Quando, nella lingua siciliana, si devono indicare coloro i quali sono finiti in un vicolo cieco si usa la seguente formula linguistica: “Unn’hanno unni iri” (Non hanno dove andare). Ed è esattamente questa la situazione in cui si trovano il capo del Governo italiano, Giuseppe Conte, e il PD dopo la fallimentare riunione dell’Eurogruppo di ieri sera: non hanno dove andare!
Continua – con la complicità del solito ‘lecchinaggio’ – la disinformazione sul MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità. Ieri altra inutile e fallimentare riunione dell’Eurogruppo annunciata come “decisiva” (l’ennesima). La verità è che nei ‘Palazzi’ dell’Europa (o di quello che resta dell’Europa unita dopo il ‘siluro’ della Corte Costituzionale tedesca alla BCE, la Banca Centrale Europea) non sanno cosa fare.
Di fatto, per fronteggiare la crisi economica scatenata dal Coronavirus, nell’Eurozona, c’è solo il MES. Ieri, per esempio, si è avuta la dimostrazione plastica che il Fondo europeo per la ricostruzione – presentato in lingua inglese per fare ‘effetto’: il Recovery Fund – è una gran ‘minchiata‘ (parola non-inglese, ma che rende bene il concetto). Gli unici piccioli (leggere soldi) che l’Europa dell’euro è disposta a tirare fuori sono nel MES…
Visto che la riunione è fallita miseramente, beh, non resta che il goffo tentativo di prendere in giro la gente.
Ecco la suadente dichiarazione del vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis:
“Tutti gli Stati della zona euro sono idonei a chiedere il MES. Scadenze e interessi saranno molto favorevoli e la sorveglianza sarà semplificata”.
“Prestiti a lunga scadenza e tassi favorevoli”: della serie, indebitatevi…
L’altro ‘scienziato’ della Commissione Ue, l’Italia Paolo Gentiloni – che è andato ad occupare quel posto grazie ai grillini – fa sapere che si tratta di “decisioni che sono state prese ormai due settimane fa dai capi di Stato e di governo”.
Ma a noi non avevano detto che nulla era deciso? Presidente del Consiglio Giuseppe Conte come stanno le cose?
Adesso andiamo a illustrare, punto per punto, la nuova presa per i fondelli in forza della quale l’Unione europea proverà a mettere le mani nelle tasche degli italiani: conti correnti, libretti postali, conti deposito, fondi comuni d’investimento, fondi obbligazionari.
Questa volta abbiamo deciso di dare la parola a chi, sull’argomento, ne sa più di noi. Nella pagina Facebook di Stefano Fassina abbiamo letto un post che vi proponiamo.
Fassina, per la cronaca, nella vita fa l’economista, è un parlamentare nazionale della Sinistra (Sinistra, non PD) ed ha anche ricoperto il ruolo di vice Ministro dell’Economia.
STEFANO FASSINA – “La lettera del Commissario europeo Gentiloni e del Vice-Presidente esecutivo Dombrovkis all’Eurogruppo non evita la trappola nel MES – scrive Fassina -. Nonostante il giubilo politico e mediatico, la lettera si limita, non potrebbe essere altrimenti, ad indicare gli effetti regolamentari del Rapporto dell’Eurogruppo del 9 Aprile, condiviso e fatto proprio dal successivo Consiglio europeo del 23 scorso”.
“Nella lettera – prosegue l’esponente della Sinistra – viene specificato che, durante un ambito temporale decisamente ambiguo (“under the circumstances of the Covid-19”), non si attiva il comma 7 dell’art 3, del Regolamento 472/2013, così come non si attiva l’art 7 del medesimo regolamento, entrambi relativi ad un ‘programma di aggiustamento macroeconomico’. Non è una novità. E’ la conseguenza logica dell’assenza di condizionalità all’accesso alla speciale linea di credito definita in relazione al Covid-19. Ma il no al MES non è stato e non è motivato con le condizionalità e il Memorandum da sottoscrivere all’accesso della Pandemic Crisis Support (PCS). Il no al MES è stato motivato e continua ad esserlo in riferimento a quanto avviene dopo l’accesso al MES. In particolare, in relazione alle conseguenze della valutazione di solvibilità del debitore prevista e non sospesa nel MES”.
“Qui è il nodo sottolinea Fassina -: non a caso, la lettera di Gentiloni e Dombrovskis non disattiva, non può farlo in quanto è normativa corrispondente a quella del MES, l’art 6 del Regolamento 472/2013 nel quale è prescritta la valutazione della sostenibilità del debito pubblico: ‘Qualora uno Stato membro richieda l’assistenza finanziaria del MESF, del MES o del FESF, la Commissione valuta, d’intesa con la BCE e, ove possibile, con l’FMI, la sostenibilità del debito pubblico di detto Stato membro e le sue necessità di finanzia mento effettive o potenziali’. Conseguentemente, la lettera non disattiva neanche i commi 1, 5 e 6 dell’Art. 3 dello stesso Regolamento. Il primo comma di tale articolo è inequivocabile: ‘Uno Stato membro soggetto a sorveglianza rafforzata (istituto confermato nella lettera dei due Commissari anche per il PCS) adotta, previa consultazione e in collaborazione con la Commissione e d’intesa con la BCE, le AEV, il CERS ed eventualmente l’FMI, misure atte a eliminare le cause, o le cause potenziali, di difficoltà’. In sintesi, il programma di aggiustamento macroeconomico e il connesso Memorandum arrivano una volta dentro il MES per uno Stato membro avviato a superare, nel 2020, il 160% nel Rapporto tra debito pubblico e PIL”.
Morale: non è vero che possiamo stare tranquilli: chi prenderà i soldi del MES si ritroverà la Troika in casa, come è avvenuto con la Grecia.
“Quindi – scrive sempre Fassina – le ragioni del No al MES rimangono tutte, anzi si rafforzano dopo la sentenza della Corte Costituzionale tedesca sul Quantitative easing. Invece di tentare, invano, di arginare gli effetti del MES o insistere su strumenti sostanzialmente irrilevanti come il Sure o il lontano Recovery Fund, il Governo italiano, insieme agli alti governi firmatari della lettera del al Presidente del Consiglio europeo, dovrebbe combattere per difendere e rafforzare la funzione della BCE, l’unico strumento che davvero può salvare l’Eurozona e l’Italia, non a caso attaccato a colpi di bazooka dall’avamposto di Karlsruhe. Senza adeguati interventi della BCE, inclusa sterilizzazione dello stock di debito pubblico acquistata dalle Banche Centrali nazionali, la strada da intraprendere è quella del ‘divorzio amichevole’ invocato saggiamente da Stiglitz”.
Joseph Eugene Stiglitz, per la cronaca, è un premio Nobel per l’economia che, da anni, critica l’euro e consiglia all’Italia di lasciare l’Eurozona, magari, come ricorda Fassina, con un “divorzio amichevole”.
IL MES? GRANDISSIMA TRUFFA! – Andiamo adesso a leggere Scenari economici.it:
“Il MES – scrive il giornale economico on line – è una grande, grandissima, truffa. La Lettera di Gentiloni e Dombrovskis di cui Repubblica ed i Mass Media italiani parlano con toni trionfalistici, e che dovrebbero garantire un ‘Prestito allo 0,1% di interesse senza condizioni’ è la più grande truffa che ci si potrebbe immaginare. Come sempre in questi documenti la TRUFFA, non è messa né nella linee iniziali, né in quelle finali, perché si vedrebbe, ma è messa ben nascosta fra le righe centrali e sotto forma di un rimando ad un misterioso regolamento europeo”
Il giornale invita i lettori a soffermarsi sul punto 7.
“Il punto 7 della lettera dice testualmente: ‘Il controllo previsto dall’articolo 14 del regolamento (EU) no472/2013 avrà luogo successivamente. Il report biennale sarà snellito e rifletterà le caratteristiche specifiche del pandemic crisis support. Le missioni di revisione saranno incluse nei normali cicli di controllo del semestre europeo’. Quindi, papale papale, si dice che :
a) ci sarà la sorveglianza speciale a partire dal biennio successivo;
b) che comunque si applica l’articolo 14 del regolamento sulla sorveglianza rafforzata, nonostante tutte le promesse di ‘Snellirlo’, parola che di per sé non vuol dire nulla. Il regolamento è in pieno vigore;
c) comunque la Troika (MES e Commissione, senza il poliziotto buone del FMI) c’è, ed è inclusa nei controlli del semestre europeo”.
“Come sempre – leggiamo ancora su scenarieconomici.it – quando c’è una fregatura, non si mettono le cose in chiaro, ma si rimanda a qualche misterioso regolamento. Vediamo cosa dice esattamente l’articolo 14 del regolamento 472/2013, che il punto 7 vorrebbe applicare dopo 2 anni:
‘La decisione della Commissione di sottoporre a sorveglianza rafforzata uno Stato membro a norma del presente regolamento dovrebbe essere presa in stretta cooperazione con il CEF, l’Autorità europea di vigilanza (Autorità bancaria europea), istituita dal regolamento (UE) n. 1093/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio (1), l’Autorità europea di vigilanza (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni), istituita dal regolamento (UE) n. 1094/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio (2) e l’Autorità europea di vigilanza (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati), istituita dal regolamento (UE) n. 1095/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio (3) (denominate collettivamente «AEV») e il Comitato europeo per il rischio sistemico (CERS), istituito dal regolamento (UE) n. 1092/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, relativo alla vigilanza macroprudenziale del sistema finanziario nell’Unione europea e che istituisce il Comitato europeo per il rischio sistemico (4). La Commissione dovrebbe cooperare con il CEF anche al momento di decidere se prorogare la sorveglianza rafforzata’. Quindi chi utilizza il MES fra due anni sarebbe sottoposto a vigilanza rafforzata e non solo da parte di una autorità, ma di tutte le autorità le cui più pericolose sono quelle per le pensioni ed assicurazioni (penso che a qualche pensionato già fischino le orecchie) e quella sulle politiche macroeconomiche, cioè quella che può indicare le famose politiche di austerità!”.
Insomma, per l’Italia lo scenario greco è dietro l’angolo. Il giornale economico dà per scontato che il Governo Conte bis ‘ncapretterà’ l’Italia nel MES:
“Il Governo CONTE chiede il prestito MES, che comunque neanche riuscirà a spendere completamente visti i forti limiti di finalizzazione (Solo spese sanitarie COVID, niente per i danni economici…). Si realizza in modo completo il disastro politico ed economico già in atto, con termine in autunno, quando ci sarà una marea di chiusure, fallimenti, licenziamenti e disoccupazione. Il Governo cade. Nuovo voto il primavera 202. Il nuovo Governo è preso per il cappio delle condizionalità MES e della ‘Sorveglianza Rafforzata’. Il nuovo Governo strozzato fallisce”.
Noi crediamo che lo scenario sia un po’ più complesso. Che ci sia in atto il tentativo di ‘infilare’ l’Italia nel MES non ci sono dubbi. Che ci stia provando il PD, beh, non ci sono dubbi. Che i ‘capi’ del Movimento 5 Stelle sarebbero pronti a cedere anche su questo non è improbabile.
GRILLINI VERSO LA SCISSIONE? – Ma, da quello che leggiamo, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il PD debbono stare molto attenti, perché l’ala grillina rappresentata da Alessandro Di Battista, su questo tema, è pronta a dare battaglia. Il Movimento 5 Stelle si spaccherebbe.
In realtà, tra i grillini, è in corso una partita a scacchi. Con molta probabilità, chi ha già le valigie in mano aspetta che Conte comunichi in uno dei suoi ormai celebri sermoni televisivi la dolorosa adesione dell’Italia al MES, magari avallata dallo specialista in ‘capitomboli’ politici Luigi Di Maio: è a qual punto che dovrebbe scattare la scissione…
Vero è che Conte e il PD hanno pronti i voti di Forza Italia, con Berlusconi in testa. Per i grillini non sarebbe un problema, perché ormai, dopo essersi rimangiati quasi tutti gli impegni con gli elettori, sono al capolinea a prescindere dall’eventuale abbraccio con Berlusconi.
Ma per il Partito Democratico l’alleanza con Berlusconi sarebbe un colpo politico ed elettorale durissimo: forse nemmeno il voto concesso ai migranti (ammesso che il PD riesca, da qui alla fine della legislatura, a far approvare dal Parlamento una legge per far votare i migranti) potrebbe arginare l’emorragia di voti che si determinerebbe, considerato che il PD, alle ultime elezioni europee, ha preso meno voti rispetto alle disastrose elezioni politiche del marzo 2018 ed è ormai sotto il 18%…
Foto tratta da Open