meno di due anni fa il presidente Musumeci voleva chiudere il CAS – il Consorzio Autostrade della Sicilia che fa capo alla Regione – e affidare all’ANAS la gestione delle autostrade targate CAS (la Palermo-Messina, la Messina-Catania e la Siracusa-Gela).
Per Musumeci, due anni fa, l’ANAS avrebbe dovuto gestire tutta la viabilità stradale della Sicilia.
Lo ricordiamo bene perché, mentre i mezzi d’informazione che oggi danno spago al Musumeci anti-ANAS davano spago al Musumeci pro-ANAS, noi eravamo molto critici con il presidente della Regione e con il suo assessore alle Infrastrutture e Trasporti.
Il 18 Agosto 2018, commentando l’abbraccio tra la Regione di Musumeci e l’ANAS, scrivevamo:
“A noi questa scelta annunciata dal Presidente della Regione – che leggiamo sul ‘Giornale di Sicilia on line’ – sembra una follia: una follia e una sconfitta politica, perché l’ANAS, in Sicilia, ha brillato per grande inefficienza. Evidentemente il crollo del Ponte Morandi di Genova fa paura al Presidente e all’assessore, che preferiscono la ‘fuga’ tra le braccia dell’ANAS. O forse è il prezzo che Musumeci vede pagare alla Lega di Salvini?”.
Leggiamo ancora il nostro articolo del 18 Agosto di due anni fa:
“Colpo di genio del Governo regionale siciliano di Nello Musumeci: il CAS, Consorzio Autostrade Siciliane chiuderà i battenti. E le tre autostrade dell’Isola gestite fino ad oggi dallo stesso CAS – la Palermo-Messina, la Messina-Catania e la Siracusa-Gela (che deve ancora essere completata) – passeranno in gestione all’ANAS”.
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