E’ un comunicato stampa dai toni durissimi, quello siglato dai vertici dell’organizzazione sindacale SIFUS CONFALI. Un attacco alla vecchia politica siciliana maneggiona, all’alta burocrazia. E un avvertimento un po’ ‘sinistro’ su “malavita e le imprese deviate” che “vivono a stretto contatto con la politica e l’amministrazione regionale”
La Formazione professionale della Sicilia, anche in tempo di Coronavirus, resta sempre oggetto di infuocate polemiche. Oggetto del contendere: la gestione dell’Albo dei formatori. Ed è questo l’argomento di un comunicato siglato dai vertici del sindacato SIFUS CONFALI (lo firmano il Segretario Generale Maurizio Grosso, il Segretario Regionale FP Sicilia Costantino Guzzo, la Segretaria Regionale aggiunta FP Sicilia Laura Bonifacio).
Gli esponenti dell’organizzazione sindacale chiamano in causa la nuova dirigente generale del dipartimento Formazione, Patrizia Valenti, dirigente generale dell’Autorità di certificazione con l’interim del dipartimento Formazione dopo le un po’ ‘misteriose’ dimissioni di Salvo Taormina.
“Leggiamo in un documento senza logo – scrivono i vertici del SIFUS CONFALI – ma solo con la firma della nuova dirigente Dipartimento alla Formazione e Istruzione della proroga della data ultima per l’iscrizione all’Albo dei Formatori. Questo sindacato non capisce se un atto, che per essere avviato ha avuto bisogno di essere messo in Gazzetta ufficiale, possa essere modificato con una così semplicistica missiva. Dobbiamo pensare che l’avvio dei nuovi Avvisi deve essere attivato con il vecchio Albo? Dobbiamo pensare che, come al solito, le tragedie, in questo caso sanitarie, debbano servire a salvare le crisi di pochi noti invece di servire a dare soluzioni alle numerose crisi che la Regione si tira dietro da un decennio?”.
“Siamo increduli che l’assessorato alla Formazione, con un atto univoco appoggiato dagli stessi sindacati che hanno firmato i licenziamenti di quasi tutto il comparto della Formazione, proroghi i termini di una battaglia che dura da agosto 2018 e che finalmente vedeva la fine al 20 aprile. Riscontriamo gli estremi di una apertura di guerra aperta, sapendo che i regolamenti ci impongono di non potere presidiare l’assessorato in questione”.
Il messaggio del sindacato è chiaro: non siamo in piazza a protestare solo perché l’emergenza Coronavirus ci inchioda in casa.
“Questo è sintomo di una politica mediocre – prosegue la nota del sindacato – che continua a volere salvare gli interessi degli Enti Gestori e degli adepti delle Organizzazioni sindacali che hanno curato gli interessi di pochi lavoratori amici, che useranno un periodo di ulteriore instabilità per assicurare il posto e il futuro a pochi noti. Ai politici ricordiamo che non avendo alcuna connotazione politica daremo valore solo a chi veramente curerà l’interesse dei cittadini in difficoltà”.
Segue un ‘siluro’ molto sinistro, quasi un avviso:
“Alla classe politica chiediamo di controllare chi sarà aiutato con i fondi per le crisi del Coronavirus, essendo una terra dove la malavita e le imprese deviate vivono a stretto contatto con la politica e l’amministrazione regionale. Ogni lavoratore verificherà la possibilità di individuare in questo atto denunce personali contro l’amministrazione per un danno personale provocato non certo dal virus Covid-19″.