Minima Immoralia

Palermo invasa dalle antenne del 5G cinese! Tutti i retroscena: parla l’avvocato Giuseppe Cannizzo

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I cinesi dell’HUAWEI sono entrati a Palermo. Il Comune non ha ancora risposto alla richiesta di accesso agli atti presentata da un folto gruppo di cittadini rappresentati dall’avvocato Giuseppe Cannizzo. L’ARPA Sicilia smentisce il sindaco, Leoluca Orlando. “Si nega l’esistenza di tale tecnologia a Palermo, ma in molti negozi della città vengono offerti in vendita cellulari e prodotti con la tecnologia 5G. Com’è possibile?”

Cos’ha combinato il Comune di Palermo con il 5G? Che parte stanno svolgendo i cinesi della HUAWEI nel capoluogo siciliano? Che tipo di accordi economici e politici stanno dietro le oltre 50 antenne del 5G installate in città? Già accordi economici: come fanno certi negozi della città a proporre prodotti a tecnologia 5G se a Palermo, le antenne non sono attivate? Come interpretare le strane dichiarazioni rilasciate dal sindaco Leoluca Orlando? Chi sta difendendo la salute dei cittadini palermitani?

Grazie all’avvocato Giuseppe Cannizzo (nella foto) – cittadino con la schiena dritta – siamo riusciti a raccontare, con la forza di documenti – l’inghippo del 5G a Palermo: abbiamo scoperto che ci sono, come già accennato, 55 antenne del 5G “in cerca d’autore” (nel senso che nessuno sa chi ne ha autorizzata l’installazione) e abbiamo pubblicato i nomi delle vie di Palermo dove hanno installato le antenne del 5G. Ora, però, è arrivato il momento di porre alcune domande allo stesso avvocato Cannizzo.

Allora, avvocato: come ha risposto il Comune di Palermo il Comune di Palermo alla sua richiesta di accesso agli atti su questa storia del 5G? 

“In esito alla mia prima richiesta di accesso agli atti, inoltrata il 7 maggio scorso, nessun riscontro concreto ho avuto da parte del Comune di Palermo”.

Che idea si è fatto di questa vicenda? 

“Aspetto la risposta del Comune. In questo momento posso affermare che il sindaco di Palermo ha dichiarato al Giornale di Sicilia del 12 Maggio scorso che nessuna sperimentazione del 5G è stata avviata in città. E che non esista alcun progetto che riguardi tale tecnologia. Cito le testuali parole del sindaco Leoluca Orlando: ‘Nessun progetto e prima di agire dobbiamo capire… L’amministrazione intende attenersi a principi di precauzione, nei limiti delle sue competenze e prerogative, quindi senza alcuna fuga in avanti né sul fronte delle autorizzazioni, né sul fronte dei dinieghi. E’ il motivo per cui le scelte sono vincolate a pareri di chi, come l’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale ndr), ha non solo il ruolo giuridico, ma i mezzi e le competenze per esprimersi su rischi effettivi e potenziali per la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente’”.

Il “ruolo giudirico dell’ARPA”? 

“Il sindaco rimandava ogni potere decisionale all’ARPA Sicilia che aveva già rilasciato alcuni ‘nulla osta’ sperimentali a Vodafone per la modifica di impianti preesistenti a Palermo (circa una quarantina). In realtà, dalla documentazione che mi è stata trasmessa dall’ARPA – l’unica ad oggi ricevuta – risultano installate a Palermo oltre 50 antenne (soprattutto ad opera di Vodafone) di matrice cinese (HUAWEI) come risulta dalle schede tecniche consegnatemi dal direttore dell’ARPA Sicilia, Dr. Antonio Sansone Santamaria. Il direttore mi ha spiegato che l’ARPA non ha alcun potere di ‘autorizzare’ l’installazione delle antenne, facoltà che compete al Comune di Palermo cui il gestore di telefonia mobile inoltra l’istanza di autorizzazione. Così come l’ARPA non ha alcun potere di attivare la trasmissione delle antenne”.

Come commenta le dichiarazioni del sindaco di Palermo che, peraltro, è un docente universitario di materia giuridiche?

“Mi permetto di dissentire dalle affermazioni del nostro sindaco secondo cui spetterebbe all’ARPA la ‘competenza giuridica ed anche scientifica’ per esprimersi ‘sui rischi effettivi e potenziali per la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente’. L’ARPA, invero, non ha alcuna competenza giuridica essendo chiamata a verificare soltanto la conformità delle ‘autocertificazioni’ – presentate dalle compagnie – ai parametri di legge. La competenza per autorizzare l’installazione di un antenna spetta solo al Comune che ha l’obbligo, prima di autorizzare l’implementazione di una nuova tecnologia, di acquisire tutti i pareri sanitari e scientifici sugli effetti di tale tecnologia sulla salute umana e sull’ambiente”.

Qual è stato allora il ruolo dell’ARPA?

“L’ARPA si è limitata a fornire un parere tecnico (per la fase sperimentale ?) sulla scheda tecnica presentata dal gestore telefonico e firmata da un tecnico dello stesso gestore che assume la conformità dell’impianto ai requisiti di legge. E’ come quando un professionista presenta una perizia giurata attestante determinate caratteristiche di una struttura! Ma l’ARPA non ha verificato il funzionamento dell’impianto (né poteva farlo) stante che ‘al momento, la normativa sulla tecnologia trasmissiva m-MIMO tipicamente utilizzata dal 5G – sia tecnica che legislativa – è in itinere ed è opportuna una valutazione continua in attesa della normativa di merito’: ciò è quanto ha dichiarato l’ARPA Sicilia con nota prot. 17440 del 24.04.2020 su una richiesta avanzata da Wind Tre spa”.

Insomma: che sta succedendo? I pareri dell’ARPA a cosa servono?

“I pareri sperimentali dell’ARPA, ‘che non sostituiscono in alcun modo le autorizzazioni’, sono subordinate a verifiche post attivazione circa i livelli di campo elettromagnetico generati dalla nuova tecnologia con opportuni report forniti dall’operatore di rete”.

Ci sta dicendo che a Palermo sono state installate oltre 50 antenne del 5G cinese senza uno studio preliminare? 

“Esattamente. Quello che fino ad oggi abbiamo appurato conferma la mancanza di un adeguato studio preliminare e di una sperimentazione che sia stata condotta per un tempo sufficiente ad acquisire i valori di campo elettromagnetico generati dalla nuova tecnologia”.

E il ‘principio di precauzione’ che fine ha fatto? 

“Mi sorprende constatare come il sindaco di Palermo dichiari di attenersi al ‘principio di precauzione’ quando in città si trovano già installate circa 55 antenne del 5G ( inattive?). Ciò all’insaputa dei cittadini”.

Come mai sono state installate queste antenne a Palermo se la città non fa parte della sperimentazione di questa nuova tecnologia?  

“E’ quello che ci siamo chiesti, che abbiamo chiesto e che stiamo cercando di scoprire. Infatti è strano che tali antenne siano state installate proprio a Palermo, che non rientra tra le città designate dal Ministero dello Sviluppo Economico ai fini della sperimentazione. Le città designate sono Catania, Cagliari, Bari, Torino, Roma, Genova e Milano. Perché questo interesse ad implementare questa nuova tecnologia per la quale tantissimi sindaci di altri Comuni italiani si sono opposti proprio in virtù del principio di precauzione, principio invocato dal sindaco di Palermo?”.

E’ vero che hanno approfittato della chiusura provocata dall’emergenza Coronavirus per piazzare queste antenne sulle teste dei palermitani?  

“Da quello che abbiamo capito sembrerebbe che le cose stiano proprio in questi termini. I cittadini palermitani, fino ad un mese fa, stavano chiusi a casa per il lockdown, e neanche immaginavano che sulle proprie teste venivano installate oltre 50 antenne del 5G. Mi chiedo e chiedo: perché questo silenzio? Perché il Comune non vuole trasmettere le autorizzazioni che avrebbe dovuto rilasciare se le ha rilasciate? Ciò che appare incredibile è che, da un lato, si nega l’esistenza di tale tecnologia a Palermo (le antenne sarebbero ancora inattive), dall’altro in molti negozi vengono offerti in vendita cellulari e prodotti con la tecnologia 5G. Come è possibile? Ci sono accordi con le compagnie telefoniche che non sappiamo? Ma se questa tecnologia è ancora in fase sperimentale (in altre città e non a Palermo ) come si possono vendere cellulari con il 5G? Sono molte le domande che attendono risposta”.

Adesso che succederà?

“Ad oggi attendiamo ancora di ricevere dal Comune di Palermo le autorizzazioni rilasciate alle compagnie telefoniche per l’installazione delle antenne del 5G (n. 55) presenti nella città anche se – come rassicura l’assessore comunale Leopoldo Piampiano – inattive. Credo che una nuova tecnologia possa essere autorizzata, ma non imposta, dopo le necessarie verifiche e la certezza – scientifica oltre che etica – che la stessa non arrechi danno alla salute dei cittadini e all’ambiante in cui gli stessi cittadini vivono”.

Foto tratta da Energit 

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