La pandemia non ha fatto bene a Milano e ai milanesi. Li ha resi particolarmente irascibili e preda di una forma incontrollata di ego. Ecco il sindaco di Milano Beppe Sala che prende per chissà che cosa la richiesta di semplici controlli sanitari preventivi. Mentre il cantautore Roberto Vecchioni esalta Milano come “unica città italiana”. E il resto d’Italia? “Paesoni”…
Chissà perché, ma abbiamo la sensazione che i milanesi stiano diventando come certi vini che, con il passar del tempo, invece di migliorare, peggiorano. In verità, non sono mai stati così. La pandemia di Coronavirus, o COVID-19 li ha peggiorati. Sì, rispetto alla Milano raccontata da Giuseppe Marotta – indimenticabile scrittore napoletano – tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’60 del secolo passato, tutto è cambiato. In peggio.
La dichiarazione del sindaco di Milano, Beppe Sala, in risposta ai governanti di Sicilia e Sardegna, che hanno chiesto una sorta di patente di immunità ai lombardi che decidono di andare in vacanza nelle due Isole, amareggia un po’:
“Meglio andare in vacanza in Liguria che in Sicilia e Sardegna”, ha detto il sindaco di Milano. Dimenticando di aggiungere che, ancora oggi, la Lombardia è la Regione italiana che presenta problemi non certo secondari di Coronavirus. Né i governanti siciliani, né i governanti sardi, con le loro parole, hanno offeso i lombardi: si sono limitati a chiedere controlli per scongiurare eventuali contagi.
Tra l’altro, i lombardi non ha proprio motivo di risentirsi con i siciliani, se è vero che nei giorni del terrore, quando il Coronavirus imperversava in Lombardia mietendo centinaia di vittime, gli ospedali della nostra Isola hanno curato tanti cittadini lombardi con professionalità e dedizione. Nelle parole dei governatori delle due Isole c’è solo la richiesta di un po’ di prevenzione, non la chiusura ai turisti lombardi!
Che interesse avrebbero le Regioni Sardegna e Sicilia a bloccare i turisti della Lombardia? Sarebbe un autogol. Questo, semmai, è un momento in cui si lavora per rilanciare il turismo, non certo per bloccarlo. Il sindaco Sala ha scambiato una normale richiesta di attività di prevenzione sanitaria con chissà che. Forse c’è un po’ di invidia dovuta al fatto che la Sicilia e la Sardegna non hanno avuto e non hanno i problemi che la Lombardia ha avuto ed ha con il Coronavirus?
Ma se il sindaco Sala ha parlato per risentimento, il cantautore lombardo, Roberto Vecchioni, ha invece parlato con sentimento. Sul Il Sole 24 Ore abbiamo letto alcune dichiarazioni che ci hanno stupito:
“Milano intanto – dice Vecchioni – è l’unica città italiana, gli altri sono paesoni. Non è grandissima, ma in qualità è l’unica vera città in Italia. E questo non lo dico, per orgoglio. Il dramma di Milano è che da quest’emergenza è stata colpita al cuore, è rimasta tra vita e morte. L’arte, l’economia, il lavoro, il pensiero: quando si ferma il cuore, si ferma circolazione. Ogni organo pensa di poter vivere da solo, ma non può. E quindi nessun paese, nessuna città, nessuna regione italiana può vivere, se muore Milano”.
Insomma: dipendiamo tutti da Milano: se Milano si ferma, si ferma l’Italia! Ma allora aveva ragione il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che non ne voleva sapere di accettare che alcune Regioni italiane poco penalizzare dal virus – in pratica, quasi tutte le Regioni del Sud Italia – avrebbero riaperto prima!
Sì, tutti ci dobbiamo inchinare al cospetto di Milano, perché noi non-milanesi siamo, anzi viviamo in “paesoni”. Eh sì, Napoli è un “paesone”, Matera è un “paesone”, Lecce e Bari sono “paesoni”, Reggio Calabria è un “paesone”, Palermo, Catania, Siracusa, Messina, Noto, Ragusa, Modica sono “paesoni”. Sì, l’unica città italiana è Milano!
Di Roberto Vecchioni – artista e cantautore di valore (anche chi vive nei “paesoni” riconosce l’arte e la bravura degli artisti) – ricordiamo lo scivolone di qualche anno fa sulla Sicilia (qui un nostro articolo con un’affermazione di Vecchioni non proprio esaltante sulla nostra Isola…).
Avevamo dimenticato quelle parole fuori luogo. Le parole che ha pronunciato in queste ore, però – parole meditate – saranno magari belle per Milano e per i milanesi, ma non lo sono per il resto d’Italia.
Riassumendo, c’è sia nel sindaco Sala, sia nel cantautore brianzolo una visione ‘milanocentrica’ dell’Italia: tutto ruota attorno a Milano e il resto d’Italia… il resto d’Italia è un grande non-Milano, una sommatoria informe di “paesoni”. Insomma, siamo davanti a un inguaribile un complesso di superiorità che fa un po’ sorridere.
La verità è che, dal 1860 ad oggi, Milano, la Lombardia e, in generale, il Nord si sono presi tutto quello che si potevano prendere: autostrade, strade, porti, aeroporti, banche, industrie di tutti i tipi, agro-industrie e, negli ultimi anni, in modo goffo, scomposto e grottesco, persino i grani antichi della Sicilia e del Sud.
Erano così intenti a fare soldi e ad auto-celebrarsi, che non si sono accorti che l’inquinamento che hanno creato per essere sempre primi li ha esposti a un virus che gli sta facendo vedere i sorci verdi. Da qui le reazioni, ora nervose, ora altezzose che sono, però, il segno di una grande debolezza che, prima che politica, prima che sanitaria è culturale…
Foto tratta da La Repubblica