Tira aria di ‘rimpasto’ nella Giunta regionale di Nello Musumeci. Si ipotizzano cambiamenti di qua e cambiamenti di là. Così uno dei protagonisti dell’esperienza di Simenza, Giuseppe Li Rosi, ha preso carta e penna e ha scritto una lettera dai toni molto chiari al presidente della Regione: “Il cambio di pilota ad un aereo che dopo tante peripezie sta riuscendo a decollare non è cosa buona, lasci stare”
Caro Presidente,
siamo in pieno fienagione, in prossimità della raccolta del grano, c’è chi sta ancora sistemando i vitigni appena impiantati, chi irriga giardini di aranci, chi cerca di far bastare i pascoli primaverili ad interi armenti di vacche, pecore, muli, asine, chi cerca disperatamente manodopera per la prossima raccolta dei frutti della nostra terra e tanto altro di meraviglioso e di tragico insieme. Provi ad immaginarsi cosa ci può stare in una terra che contiene la zona più arida d’Europa insieme al ghiacciaio perenne più a sud sempre dell’Europa. Diciamo solo che ci sta il 25% della biodiversità del Continente europeo, racchiusa da mille chilometri di vista sul mare e che stiamo cercando di valorizzarla con attenzione da qualche anno interloquendo continuamente con le istituzioni.
Nel suo governo, noi di Simenza, abbiamo trovato un buon interlocutore, un assessore all’Agricoltura, anzi un intero assessorato, perché non dobbiamo dimenticare i dirigenti che si sono succeduti; essi hanno imparato ad ascoltare, umilmente, le molteplici voci del mondo agricolo, mondo difficile che oggi è in grado, però, anche a far udire la propria voce.
Noi agricoltori abbiamo sempre assistito ai rimpasti del vostro mondo politico e ci siamo abituati, ormai, ad osservarvi quasi con indifferenza o sufficienza, o meglio dire rassegnati a qualcosa che non ha nulla a che vedere con la nostra realtà, perché abbiamo appreso che le vostre esigenze non coincidono mai con quelle del mondo rurale e che c’è sempre stata una profonda incomunicabilità: parliamo linguaggi diversi, abbiamo un concetto del mondo che pare essere diametralmente opposto: noi siamo abituati a produrre, mentre voi… anzi, noi non vi abbiamo mai capito.
Ma oggi vogliamo commettere un atto di “ingerenza”, perché difficile è rimanere indifferenti di fronte alla sua volontà di cambiare o scambiare assessori in un periodo così difficile per l’economia a tutti i livelli e per la sicurezza di ogni cittadino, al centro di una pandemia che ha fatto tremare fino alle fondamenta qualsiasi realtà economica e sociale.
Forse non ci vedrà mai più scendere in piazza o a bloccare aeroporti o ferrovie, ma assisterà sempre più ad una spinta dal basso per formare uomini e donne che dovranno governare popoli evoluti, civiltà mature. La nostra è una genìa che sta diventando sempre più robusta e resiliente grazie anche o forse sopratutto alle incapacità dei governanti di questa epoca indimenticabile.
Il cambio di pilota ad un aereo che dopo tante peripezie sta riuscendo a decollare non è cosa buona, lasci stare. E sa perché abbiamo scelto di non praticare più la “non ingerenza”? Perché il dialogo, finalmente, stabilito con l’assessorato all’Agricoltura ce lo ha fatto sentire nostro. Sì! Nostro.
Ricordiamo, con piacere, tra tante cose, la nostra battaglia vinta, insieme all’assessore e al suo staff, quando il ministro Centinaio, con decreto ministeriale tentò di ridurre del 33% la capacità produttiva del grano duro biologico nel Meridione.
Noi non dimentichiamo.
Un caro saluto Presidente.
Semu Simenza
Giuseppe Li Rosi