E’ quanto accaduto a Dario Musso, che con un megafono, nel suo paese, ha espresso critiche sul Coronavirus e su quello che sta succedendo, in termini sociali, in questo momento. Un dissenso che non è stato tollerato e il ragazzo è stato fatto oggetto di un Tso (Trattamento sanitario obbligatorio)
La vicenda ci ha particolarmente colpiti. In effetti, ricorrere a un Tso (Trattamento sanitario obbligatorio) per una persona che manifesta dissenso ci sembra un fatto enorme. Eppure è quello che è avvenuto nei giorni scorsi a Ravanusa, in provincia di Agrigento. Dove Dario Musso, con un megafono, ha detto “Il Coronavirus non esiste”. Ed è stato bloccato e fatto oggetto di un Tso su disposizione del sindaco di Ravanusa. Un’enormità!
Chi legge i giornali, soprattutto on line, sa benissimo che sulla pandemia di Coronavirus è in corso un dibattito, anche molto acceso, su tutto: sulla patologia, sulle cure, sull’eventuale vaccino, sui provvedimenti adottati dal Governo Conte bis.
Sulla pagina facebook di Lillo Massimiliuano Musso, avvocato, fratello di Dario, leggiamo un post di Gabriele Pitasi:
“Ho visto il video (diventato virale) di questo ragazzo che manifestava una sua opinione inerente alla Pandemia e soprattutto come parlava (pensieri di senso compiuto). Ho sentito tutto il video e sono rimasto sbalordito di come una famiglia sia trattata e come non vengono date risposte. Sono stato male umanamente quando ho sentito la voce di Dario con il sottofondo dell’unico dottore che si è impegnato a farlo sentire al fratello dove gli diceva: “Vvai vai parlaci” mentre Dario non riusciva nemmeno a parlare. Una storia triste, disgraziatamente triste. Fate chiarezza su questo episodio grave che è stato fatto ai danni della famiglia Musso e soprattutto all’Avvocato Lillo Massimiliano Musso nonché Fratello della vittima di questo trattamento. Onore a voi e soprattutto a te Massimiliano che con grande tranquillità hai affrontato questi duri giorni. Personalmente se fossi stato io ad avere un fratello lì dentro e per gli stessi motivi, ovvero perché manifestava con un megafono un pensiero che sostengono oramai milioni di persone, non so quello che sarebbe successo e cosa avrei fatto. Ti sono vicino-vicinissimo”.
Lillo Massimiliano Musso è una persona molto conosciuta: oltre che avvocato penalista, oltre che profondo conoscitore della legislazione sui brevetti e sui diritti di autore, è anche impegnato nel sociale: impegnato nella sua città dove segnala le cose che non vanno, ma anche giornalista (direttore di Spread Love) e appassionato di politica, se è vero che è il fondatore di Forza del Popolo, formazione politica che mette insieme la tradizione cristiana e quella socialista.
Un uomo impegnato, Lillo Massimiliano Musso, generoso e pronto a difendere le proprie idee. Noi lo abbiamo apprezzato e continuiamo ad apprezzarlo per la sua onestà intellettuale e per la passione che mette nelle cose che fa. Tanto che, spesso, riprendiamo i suoi video.
Ovviamente, è lo stesso avvocato Musso che difende il fratello che, fino a questo momento, incredibilmente, è ancora oggetto di Tso. Scrive lo stesso Lillo Musso sulla propria pagina Facebook:
“Dopo il Tso illegale subito da mio fratello Dario, per ben quattro giorni non abbiamo potuto avere notizie concrete né sentire per telefono la sua voce. Ho dovuto combattere, subire umiliazioni, ingoiare rospi. Ma ora è tutto chiaro. Sono riuscito dopo quattro giorni a sentirlo per telefono. Il suo primo pensiero è stato: “Come sta mamma?”. È legato ad un letto, sedato ma cosciente, con la flebo, con il catetere, senza possibilità di andare in bagno, alimentato/imboccato dagli infermieri. Legato braccia e gambe al letto… Intervenga lo Stato!”.
Secondo Lillo Musso, in questa vicenda si configura la violazione degli articoli 21 e 32 della Costituzione. E anche una violazione di legge.
Su la NOTIZIA.NET Lillo Musso ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Sono stati violati gli articoli 21 e 32 della Costituzione, gli articoli 33 e 34 della Legge 833 del 1978. In particolare, è stato disposto un Trattamento sanitario obbligatorio per iniziativa diretta di un sindaco per una manifestazione non autorizzata condotta con un megafono per le strade del paese. Un’aberrazione giuridica che non resterà priva di seguito. Non sussistevano i requisiti di legge per il Tso e gli atti già acquisiti difettano di motivazione. La questione sarà oggetto di interrogazione parlamentare”.
Noi riteniamo che questa vicenda sia incredibile. E ci auguriamo che l’avvocato Musso – che peraltro è un bravissimo avvocato – faccia valere, in questa brutta storia, le ragioni della Giustizia.
A Lillo Musso e alla sua famiglia va la solidarietà de I Nuovi Vespri.
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