In queste ore cercano di propinarci la visione di un’Italia alle corde che starebbe per cedere al MES. Noi non ci crediamo. E vi diciamo che, invece, se c’è un Paese alle corde, ebbene, questo è la Germania. Che avrebbe tutto da perdere dal crollo dell’Eurozona, se è vero che resterebbe da sola ad affrontare i 4 milioni di migranti ammassati sul confine turco…
di Economicus
Emergenza Coronavirus ed emergenza economica sono strettamente intrecciate. Ed è ormai chiaro, dando una sguardo al mondo, che l’emergenza sanitaria è destinata a durare fino a quando non verranno messe a punto cure efficaci, siano esse i vaccini (improbabili secondo una scuola di pensiero scientifica capeggiata dagli anglosassoni), siano essi farmaci. Ciò significa che l’emergenza è destinata a durare: quanto tempo durerà è impossibile calcolarlo.
In questo momento solo un matto, negli stati Uniti e in Spagna, porrebbe il problema della ripresa delle attività economiche, visto il grado di diffusione della pandemia. Nemmeno in Germania – dove i dati ufficiali sono molto strani: e più avanti proveremo a illustrare il perché – si parla in questo momento di rimettere in moto l’economia.
Solo in Italia – dove la situazione nel Nord resta grave, mentre nel Sud non si è aggravata e non si aggrava grazie ai presidenti delle Regioni, ai sindaci e agli stessi cittadini che tutto sommato rimangono in casa – c’è qualcuno che parla di ritorno alla normalità per “non perdere fette di mercato”. Di quali mercati parli non si capisce, visto che in tutto il mondo la pandemia di Coronavirus, anche se con una tempistica diversa, sta colpendo duro.
Per fortuna le autorità sanitarie italiane, anche se tra il dire e il no dire, hanno detto che non si uscirà di casa sino all’1 Maggio. Con molta probabilità, si andrà anche oltre.
Resta da capire cosa deve fare l’Italia (ma anche cosa debbono fare la Spagna, il Portogallo e la Grecia, per citare tre Paesi non a caso) rispetto all’attuale crisi. Cosa fare, in questa fase, non per rimettere in moto l’economia, ma per sopravvivere. Ebbene, per sopravvivere servono soldi, tanti soldi.
Poi, dopo che la crisi sarà superata – e non è detto che il periodo sarà brevissimo – quando, come già ricordato, saranno disponibili le cure per affrontare un nuovo virus che sta mettendo in ginocchio tutto il mondo – ci vorranno altri soldi, tanti, tantissimi soldi per rimettere in moto l’economia.
E’ su questo punto – il reperimento dei soldi per resistere alla pandemia e dei soldi, quando sarà, per far ripartire le economie dei vari Paesi europei – che si sono rotti i telefoni. Con Germania, Austria, Olanda e Finlandia (ma, a quanto pare, ci sono altri Paesi del Nord Europa su queste posizioni) che non ne vogliono sapere di condividere con i Paesi dell’Europa mediterranea i costi della resistenza al Coronavirus e i costi per far ripartire le economie.
Ha destato stupore, in noi, il secco “No” al MES, il Meccanismo Europea di Stabilità, del Presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte. Il capo del Governo italiano ha proposto gli Eurobond che, detto per inciso, sono sempre una forma di indebitamento per i Paesi europei che li utilizzeranno, anche se un indebitamento meno pesante rispetto alla ‘tagliola’ truffaldina del MES.
Con molta probabilità, Conte ha spiazzato il PD, forza politica ‘europeista’ che non avrebbe esitato a indebitare l’Italia con il MES. E in effetti è un po’ tragicomico vedere l’uomo messo dalla Ue dell’euro al Ministero dell’Economia italiana, Roberto Gualtieri, schierato contro i suoi amici ‘europeisti’ pro MES!
Persino il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, è intervenuto sulla vicenda:
“Mi auguro che tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l’Europa”.
La situazione oggi è di stallo. Anche se c’è chi dice che, la prossima settimana, il Governo Conte bis accetterà il MES, spinto soprattutto dal PD. Sarà così? Noi non ci crediamo, perché sarebbe un grandissimo regalo alla Lega di Salvini e a Fratelli d’Italia, schierati ‘pancia a terra’ contro il MES.
Insomma, una decisione del genere – magari annacquata dicendo che sarebbe un MES senza le condizionalità e ‘buttanate’ varie – non si può prendere con mezzo Parlamento messo di traverso.
C’è, poi, l’altra faccia della medaglia. Quello che non ci dicono è che in grandissima difficoltà è la Germania, Paese che, al di là dei problemi legati al Coronavirus (fino ad oggi tenuti mediaticamente ‘bassi’), sconta anche un altro problema: i 4 milioni di migranti siriani e di altri Paesi ammassati sul confine turco.
I tedeschi – questo è un fatto oggettivo – sono tornati ad essere il ‘problema’ di tanti Paesi del mondo (forse il più ‘pesante’ problema del cosiddetto Occidente industrializzato). Il Regno Unito ha lasciato la Ue proprio per non sottostare a una finta Europa unita governata dalla Germania. Gli USA vogliono la fine della Ue proprio per tarpare le ali alla Germania.
E anche altri Paesi europei – anche se la cosa rimane sotto traccia – sono ormai contro la Germania.
Quando si parla di Germania bisogna distinguere il popolo tedesco dalla sua pessima classe politica e ,in generale, dalla sua classe dirigente. Il popolo tedesco, oggi, non ha più nulla a che vedere con la “banalità del male”: in altre parole, non è più acquiescente con la – ribadiamo – pessima classe politica e, in generale, con la pessima classe dirigente tedesca.
Ma classe politica e, in generale, la classe dirigente tedesca (della seconda fanno parte gli alti burocrati di Stato) hanno un grande problema: non possono restare isolati e, soprattutto, debbono evitare che la Turchia di Erdogan consenta ai migranti di invadere la Germania.
Contrariamente a quello che cercano di farci credere, è la Germania, oggi, ad essere terrorizzata da una rottura dell’Italia e, magari, di altri Paesi europei. Ma, contemporaneamente, vuole continuare a lucrare a spese dell’Italia, che la classe dirigente tedesca, dai tempi di Helmut Kohl, considera “i piedi della Germania”.
La notizia, diffusa in queste ore, del gruppo assicurativo tedesco Allianz che cercherebbe di acquisire la gestione delle autostrade italiane non va affatto sottovalutata. Anche perché è una notizia perfettamente in linea con l’atteggiamento di una parte politica italiana, oggi sempre più minoritaria, che ha sempre avuto grandi interessi in questo settore. E che non esiterebbe certo a consegnare un altro ‘pezzo’ di Italia’ ai tedeschi in cambio di benefici e prebende (i voti, in buona parte, ormai gli arrivano così).
Resta da capire, in questo scenario, dove l’Italia troverà i soldi per resistere e per rilanciare la propria economia. Noi non pensiamo che il PD riuscirà a imporre il MES. Non perché i grillini si opporranno, perché oggi il peso politica del Movimento 5 Stelle è pari a zero. Ma perché, lo ribadiamo, il MES non potrebbe mai essere imposto contro la volontà di mezzo Parlamento.
Visto che l’attuale Governo Conte bis non ci sembra abbia il polso per lasciare la Ue e l’euro, o per uscire dall’euro restando nella Ue, la domanda è: l’Italia può andare oltre l’euro senza uscire dall’Unione europea e restando nell’euro? La risposta è: sì, lo può fare a norma di legge, senza violare i trattati europei.
Come lo illustreremo più tardi. Per ora accontentiamoci di sapere che ci pensava di consegnare l’Italia al MES – anche a un MES fintamente ‘addolcito’ – ha già perso la partita. Perché oggi il sì al MES aprirebbe in Italia quello che tecnicamente si chiama “gran bordello”…