Quello che si coglie seguendo il VIDEO della trasmissione che Report ha dedicato a quanto avvenuto in Lombardia a causa del Coronavirus è lo strapotere degli imprenditori di questa Regione, in grado di condizionare la politica, dal Governo nazionale alla Regione
Come capita quasi sempre, quando si vuole conoscere la verità su un accadimento attraverso la televisione bisogna seguire Report, la trasmissione di Rai 3. Se in Tv resiste il giornalismo d’inchiesta, ebbene, questo lo dobbiamo a questo programma. Che, anche in questa occasione, si è distinto per la precisione con la quale ha individuato alcuni dei responsabili del disastro provocato in Lombardia dal Covid-19, o Coronavirus.
Come sempre, vale la pena di seguire con attenzione la ricostruzione dei fatti, con testimonianza precise, di quanto avvenuto in Lombardia da Gennaio di quest’anno ad oggi.
Non proviamo a riassumere in breve quanto ha appurato Report. Cominciamo con un paio di domande. Chi comanda in Italia? Il Nord. E chi comanda nel Nord? Gli industriali.
La gente elegge sindaci, presidenti di Regione e parlamentari nazionali ed europei. Ma in Lombardia e, in generale, nel Nord Italia, comandano gli imprenditori. Si fa quello che dicono loro. Punto. La politica si adegua e basta.
Sappiamo tutti che i guai da Coronavirus – e che guai! – in Lombardia sono cominciati nei primi giorni di Marzo. In realtà, i primi casi – e questo già di sapeva – sono cominciati addirittura prima. Ma sono stati tenuti nascosti. Poi è iniziato l’inferno.
Ogni sera, in televisione, le immagini sono state strazianti: centinaia di morti ogni giorno. Scene di dolore senza fine. Con i mezzi militari chiamati a trasportare le base.
Non sappiamo cosa sia successo nei giorni dell’inferno. Ma sappiamo che medici, infermieri e, in generale, personale sanitario sono stati sottoposti a turni massacranti. E, spesso, sono stati costretti a lavorare senza le opportune protezioni.
Tanti gli spunti che troverete seguendo la trasmissione che Report ha dedicato al dramma della Lombardia.
Ci ha colpito, in particolare, l’attesa di alcuni sindaci di piccoli e medi Comuni lombardi ai quali dicevano che di lì a poco sarebbe arrivata l’istituzione delle Zone rosse. Ma queste Zone rosse ritardavano sempre. Perché? Forse perché non bisognava creare problemi alle imprese? Sembrerebbe proprio di sì!
Solo il 23 Marzo – il 23 Marzo, dopo un numero impressionante di decessi! – il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha deciso di chiudere tutto. Tutto? Nella trasmissione si dice che il 30 Marzo c’erano ancora mille e 800 aziende aperte!
Impressionanti le immagini che riprendono i lavoratori che escono dai posti di lavoro nei giorni del terrore e fuggono alle domande del cronista di Report.
Poi c’è il problema delle Case di riposo per anziani dove si contano il 10% dei morti (questo, in realtà, è un problema che riguarda tutta l’Italia, anche se il fenomeno dovrebbe essere attenuato).
Sulle Case di riposo c’è il tentativo di vietare le visite, con la regione Lombardia che interviene facendo sapere che bisognava evitare di creare allarmismo.
Questa emergenza in Lombardia è stata gestita cercando di non creare problemi alle imprese: la dimostrazione che, da quelle parti, il denaro viene prima di tutto. Con la politica, a tutti i livelli, da Roma in giù, piegata a questa idea ‘mercatista’ della vita.
E poi lo scarica barile tra i rappresentanti delle istituzioni: tutti si sono piegati ai voleri delle imprese e poi, colti sul fatto, ognuno che cerca di scaricare le responsabilità sull’altro.
E questo è il Nord che governa l’Italia.
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