Coronavirus/ Sicilia sempre più sola, dallo Stretto di Messina fai-da-te al caos migranti a Lampedusa/ MATTINALE 484

9 aprile 2020

Lo schema è sempre lo stesso: l’Unione europea dei ‘mercanti’ abbandona l’Italia (grazie anche all’insipienza dei politici italiani che, fino a prima dell’esplosione del Coronavirus, plaudivano alla Ue); mentre l’Italia abbandona la Sicilia. E’ così sullo Stretto di Messina, dove l’alternativa allo scenografico sindaco Cateno De Luca è il caos; ed è così a Lampedusa, dove la Ue e lo Stato, complice anche la Pasqua, inseguono Ponzio Pilato… 

Allentare le stretta sui cittadini siciliani per Pasqua e Pasquetta? Non se ne parla nemmeno! Parola del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. I risultati, in effetti, gli danno ragione: nonostante la ‘calata’ di tanti siciliani arrivati dal Nord Italia, nonostante il caos permanente sullo Stretto di Messina, nonostante gli sbarchi di migranti a Lampedusa (in questi giorni sono roventi le polemiche, con i cittadini lampedusani che non risparmiano critiche al sindaco, Salvatore ‘Totò’ Martello), l’Isola è riuscita a tenere a bada il Coronavirus.

Ma il merito è dei cittadini siciliani che, a parte alcuni casi, per fortuna isolati, di indisciplinati stanno seguendo le direttive che altro non sono che restrizioni. Il presidente della Regione siciliana non molla e si prepara a fronteggiare il fine settimana pasquale. Si teme che i cittadini, stanchi di stare chiusi in casa, allentino un po’ le maglie per scappare fuori per qualche ‘arrustuta’ di ‘sgamo’: e questo il Governo regionale lo vuole assolutamente evitare.

UNA FINESTRA PER ARANCINE E PANINI CA’ ‘A MEUSA – Si punta alla chiusura di tutti gli esercizi commerciali, ad eccezione di farmacie ed edicole. Anche se c’è la richiesta di chi produce cibo da asporto di una ‘finestra’ pasquale. Lo chiede la CNA agroalimentare della Sicilia per ristoranti, pizzerie, focaccerie, rosticcerie e via continuando. Ovviamente, le consegne dovrebbero avvenire a domicilio. Vedremo cosa deciderà il Governo regionale.

In Sicilia rimangono due fronti ‘caldi’. Del primo ne abbiamo parlato ieri: si tratta dello Stretto di Messina dove l’assenza di controlli da parte delle autorità ha consentito al sindaco della Città dello Stretto, Cateno De Luca, di prendere in mano la situazione.

LO STRETTO DI MESSINA FAI-DA-TE – Il primo cittadino ha firmato un’ordinanza con la quale impone i controlli a chi vuole mettere piede a Messina arrivando dalla Calabria. Ribadiamo: il sindaco di Messina ha preso atto del caos sullo Stretto, provocato dalla mancanza di controlli (cosa, questa, denunciata più volte anche da alcune organizzazioni sindacali), e ha stabilito lui le regole per il transito.

Uno ‘scacco’, anche pesante, per il Governo nazionale e, soprattutto, per il Ministero degli Interni, che ha chiesto un parere al Consiglio di Stato. Obiettivo di Roma: revocare l’ordinanza del sindaco di Messina.

Noi, ieri, ci siamo occupati di questa vicenda con due articoli. Nel primo abbiamo sollevato una questione ‘politica’: vero è che il Ministero degli Interni ha chiesto un parere al Consiglio di Stato secondo una procedura corretta: solo che la Sicilia – Regione a Statuto autonomo – ha un proprio Consiglio di Stato che si chiama Consiglio di Giustizia Amministrativa.

LEZIONE DI AUTONOMIA (E DIRITTO COSTITUZIONALE) – La nostra obiezione ‘politica’ non è secondaria, perché proprio l’ordine pubblico dovrebbe essere, ordinariamente, competenza della Regione siciliana in forza dell’articolo 31 dello Statuto. All’articolo 31, nei giorni scorsi, si è richiamato, anche se pasticciando un po’, lo stesso presidente Musumeci che, invece, su questa spinosa vicenda di Messina, almeno fino ad ora, inspiegabilmente tace, come ha fatto notare ieri Andrea Piraino, Presidente di “Unità Siciliana-Le Api”, forza politica d’ispirazione autonomista-sicilianista.

La presa di posizione del professore Piraino è certamente politica, ma anche tecnico-giuridica, dal momento che lo stesso Piaino, nella vita, insegna all’università Diritto Costituzionale.

In ogni caso, comunque la si giri, il Governo nazionale e il Governo regionale di Musumeci hanno regalato al sindaco di Messina una vittoria politica su tutta la linea. Vediamo di illustrare il perché.

Ammettiamo che il Consiglio dei Ministri annulli l’ordinanza del sindaco di Messina. A parte lo scontro istituzionale senza precedenti che si verrebbe a creare, De Luca ne uscirebbe vincente, perché il Governo nazionale – di fatto – andrebbe a smantellare i controlli sul passaggio di persone dalla Calabria alla Sicilia in un momento di grave emergenza sanitaria.

Annullando l’ordinanza, il Consiglio dei Ministri regalerebbe ulteriore notorietà al sindaco di Messina. Se poi, dopo lo stop all’ordinanza del sindaco di Messina da parte di Roma, dovesse tornare il caos, Cateno De Luca verrebbe promosso d’ufficio candidato alla presidenza della Regione siciliana…

C’è anche un secondo profilo. In questa vicenda Coronavirus molte Regioni italiane e molti Comuni italiani hanno fatto da sé; lo stesso Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiamato in causa per non aver istituito le ‘Zone rosse’ in Lombardia nei giorni dell’inferno, si è difeso dicendo che tali ‘Zone rosse’ potevano essere istituite anche dalla Regione Lombardia.

UNITA’ DI INDIRIZZO: ORA SI’, ORA NO… – Vero è che il Consiglio di Stato, nel parere espresso sul ‘caso’ Messina, ha messo per iscritto, in questa emergenza, l’obbligo che grava “sul Presidente del Consiglio dei ministri, sancito dall’art. 95 Cost., di assicurare il mantenimento dell’unità di indirizzo politico ed amministrativo, nel quadro di unità e di indivisibilità della Repubblica, di cui all’art. 5 Cost.”; ma questa “unità di indirizzo” del capo del Governo italiano è piuttosto appannata, se è vero che tante Regioni e tanti Comuni hanno adottato provvedimenti in autonomia.

Cosa che fa notare lo stesso sindaco De Luca, che ha annunciato la presentazione di una memoria difensiva per oggi.

A nostro modesto avviso, il Governo nazionale, a Messina, è finito in una situazione non facile. Ne sta venendo fuori male anche il Governo regionale di Musumeci, che appare ormai troppo ‘schiacciato’ sulle posizioni romane. Per il presidente di una Regione autonoma non è il massimo!

MIGRANTI E IL VUOTO A PERDERE DEL ‘SALVINISMO’ – Non va meglio a Lampedusa, dove si susseguono gli sbarchi di migranti. La responsabilità di quanto avviene in quest’Isola è anche dell’ex Ministro degli Interni, il leghista Matteo Salvini, che quando esibiva i ‘muscoli’ al tempo del Governo Giallo-Verde si occupava solo delle navi targate ONG, ignorando i piccolo sbarchi.

Durante la gestione del Ministero degli Interni da parte della Lega i piccoli sbarchi in Sicilia di migranti sono stati una costante. Sembrava che l’emergenza Coronavirus dovesse ridurre tali sbarchi: i fatti di questi giorni, però, dimostrano che non è così: tant’è vero che i piccoli sbarchi a Lampedusa continuano.

… E A LAMPEDUSA… LIBERI TUTTI! – Lampedusa, in queste ore, è nel caos. L’hotspot è pieno. E sono arrivati altri migranti. Caos tra le proteste degli isolani che, alla fine, non hanno torto: a loro viene chiesto di restare in casa e poi succedono cosa incredibili…

E’ successo che tre di questi migranti arrivati a Lampedusa si sono allontanati dall’hotspot dove sono stati posti in quarantena e sono andati in giro per il centro abitato, tra le proteste dei cittadini che temono contagi.

La situazione non è semplice. Né può essere una soluzione quella di trasferire i migranti a Porto Empedocle: perché il problema si trasferisce da Lampedusa in Sicilia.

Grande solidarietà a questi migranti che non hanno certo una vita facile. Ma in questo momento, con l’emergenza Coronavirus che è già presente in 45 dei 52 Paesi del Continente africano, accogliere migranti non sembra molto razionale.

Tra l’altro, quando si parla di quello che succede in Africa con il Coronavirus, facciamo riferimento a dati parziali, forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

INCOGNITA CORONAVIRUS IN AFRICA – Sappiamo che ci sono problemi in Sud Africa, che pare sia il Paese più colpito dal virus; problemi anche in Algeria, in Camerun, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Ghana, Niger, isole Mauritius, Repubblica democratica del Congo. Ma anche Egitto, Marocco e alcuni casi di Coronavirus anche in Libia.

Ma sono – lo ribadiamo – dati molto parziali. Facciamo un esempio: in Lombardia, seguendo con attenzione le testimonianze raccolte dalla redazione di Report – il programma di RAI 3 – stando alla testimonianza di alcune persone intervistate, i morti per Coronavirus potrebbero essere molti di più, soprattutto tra gli anziani.

Quello degli anziani morti è uno scenario triste che non riguarda solo la Lombardia, ma tutta l’Italia, anche se nel Nord Italia il fenomeno dovrebbe essere più accentuato.

Ora, se in Italia non si sa quanti sono stati i morti di Coronavirus tra gli anziani, figuriamoci nei Paesi dell’Africa dove i sistemi sanitari e i controlli sono di gran lunga più fragili di quelli italiani.

Naturalmente, come sta avvenendo per la questione finanziaria, con l’Unione europea che non ne vuole sapere di aiutare l’Italia, anche per la questione migranti l’Unione europea, sotto il profilo strettamente ‘tecnico’, se ne sta praticamente ‘fottendo’.

Anche per la questione migranti, l’Europa ‘unita’ (ma in che cosa?), tanto acclamata da certi politici italiani fino a qualche settimana prima dell’Esplosione Coronavirus, abbandona l’Italia.

E l’Italia che fa? Scarica il problema sulla Sicilia, tra Lampedusa e Porto Empedocle…

E poi, in televisione, ogni sera, arriva il ‘torroncino’ (ce la fanno a…):

“Dimostriamo che siamo un grande Paese…”.

Come no!

Foto tratta da Stretto Web

 

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