Riportiamo le dichiarazioni del magistrato Sebastiano Ardita all’ANSA e sulla propria pagina Facebook. E un video che prendiamo sempre dalla pagina Facebook dello stesso Ardita. Dove si spiega che cosa è avvenuto nelle carceri italiane in piena emergenza Coronavirus. Basta con l’ipocrisia su Falcone
“Dobbiamo essere coerenti e non ipocriti ricordando Falcone. Quella di Giovanni Falcone fu una storia di solitudine, di sconfitte, di tradimenti subiti dentro
e fuori la magistratura. Dovette difendersi dal Csm. Venne isolato, calunniato, accusato di costruire teoremi, mentre svelava i rapporti tra cosa nostra ed il potere. Gli venne contestato protagonismo, presenza sui media, di collaborare col governo, non fu eletto al Csm. Subì le stesse critiche che oggi si contestano ai magistrati più esposti”.
Lo dice il magistrato Sebastiano Ardita, consigliere del Consiglio superiore della magistratura (Csm), in una dichiarazione che riprendiamo dall’ANSA.
“Dovremmo fare in modo – dice sempre Ardita – che, se rinascesse, Falcone non si ritrovasse in quelle stesse condizioni. Ma ho motivo di temere che oggi, con la gerarchia del nuovo ordinamento, Falcone non potrebbe neppure essere quello che è stato. Questo dobbiamo dire e fare, se vogliamo rimanere distanti dall’ipocrisia di certe commemorazioni ufficiali, alle quali oramai alcuni di noi preferiscono non andare più”, ha concluso il togato di Autonomia e Indipendenza”.
Sulla propria pagina Facebook lo stesso Ardita scrive:
“È il 23 Maggio 2020 e sono passati 28 anni dalla strage di Capaci. L’emergenza Covid rende difficili le solite commemorazioni-passerella di quanti dicono di onorare Giovanni Falcone e fanno la guerra a chi vorrebbe far camminare le sue idee sulle proprie gambe. In più quest’anno c’è una grande novità’: le carceri sono più “leggere” perché sono usciti 9000 detenuti ed oltre 400 mafiosi. Ci sono state le rivolte, poi la detenzione domiciliare facilitata e poi – con un effetto domino indiretto – l’uscita più massiccia di mafiosi dal carcere che si ricordi. Proviamo a spiegare perché il sistema carcerario si è incrinato creando questo disastro. Occorrerebbe capire che la prevenzione antimafia può realizzarsi solo se c’è prevenzione sociale, rispetto delle regole, e di conseguenza anche ordine interno. Mentre dichiararsi antimafia senza capire dove stanno i problemi e cosa favorisce la mafia non serve a nulla. Dentro la realtà del carcere come anche fuori. È questo il miglior modo di onorare Giovanni Falcone: sforzarsi di avere un briciolo della sua competenza e del suo coraggio…”.
Foto tratta da Lasiciliaweb