La consigliera comunale ha già formulato una richiesta di accesso agli atti. Nella scelta dei negozi operata dal Comune – dice Sabrina Figuccia – sarebbe stata privilegiata la Grande distribuzione organizzata a scapito dei piccoli negozi artigianali
“Dopo tanta attesa, nei giorni scorsi sono finalmente arrivati gli aiuti alimentari erogati dal Comune di Palermo, ma mentre la piattaforma informatica predisposta da Palazzo delle Aquile accusa pesanti giri a vuoto, chi ha avuto la ‘fortuna’ di aver visto accreditate le somme sulla tessera sanitaria sta avendo parecchie difficoltà quando va a fare la spesa”.
Lo afferma Sabrina Figuccia, consigliera comunale dell’Udc di Palermo, che aggiunge:
“Stamattina, ho presentato al sindaco Leoluca Orlando e agli uffici delle Attività sociali una richiesta di accesso agli atti per conoscere nel dettaglio che tipo di convenzioni siano state stipulate con negozi e supermercati nei quali è possibile fare la spesa con gli aiuti alimentari erogati dal Comune, nonché i criteri con il quali sono stati scelti i negozi stessi. In questi giorni, infatti, sto ricevendo parecchie segnalazioni da chi ha avuto accreditati i soldi, ma ha molte difficoltà a spenderli: da un lato, molte zone della città sono rimaste scoperte, costringendo così i cittadini a percorre chilometri per trovare un negozio convenzionato; dall’altro, non si capisce perché siano stati privilegiati i marchi della grande distribuzione e non, magari, i negozi di quartieri, che così avrebbero potuto ricevere un po’ di ossigeno dal punto di vista economico”.
“Ma la cosa più grave – conclude Sabrina Figuccia – è che, al momento di fare la spesa, spesso si è costretti a scegliere cibi più cari perché gli articoli in offerta non sono acquistabili con il bonus. Per carità, tutto lecito e legale, ma non vorremmo che dagli aiuti alimentari si passasse al business dei bonus alimentari…, sempre a danno dei più deboli”.
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