Il Sud e la Sicilia sono entrati, da ieri, nelle due, forse tre settimane cruciali. In questi giorni sapremo se, nonostante tutte le difficoltà, siamo riusciti a non fare impennare il numero dei contagi. Dovrebbe essere il momento in cui massimizzare gli sforzi. Eppure arrivano segnali strani. Renzi a livello nazionale da una parte e certi fatti molto strani soprattutto a Palermo
Le due forse tre settimane più difficili per la Sicilia non sono cominciate bene. I casi di Coronavirus non si fermano. E aumentano, anche se lievemente, i decessi. Volendo, ci sarebbe da essere soddisfatti. Nonostante le difficoltà, le grandi difficoltà incontrate dal Governo regionale siciliano, che ha fronteggiato e continua a fronteggiare un’emergenza planetaria in condizioni finanziarie difficilissime, la nostra Isola sta tenendo. E allora dove sta la preoccupazione? I problemi sono due. Proviamo a illustrarli.
Il primo è l’atteggiamento psicologico. In questi ultimi giorni, nella nostra Isola, la vera emergenza è rappresentata dai luoghi nei quali, per motivi necessari, vivono molte persone. L’Oasi di Troina, in provincia di Enna, e il centro per il ricovero degli anziani di Villafrati sono due casi emblematici.
Questo ci dice che se in Sicilia, nel complesso, è stato evitato il picco, è perché il presidente della Regione, Nello Musumeci, già nella terza decade di Febbraio, ha lanciato l’allarme. A noi capita spesso di criticare l’attuale Governo regionale. Però, alla luce di fatti oggettivi, non possiamo non sottolineare la differenza tra la politica lombarda e la politica siciliana.
Mentre a fine Febbraio, in Lombardia, sottovalutavano l’infezione di Cioronavirus (importante il video pubblicato sulla pagina Facebook di Pino Aprile), in Sicilia il presidente Musumeci lancia l’allarme e viene criticato da esponenti del centrosinistra.
I fatti hanno dimostrato chi aveva ragione e chi aveva torto. Aveva e ha ragione Musumeci e avevano torto coloro i quali hanno sminuito il pericolo del Coronavirus, in Lombardia e in Sicilia.
E oggi? C’è un dato oggettivo: in Sicilia e, tutto sommato, nel resto del Sud non c’è ancora stata un’impennata dei contagi. Ma questi grazie ai presidenti delle Regioni del Sud ed ella Sicilia e ai sindaci del Sud e della Sicilia che hanno adottato provvedimenti stringenti. Convincendo la popolazione a restare in casa.
Va detto, però, che se i contagi non si sono impennati è perché la popolazione del Sud ha collaborato con gli amministratori e ha rispettato le regole stringenti.
Va sottolineato che la mancata impennata dei contagi nel Sud e in Sicilia è il frutto del rispetto delle regole stringenti di quindici-venti giorni addietro.
Cosa sta succedendo oggi? Intanto a livello nazionale c’è un calo dei contagi. E’ un risultato importante frutto del grande sacrificio dei medici, degli infermieri e, in generale, del personale sanitario, oltre che dei cittadini. Ma dalla politica sono già arrivati segnali di insofferenza.
L’appello di Matteo Renzi a riaprire scuole e fabbriche è, a nostro modesto avviso, sbagliato. Lo è in generale, perché ancora le cure – e non il vaccino – contro il Coronavirus debbono essere affinate. E lo è soprattutto nel Sud dove sono appena iniziate, come già ricordato, le due, forse tre settimane più difficili.
Nel Sud e in Sicilia i casi sono stati circoscritti in tempo. Ma il Sud e la Sicilia debbono fare i conti con il grano numero di meridionali che, dal Nord, sono arrivati dalle nostre parti. Arrivi disordinati in tre grandi ondate che stanno continuando (anche con riferimento a meridionali che arrivano da altri Paesi del mondo, visto che la pandemia, per definizione, è globale).
Questa settimana, ad esempio, ci dirà se il Sud è riuscito a contenere gli effetti della prima ondata. Certo, gli inviti alla quarantena, per i nuovi arrivati, non sono mancati. Ma quando ad arrivare sono migliaia di persone con aerei, navi e automobili è impossibile controllare tutto il flusso.
Ebbene, in un momento in cui al Sud è necessario non abbassare la guardia, ma anzi incentivare il rigore nei mezzi di contenimento del contagio, sono arrivate le parole di Renzi.
Noi non stiamo scrivendo che quello che ha detto Renzi sia tutto sbagliato. Anzi siamo stati tra i primi a raccontare che quello che in Italia si diceva dell’atteggiamento del Regno Unito di fronte al Coronavirus non era verità. Siamo stati tra i primi a illustrare la posizione degli scienziati del Regno Unito, che sono molto scettici sui vaccini, che a loro avviso non fermeranno questo particolare virus.
Ma un conto è dire apriamo scuole e fabbriche quando sono già state sperimentare con successo le cure per il Coronavirus, che sono ancora nella fase iniziale, pur se con risultati già importanti, altra e ben diversa cosa è dire apriamo in assenza di cure certe, perché l’economia non si può fermare.
La storia dell’economia che non si può fermare l’abbiamo già sentita in Lombardia nell’ultima settimana di Febbraio e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Purtroppo questi segnali di allentamento delle restrizioni sono arrivati anche al Sud e in Sicilia. E sono arrivati, lo ribadiamo, nel momento sbagliato. Noi speriamo tanto di sbagliarci. Ma dal nostro osservatorio casalingo di Palermo non ci arrivano segnali incoraggianti.
Noi usciamo da casa poco. Ma quel poco – e soprattutto il rumore delle automobili che si avvertono da casa – ci dicono che, rispetto a tre-quattro giorni addietro, in strada ci sono molte più automobili di prima.
In tutto questo c’è l’emergenza economica. La precarizzazione del lavoro, in Italia, grazie al PD e a Renzi, che nella passata legislatura hanno stravolto la legislazione sul lavoro, è ormai un fenomeno generale. Ma nel Sud e in Sicilia è accentuata dalla sistematica rapina delle risorse operata dalle Regioni del Nord.
Il risultato è che il numero di famiglie che in queste ore è in difficoltà per mancanza di soldi e di cibo, nel Sud e in Sicilia, è molto elevato. Il fatto che, solo a Palermo, siano 11 mila le richieste di aiuto e che il Comune abbia bloccato le iscrizioni, la dice lunga sulle condizioni di difficoltà che attanagliano tante, troppe famiglie.
Sulla rete si leggono di programmi di saccheggio di supermercati. Ci ha lasciati di sasso un articolo pubblicato ieri da ilSicilia.it, dove si legge di possibili assalti ai supermercati tedeschi e francesi.
Non sappiamo cosa ci sia dietro certe forme di esasperazione. Ma sappiamo che certi segnali non possono essere sottovalutati.
Palermo – questo va detto – si distingue in negativo. In queste forme come in altre manifestazioni: come l’incredibile storia che abbiamo raccontato ieri sera andata in scena negli uffici del Comune.
Sono tutti segnali che non annunciano nulla di buono. Speriamo bene.
Foto tratta da La Sicilia.it