Ai signori della Commissione europea e alla vecchia politica che controlla il Parlamento europeo (PPE e Socialisti del PSE) dell’agricoltura europea non gliene può fregare di meno. Questi signori, che già rifilano ai cittadini europei il grano al glifosato e alle micotossine e l’ortofrutta piena di pesticidi che arriva da chissà dove, hanno deciso di tagliare 35 miliardi di euro a questo settore
Stamattina, presentando e commentando la nuova sceneggiata ‘europeista’ sul Recovery fund, abbiamo sottolineato due notizie.
Prima notizia: i 750 miliardi del Recovery fund si materializzeranno, se andrà bene, nel Marzo del prossimo anno.
Seconda notizia: il Recovery fund è stato ‘infilato’ nel Bilancio settennale della Ue, dove si prevedono tagli alle politiche agricole, agli interventi sulla pesca e, in generale, tagli alle politiche marittime. I soldi tolti a questi due settori li incamererà la Germania che considera la Ue una sorta di bancomat personale…
Manco a farlo apposta, ad avallare la nostra tesi – che noi abbiamo più che altro immaginato sulla base di polemiche che si trascinano da due anni a questa parte – arriva un comunicato dell’europarlamentare della Lega, Francesca Donato, che fa parte della commissione Agri (Agricoltura e sviluppo rurale) del Parlamento europeo.
Scrive l’europarlamentare:
“Le aspettative di un settore già martoriato, che da mesi sperava di veder ripristinato il bilancio europeo della ‘politica agricola’ (visto anche l’impatto della crisi scatenata da COVID-19 che ha visto le aziende agricole in prima fila nel garantire i beni essenziali), vengono disattese dalla proposta di quadro finanziario pluriennale presentata ieri dalla Commissione europea. Si conferma, dunque, la volontà del collegio dei commissari di ridimensionare le risorse per gli agricoltori europei, già manifestata due anni fa”.
“Nonostante le correzioni di bilancio su pagamenti diretti e sviluppo rurale – aggiunge l’europarlamentare della Lega Francesca Donato – e considerando anche le risorse del nuovo programma ‘Next Generation EU’ del Recovery Fund sui nuovi impegni agricoli previsti dal Green Deal, rimane sul tavolo un taglio complessivo rispetto alla programmazione attuale di quasi 35 miliardi di euro a prezzi 2018, principalmente concentrato sul primo pilastro, quello dei pagamenti diretti”.
“Non solo, quindi, il taglio sarebbe largamente superiore alle nuove risorse disponibili – sottolinea sempre l’europarlamentare – ma verrebbe fatto sulla componente che incide di più sul bilancio delle aziende agricole. Avremmo perciò il primo settore chiamato a far fronte alle ‘nuove sfide’, tutte da declinare, relative alla sostenibilità ambientale, togliendo risorse al sostegno vero, quello che più incide sul reddito aziendale e dal quale dipende la produzione agricola. Uno scenario negativo e inaccettabile, che in assenza di interventi correttivi, si abbatterà sulle aziende agricole italiane, penalizzando quelle più competitive e pregiudicando la tenuta della produzione agricola italiana ed europea, baluardo del nostro approvvigionamento e della nostra sicurezza alimentare anche in questo periodo di crisi”.
“In questo quadro – conclude la Donato – il governo italiano resta a guardare non intervenendo, nonostante le ripetute sollecitazioni, nemmeno per sbloccare i pagamenti dei contributi di superficie a centinaia di aziende messinesi e sassaresi, illegittimamente bloccati da AGEA da oltre un anno. Gli agricoltori italiani sono abbandonati mentre il Ministero si occupa solo di promuovere gli sbarchi di clandestini tramite sanatorie e sussidi. Così non si può andare avanti”.
Non interveniamo su sbarchi e AGEA – argomenti più politici che tecnici. In questa sede non possiamo che prendere atto che all’Unione europea dell’agricoltura interessa poco o nulla. Il fatto che sia esplosa una pandemia e che in certe aree del mondo si attendono carestie non preoccupa né la Commissione europea, né il parlamento europeo.
La storia insegna che, quando nel mondo si profilano incertezze – una pandemia che potrebbe riesplodere con nuove ondate, la previsione di carestie – ci si dovrebbe occupare e preoccupare della sovranità alimentare.
L’Unione europea dell’euro, invece, pensa solo ad affossare l’agricoltura: consente l’arrivo, in Europa, di grano canadese al glifosato e alle micotossine, di legumi al glifosato, di ortofrutta di pessima qualità super-trattata chimicamente, pomodoro, passata di pomodoro e pomodori pelati cinesi, olio d’oliva tunisino e via continuando con altre ‘prelibatezze’.
Il CETA è una delle più grandi vergogne di una vergognosa Unione europea. Un trattato commerciale con il Canada che penalizza l’agricoltura europea in favore dell’industria e dei servizi (soprattutto ai danni dell’agricoltura dell’Europa mediterranea). Il CETA è stato applicato ignorando, anzi calpestando le stesse leggi europee (prima di applicarlo ci sarebbe voluto il sì di tutti i Parlamenti dei 27 Paesi della Ue: un solo no avrebbe determinato lo stop: appena hanno capito che alcuni Paesi europei avrebbero detto no, i signori della Commissione europea che nessuno ha mai eletto lo hanno applicato fregandosene delle leggi europee: la democrazia prima di tutto!).
Figuriamoci se questa gente si preoccupa di tagliare altre risorse all’agricoltura: ai signori della Ue dell’agricoltura europea non gliene può fregare di meno!
Foto tratta da osservatorio Agr
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