Non si capisce perché l’attuale Ministro Lucia Azzolina si sia impuntata sugli Esami di maturità di presenza. L’emergenza Coronavirus non è finita e con gli Esami di Stato di presenza si creano rischi per i docenti, per gli studenti e per le famiglie di docenti e studenti. Perché rischiare?
da MATURITÀ 2020 ONLINE
riceviamo e pubblichiamo
Sono diverse le realtà associative e di base che in questi giorni, inascoltate, chiedono in modo motivato che il prossimo Esame di Stato della Scuola secondaria di II grado, in questa fase 2, non sia svolto in presenza.
Da più parti si avanzano dubbi, perplessità sul fatto di mettere in movimento studenti, genitori ed insegnanti costringendoli a recarsi presso i plessi scolastici, mentre lo stesso esame si potrebbe svolgere da remoto, cosa già prevista per gli esami della scuola secondaria di primo grado e che già sta avvenendo, in tutta Italia, per le sessioni di laurea.
Il Ministro insiste sulla sua linea con un accanimento ed una fermezza che meriterebbero ben più meritorie cause e senza poter avere la certezza di svolgere gli esami in assolute condizioni di sicurezza.
Tra coloro che chiedono lo svolgimento online dell’Esame di Stato 2020 al fine di tutelare gli studenti, le famiglie e tutto il personale scolastico ci sono anche i 4566 membri di un attivo gruppo sul noto social Facebook chiamato “MATURITÀ 2020 ONLINE” e riconducibile a “Regolarità e Trasparenza nella scuola”.
Il loro ragionamento, dopo la premessa di natura generale, muove anche da una constatazione legata specificatamente all’analisi del comma 2 del articolo 42 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18.
Tale comma dispone, infatti, che nei casi accertati di infezione da Coronavirus (SARS- CoV-2) in occasione di lavoro il medico certificatore redige il consueto certificato di infortunio e lo invia telematicamente all’INAIL che assicura, ai sensi delle vigenti disposizioni, la relativa tutela dell’infortunato.
Le prestazioni INAIL nei casi accertati di infezioni da Coronavirus in occasione di lavoro sono erogate anche per il periodo di quarantena o di permanenza domiciliare fiduciaria dell’infortunato con la conseguente astensione dal lavoro.
Pertanto le scuole devono elaborare accurati protocolli di sicurezza onde evitare il propagarsi del contagio da Covid 19 al loro interno.
A tal riguardo il gruppo ricorda che i Dirigenti scolastici in qualità di datori di lavoro devono consegnare ad ogni lavoratore (e ogni lavoratore dovrebbe richiedere tale dichiarazione al suo datore di lavoro) prima dell’inizio della Maturità in presenza una dichiarazione scritta nella quale affermi:
1. di avere valutato nel documento di valutazione dei rischi, in collaborazione con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, tutte le criticità presenti nell’ambiente di lavoro che possano provocare il contagio Covid 19;
2. il rischio da agenti biologici virali mansione per mansione (considerando i fattori trasferte, rischi locali, contatti interpersonali, misure preventive e protettive disponibili ecc.) e di avere adottato tutte le conseguenti, necessarie ed adeguate misure di prevenzione e protezione, le istruzioni, i dispositivi di protezione individuale;
3. di avere adottato nell’edificio scolastico misure di contenimento del rischio contagio virale, ed in particolare il mantenimento di distanze di sicurezza tra i lavoratori, la sanificazione continua dei locali e avere definito esattamente quali mansioni a rischio necessitano dell’utilizzo di mascherine ffp2 o ffp3 o N95, e/o di guanti e/o occhiali e/o gel disinfettante per le mani, indicazioni sul comportamento igienico durante le trasferte e nei tragitti casa lavoro e viceversa;
4. che i soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria con febbre (maggiore di 37,5° C) debbano rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante (art. 1 c. 1 lett. b DPCM 8.3.2020);
5. che ai soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus sia fatto divieto assoluto di accedere al luogo di lavoro (art. 1 c. 1 lett. b DPCM 8.3.2020);
6. indicazione di eventuali misure tecniche di controllo agli accessi (termoscanner ) eventualmente adottate.
Si tratta, quindi, di tutta una serie di responsabilità che ricadono precipuamente sui Dirigenti scolastici tanto che alcuni D.S. chiedono al Ministro una norma che faccia per loro da “scudo” penale rispetto alle responsabilità di “datori di lavoro”.
La sensazione crescente, percepita dai docenti, è quella di essere abbandonati a se stessi senza reali tutele per la salute loro, degli studenti e delle proprie famiglie e mal si comprende, di fronte a questo stato di cose, perché si insista a praticare la rischiosa strada dell’esame in presenza.
Foto tratta da nexQuotidiano