Emergenza Coronavirus/ Il sindaco della città dello Stretto, Cateno De Luca, contesta alcuni passaggi dell’ordinanza del presidente dell Regione, Nello Musumeci. Secondo il primo cittadino di Messina, l’ordinanza regionale va in deroga al Decreto nazionale, ma scarica le responsabilità sui sindaci. De Luca precisa che nella sua città applicherà il Decreto nazionale
Cateno De Luca non molla. Il sindaco di Messina non esita a tenere testa sia a Roma, sia al Governo regionale. Oggi, ad esempio, sulla riapertura prende di mira il Governo regionale di Nello Musumeci.
“Non ho ancora ricevuto risposta dai Ministeri competenti a seguito della nota inviata in Prefettura circa i quesiti posti sulle contraddizioni dell’ultima ordinanza ampliativa del Presidente Musumeci, rispetto al DPCM del 26 aprile scorso del Presidente Conte. Per tale motivo ho disposto un’ordinanza che recepisce ciò che è il dettato normativo nazionale, lasciando fuori invece ciò che delle disposizioni regionali è in contraddizione con l’attuale DPCM in vigore”.
Insomma, per il sindaco di Messina le disposizioni del Governo Musumeci sulla riapertura non vanno bene.
“Di conseguenza – prosegue De Luca – si autorizza la ripresa di tutte le attività produttive, commerciali, professionali e industriali previste dall’allegato 3 del DPCM. Questione cimiteri: rimarranno chiusi al pubblico fino al ricevimento di nuove indicazioni rispetto alla Circolare del 10 aprile scorso del Gabinetto del Ministero della Salute e richiamata dal Prefetto di Messina con la nota del 16 aprile. Noi pertanto a Messina partiamo dall’ordinanza sindacale del 25 di aprile con la quale si allinea la città a tutte le altre d’Italia in termini di restrizioni – prima di tale data all’interno del Capoluogo erano in vigore misure ancora più stringenti. Su tale presupposto seguiremo il DPCM del 26 aprile e l’ordinanza regionale n. 18 del 30 aprile, eccetto le parti in contrasto al dettato nazionale, sino a quando non riceveremo i chiarimenti dovuti. Non permetterò che la mia comunità venga accusata di violare le norme perché il Presidente Musumeci non ha le idee chiare o perché intende ricorrere a ‘forzature’, come lui stesso le ha definite, che non sono altro che norme in contrasto con il DPCM”.
“In sostanza cosa dice Musumeci ai sindaci con la sua ultima ordinanza? – prosegue il sindaco di Messina -. Se volete aprite i cimiteri. Quindi la responsabilità delle violazioni della circolare ministeriale che ne dispone la chiusura ricade sui sindaci? Non ci sto. Se vuole aprirli, perché non si prende la responsabilità di specificarlo apertamente, come fatto dal Governatore della Puglia? Nella sua ordinanza ci sono imbarazzanti contraddizioni in quanto ci sono dei profili che non solo non sono chiari ma infrangono norme nazionali, come appunto la sopra citata questione dei cimiteri o come la questione della apertura di circoli e associazioni sportive”.
“Saranno invece consentiti – dice sempre Cateno De Luca – gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità, ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti, purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie. Si dispone – sottolinea ancora il sindaco peloritano – la riapertura delle ville comunali, dei parchi e dei giardini pubblici, previa loro sanificazione, a partire da Venerdì 8 Maggio, con espresso divieto di assembramento e nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro. I genitori e coloro che ne fanno le veci possono accompagnare i figli minorenni presso le ville comunali, i parchi e i giardini pubblici, fermo restando il rispetto della distanza interpersonale. Le aree attrezzate per il gioco dei bambini restano chiuse. Restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, i servizi bancari, finanziari, assicurativi nonché l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agroalimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi”.
E ancora:
“Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering. Ma resta confermato il servizio a domicilio e, da oggi, è consentito anche il servizio da asporto. Restano sospese le altre attività inerenti servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti). Sono consentiti i mercati per la vendita di soli generi alimentari che sono tenuti a rispettare gli orari di apertura e chiusura secondo le rispettive Delibere ed Ordinanze di apertura e che dovranno vigilare sugli ingressi in modo da evitare assembramenti agli ingressi”.
“Fino a quando non si farà chiarezza – conclude De Luca – questa è la strada che seguiremo. Se il Presidente Musumeci vuole ampliare le disposizioni nazionali, si assuma la responsabilità delle proprie azioni, senza delegare ai sindaci. Così non si fa altro che creare confusione nella cittadinanza e alimentare malessere”.
Foto tratta da Il Fatto Nisseno