Sul Titanic

Passante ferroviario di Palermo: uno studio ne rivela le potenzialità

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Palermo, prima di pensare a nuove linee di Tram, dovrebbe utilizzare le infrastrutture già esistenti. Il riferimento è al Passante ferroviario che, se utilizzato bene, comporterebbe vantaggi reali ed immediati. Il traffico cittadino si ridurrebbe drasticamente nell’immediato, senza dover aspettare interventi complessi e futuribili. Evitando di distruggere via Libertà e senza bisogno di realizzare costosissimi e inutili parcheggi

E’ uscito nel numero di aprile de “La Tecnica Professionale”, prestigiosa rivista del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (CIFI) lo studio condotto dall’Ing. Roberto Di Maria, amministratore di Sicilia in Progress, sul Passante Ferroviario di Palermo.

In sedici pagine viene presentata un’analisi accurata e puntigliosa, con dati, tabelle e decine di grafici. I risultati di rilevamenti effettuati a bordo treno per decine di volte, su decine di treni, contando i passeggeri e prendendo nota dei tempi di sosta ad ogni fermata. Un’attività resa possibile grazie ad un impegno protrattosi da luglio ad ottobre dello scorso anno. Al rilievo sul campo, eseguito da Riccardo Manieri ha fatto seguito una lunga fase di elaborazione dei dati, con lo studio dei tempi di percorrenza, dei flussi di traffico attuali e di quelli possibili in uno scenario futuro. Previsioni rese possibili dall’implementazione di un apposito algoritmo, impostato nell’ambito di un altro studio dell’ing. Roberto Di Maria e presentato all’8° Convegno Sistema Tram tenutosi al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti proprio un anno fa.

Lo studio ha consentito di valutare appieno le enormi potenzialità della linea, che percorre da sud a nord l’intera città, per poi puntare a nord-ovest dirigendosi verso l’aeroporto. Basti considerare che nello scenario attuale la domanda giustifica già la messa in esercizio di 4 treni l’ora, a fronte dei 2 presenti, per un totale di viaggiatori trasportati che potrebbe sfiorare, ogni giorno, le 40.000 unità.

Ma tale numero si potrebbe più che raddoppiare a completamento delle opere ancora in costruzione (raddoppio Orleans-San Lorenzo, stazioni Papireto, Lazio, Belgio e Capaci) fino a raggiungere le 85.000 unità nello scenario 2025. Una domanda che potrebbe essere soddisfatta immettendo in linea almeno 10 treni l’ora, ovvero un treno ogni 6 minuti per direzione. Insomma, frequenze paragonabili ad una vera metropolitana.

Proprio per questo la linea viene definita “asse portante del trasporto pubblico metropolitano”. Dove, come dimostrano i dati rilevati, è evidente la differenza di utilizzo tra la tratta più prettamente urbana, compresa tra Palermo Centrale e San Lorenzo, e la parte rimanente fino a Punta Raisi, caratterizzata da flussi più ridotti.

Infatti, i flussi passeggeri che interessano la prima delle due tratte nelle ore di punta possono rappresentare fino al 90% del totale dei passeggeri movimentati. Non a caso, durante i rilevamenti è stata spesso osservata la completa saturazione dei convogli.

Preponderante il ruolo di tre stazioni, nell’ordine di importanza:

– Orleans, che movimenta, da sola, un quarto dei flussi sui convogli;
– Stazione Centrale, dove mediamente un terzo dei posti disponibili viene già occupato alla partenza;
– Notarbartolo, che movimenta almeno un quinto dei passeggeri.

L’evidenza dei dati acquisiti e le simulazioni di esercizio suggeriscono, tra le proposte di miglioramento che concludono lo studio, una diversificazione del servizio sulle due tratte anzidette:

– Palermo Centrale-Isola delle Femmine, con servizio tipicamente metropolitano a 10 treni/h per direzione.

– Isola delle Femmine-Punta Raisi caratterizzato da una domanda più leggera, con frequenze ridotte ma non inferiori a 4 treni/h per direzione.

Uno studio completo, quindi, che non soltanto analizza la situazione attuale, ma propone le soluzioni per un esercizio ottimale di questa infrastruttura. Non mancano neanche le proposte per la riduzione dei tempi di percorrenza, particolarmente critici per il collegamento con l’aeroporto Falcone-Borsellino, che potrebbero ridursi di un quarto d’ora.

Infine, si sottolinea come una seria applicazioni di politiche intermodali, allo stato insufficienti, comporterebbe vantaggi reali ed immediati al traffico cittadino, che potrebbe ridursi nell’immediato senza dover aspettare interventi complessi e futuribili. Ad esempio, molto prima della estensione della rete tranviaria, sulla quale, invece, il Comune sta puntando tutto, dimenticando, purtroppo, un’opera già funzionante. La cui realizzazione, peraltro, è costata tantissimo in termini di risorse finanziarie e di disagi ai cittadini.

Per l’approfondimento, vi rimandiamo alla pagina https://www.siciliainprogress.com/post/passante-ferroviario-di-palermo-il-nostro-studio-pubblicato-su-tecnica-professionale

Foto tratta da Rfi

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