Il nostro blog segue con interesse il dibattito economico. E lo sta facendo anche con la crisi economica provocata dalla pandemia del Coronavirus. Così pubblichiamo con piacere la proposta elaborata dalla Commissione Economia M24A-ET per provare a far uscire l’Italia dalla crisi
Politica fiscale e redistribuzione anche territoriale delle risorse
Il Movimento M24A Equità Territoriale si fa promotore di una nuova proposta economica urgente e coraggiosa, per una manovra che dia immediato sostegno all’economia reale ed una via di uscita al drammatico stallo in cui ci troviamo. In questo articolo proviamo a spiegare perché e come.
Siamo giunti alla fine di marzo obbligati, in una separazione sociale, ad osservare l’evolversi dell’emergenza in TV e sui social con un nuovo pensiero fisso che comincia a farsi strada. È la fine del mese e con esso arriva la scadenza di molti pagamenti. Finora tutti noi abbiamo fatto ricorso, esclusivamente, alle nostre riserve economiche personali, non abbiamo visto arrivare fisicamente un solo euro dalle recenti disposizioni del Governo. In quante famiglie italiane, magari di fronte ai livelli della dispensa che sono da reintegrare, si è udito: “i soldi sono finiti! Ed ora?”. È un brivido, per alcuni mai provato, che corre lungo la schiena dell’intero stivale. Sembra di sentirlo.
Certo gli italiani sono risparmiatori, ma già si cominciano sentire i primi incitamenti alla disobbedienza economica, i primi segnali di insofferenza ad affrontare da soli una solitudine psicologica e piano piano anche economica, senza ancora nessun concreto intervento dello stato.
Nuove categorie di cittadini, si affacciano in questo nuovo drammatico scenario: sono gli imprenditori di attività ferme, gravati da forte indebitamento che al massimo vedono il rinvio degli oneri per tre mesi; sono i professionisti e le partite IVA che attendono 600€, già spesi nei costi in scadenza; sono i dipendenti del settore privato, alcuni già cassaintegrati e sono una vastissima umanità che lavorando nel sommerso (si stima oltre 3 milioni in Italia) hanno acquisito la nuova dimensione di “invisibili”, cioè coloro di cui il Governo non si è ancora occupato.
Intanto il Governo è al lavoro e mette a punto un secondo intervento di sostegno economico di 50 miliardi, di cui uno recentissimo da 4,3 Mld ai comuni, sapendo di doverlo sottoporre alla valutazione EU e sapendo che è ancora del tutto insufficiente. Come mai questo attendismo in una emergenza che richiede azioni urgentissime?
Semplice, l’Italia attende e sollecita un intervento da parte dell’EU che intervenga energicamente a sostegno dell’economia in una emergenza trasversale che tocca tutti i paesi.
L’incontro dell’Eurogruppo su questo tema è avvenuto il 26 marzo. Un incontro drammatico dove alla richiesta di un nuovo piano “Marshall” con emissione di eurobond, avanzata da Italia, Francia, Spagna Portogallo e Slovenia, fanno opposizione “Paesi del rigore” del Nord, con in testa Germania Olanda e Svezia, contrari alla emissione dei bond europei proponendo invece di ricorrere a strumenti già esistenti come il Meccanismo europeo di stabilità (MES), anche se emendato da alcune condizionalità.
Situazione di stallo: si rimanda la decisione e si invita l’Eurogruppo a presentare proposte entro 15 giorni.
Cosa significa questo? Una parte di Paesi (inclusa l’Italia) chiedono che sia l’istituzione europea BCE ad emettere titoli per mutualizzare il debito necessario per contrastare il nuovo shock, proprio perché ha un carattere esogeno e simmetrico per tutti i Paesi. Chi invece ha condizioni e prospettive migliori, come la Germania, l’Olanda e la Svezia, non ha alcun interesse a condividere né rischi né benefici. Secondo loro, chi ha bisogno di aiuto, si deve sottomettere alla stretta condizionalità prevista dal Trattato MES in vigore, anche se a condizioni meno crude di quelle attuali (es. caso Grecia). Il motivo è semplice opportunità finanziaria. Infatti, costringere i singoli paesi ad autofinanziarsi con emissione di propri titoli (Debito), acquistati da BCE e ricollocati nel mercato secondario della speculazione finanziaria, offre la ghiotta possibilità di lucrare sugli interessi di questi titoli in ragione della pregressa situazione debitoria dei singoli Paesi.
Bell’esempio di mutualità all’interno dell’Unione! Non trovate esecrabile speculare sulla vendita delle mascherine in tempo di coronavirus? Ebbene stiamo parlando di una cosa simile.
Ora, siamo allo stallo. Cosa potremmo aspettarci entro 15 giorni? Sicuramente nessuna mediazione tra posizioni così divergenti. Bisognerà ricercare una via alternativa che farebbe avvicinare le posizioni di falchi e colombe e forse salvare l’integrità della zona euro e della UE. E visti i presupposti non sappiamo se questo sia un bene.
Diversi economisti suggeriscono che dovrebbe essere la BEI (Banca europea per gli investimenti) ad emettere obbligazioni perpetue per un valore simile al sostegno USA (2000 MLD€) che saranno acquistate dalla BCE la quale potrà rivenderle sul mercato secondario secondo le logiche di gestione del portafoglio obbligazionario.
La provvista così ottenuta dalla BEI dovrebbe essere girata (prestata) agli stati in relazione alla rispettiva contribuzione al PIL dell’area, e da questi utilizzata per esigenze sanitarie ed economiche connesse al COVID-19 (sostegno al reddito dei cittadini, rafforzamento del capitale delle banche e delle imprese, concessione di garanzie ad imprese, investimenti in sanità).
Dato l’alto merito creditizio della BEI e i bassissimi tassi di interesse, l’obbligazione potrebbe essere emessa a 100 anni a tassi dello 0.30 – 0.4%. Ovviamente sarà a carico degli Stati pagare annualmente i modesti interessi alla BEI e rimborsare il prestito a scadenza (fino a 100 anni). Ma con il vantaggio che, nel frattempo, il debito nei confronti della BEI sarà eroso dall’inflazione e quindi, nel lungo termine, reso quasi insignificante.
Il nostro Ministro MEF dovrebbe lavorare fin da ora per portare tali tesi nell’Ecofin e controbattere con grande tenacia per mandare in porto una soluzione entro 15 giorni. E non è detto che si riesca.
Intanto, è già tardi, ogni ora che passa, si registra una perdita economica secca: le imprese non producono, non fatturano, non incassano. Vale per tutti: dal commercio al dettaglio ai professionisti, dalle piccole e medie imprese ai colossi del trasporto aereo e dell’auto, dal turismo al cinema.
Sarebbe saggio intervenire coraggiosamente con un piano B, fin da ora. Che sia tempestivo e alternativo alla trattativa europea ancora troppo nebulosa e controversa ma al contempo sinergico qualora la trattativa dovesse avere qualche sbocco.
Lo stesso Draghi ha ammesso che l’immissione di denaro da parte dalla banca centrale nel sistema bancario privato tramite acquisto di titoli (leggi QE della BCE), non è uno strumento idoneo per affrontare problemi contemporanei pressanti come il cambiamento climatico e le diseguaglianze. Come appunto il caso dell’attuale pandemia.
Mentre Cristine Lagarde in merito al MMT (Modern Monetary Theory, in italiano Teoria Monetaria Moderna) dove la spesa dello Stato sia finanziata direttamente dalla Banca Centrale Europea stessa ha affermato: “Se un Paese si trova in una trappola della liquidità e c’è una deflazione, in tali circostanze potrebbe funzionare (rif. MMT) per un breve periodo di tempo” e aggiunge “Il compito di distribuire il denaro da un soggetto ad un altro è tipicamente un compito fiscale. È una decisione del governo, non della banca centrale; non si può avere una banca centrale che decide chi deve ricevere il denaro.” Quindi è compito delle Stato italiano creare la necessaria liquidità da far affluire direttamente alle imprese, ai singoli imprenditori ed alle famiglie colpite economicamente e finanziariamente dalle conseguenze della epidemia.
Oltre l’urgenza, è utile indicare la dimensione del problema derivante da un lockdown economico fino a giugno. Una stima grossolana indica che il danno economico diretto ed indotto fino a tutto 2020 ammonta tra 100 e 200 miliardi di Euro.
La proposta del Movimento M24A Equità Territoriale è per la messa appunto di un “Piano B”, già condiviso da molti economisti italiani, che si articola in tre macro azioni coordinate.
La prima azione è quella di attivare un sistema di helicopter money, che permette allo Stato di mettere in circolazione, creare e gestire le attuali detrazioni fiscali (circa 10 mld di euro), ma anche crearne di nuove (cuneo fiscale, bolli, accise acc.) per immettere nuova liquidità nel sistema economico del consumo mediante interventi di politica fiscale per effettuare una redistribuzione sociale nei confronti di famiglie disagiate e senza reddito per lavoro irregolare (circa 100/120 mld di euro). È creazione di liquidità trasferibile da subito ai cittadini che non graverebbe sul debito pubblico e potrebbe essere mantenuta fino al perdurare della crisi deflattiva.
La seconda azione prevede il ripensamento di una banca pubblica MCC Medio Credito Centrale ex Banca del Mezzogiorno, da poco oggetto del Decreto Legge n.142 del 16 dicembre 2019 per la sua ricapitalizzazione e la creazione di società veicolo anche nell’ottica di una spinta ad iniziative di project financing, e creazione di una vera e propria Banca Italiana di Investimenti di diritto privato, per fornire garanzie alle imprese e cittadini, secondo regole innovative, per la ripresa dell’economia e lo sviluppo di un effetto moltiplicatore su scala nazionale.
La terza azione consiste in una riforma della politica fiscale che ponga in essere una strategia di redistribuzione con elementi quali:
1) rivisitazione delle aliquote fiscali verso l’alto per i redditi alti;
2) patrimoniale una tantum del 2 per mille per i possessori di capitale oltre i 500 mila euro;
3) rivisitazione delle norme societarie per le infragruppo che determinano risparmi fiscali enormi;
4) rivisitazione delle norme per il calcolo ISEE per togliere immobile dal conteggio del “reddito” per riportarlo ad un valore effettivo.
5) reddito di sussistenza allargato per il periodo di emergenza;
6) riduzione del 10% a stipendi oltre 4.000 euro e del 15% oltre i 10.000 euro nel settore pubblico e per le pensioni
Le tre azioni coordinate sarebbero in grado in una prima fase di garantire una manovra non inferiore a 100 miliardi di euro (6% del PIL). Tutte le misure di cui sopra sarebbero perfettamente in linea con i Trattati Europei e con la nostra Carta Costituzionale.
Il Movimento M24A Equità Territoriale è in campo, pronto a dare il proprio contributo al Governo e alle Istituzioni per il bene di tutti.
Commissione Economia M24A-ET
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