Oggi un pensiero e una preghiera per i ricchi ai tempi del Coronavirus ridotti a comuni mortali/ MATTINALE 471

27 marzo 2020

Signori, oggi, in questo Mattinale, invece di pensare alle solite cose, invece di pensare al sindaco di Messina, Cateno De Luca, denunciato dalla Ministra degli Interni Luciana Lamorgese che si sente vilipesa, o al Ministro del Sud, Giuseppe Provenzano, che forse vuole togliere i fondi europei al Sud

o, ancora, ai contributi pubblici erogati alle compagnie di navigazione insieme con la Cassa integrazione (tutti al mare…), o, peggio, invece di occuparci di chi non ha cosa mangiare (‘sti poveri che non riescono a digiunare in silenzio!), ci possiamo occupare di un argomento ignorato da tutti e che, invece, merita grande e rispettosa attenzione? Ci riferiamo alle sofferenze dei ricchi, accomunati – come ne La Livella del grande Totò – alle comuni genti in questi giorni di Coronavirus.

Ma ci pensate? Avere tanti soldi e non sapere che fare per sfuggire a questo virus. Scappare dove se ‘sto pezzo di ‘erreennea’ ha invaso tutto il mondo? Su un altro Pianeta, come in certi film che, fino a qualche mese fa, consideravamo fantasia e non certo realtà?

Sì, basta poveri, come hanno fatto ieri quegli sfaccendati di Antonio Piraino e Franco Calderone. Oggi dedichiamo qualche minuto del nostro tempo al dramma dei ricchi: chiusi in casa come noi, magari per la spesa non debbono uscire: ma questo ormai lo fanno in tanti. Sì, chiusi in casa come persone comuni, senza shopping per gioielli e vestiti, senza fine settimana in questa o quella capitale europea, senza settimana bianca: ma che vita è?

Nemmeno una crociera ai Caraibi per distrarsi: nemmeno quella! ‘Incrastati’ pure loro in casa.

Ma ci pensate alle donne ricche, quelle che una volta ogni due giorni sono dal parrucchiere megagalattico (per dirla con Fantozzi) dove tra sciampoo, piega, taglio, pettinatura, méches, colpi di sole (e colore per quelle con età più in su) si paga una cifra con la quale, in un quartiere popolare, una famiglia di quattro persone fa la spesa per un mese nell’hard discount?Ebbene, oggi pensate anche a loro.

Ecco, invece di pensare alla vostra noia, alla vostra sofferenza pensate invece a queste donne che, come donne mortali, si debbono fare lo sciampoo da sé e debbono persino asciugarsi i capelli. Lo capite o no che umiliazione che stanno subendo?

Non parliamo del cibo, poi, non ne parliamo, per favore! Passare dai ristoranti tutti attaccati cu ‘i spinguli’, quelli con i sottopiatti giganti, con i piatti piani altrettanto giganti rigorosamente piani, dove ti portano 60 grammi di pasta che uno normale, in Sicilia, gli direbbe:

“Bona è, a po’ scinniri!”.

E invece loro appena arriva il piatto lo osservano deliziate/i e, con la forchetta (se è pasta lunga), la accarezzano, non come gli affamati che la forchetta la ‘azziccano’ a tipo camionisti!

Sì, questi ristoranti a venti stelle che se ordini lo stinco di maiale ti portano quattro fettine sottili sottili di non si capisce che cosa e tu gli dici:

“Scusi, lo stinco di maiale dov’è?”.

E loro ti rispondono:

“Noi non serviamo l’osso!”.

E tu gli dici:

“Un sa pigghiassi a mali, ma ‘sti cosi si ‘i manciassi lei!”.

Loro no: loro in questi ristoranti gioiscono, accarezzano i primi, sfiorano appena i secondi e poi, magari, assaggiano il “cannolo scomposto” che se al bar te lo danno così tu lo ‘scomponi’ in testa a quello che te l’ha dato.

Loro no: loro, dopo che hanno preso posto al tavolo, dopo l’ordinazione scelgono il vino e, quando gli versano il primo sorso che serve per capire se va bene, dopo averlo annusato e assaggiato, senza conoscere la benché minima differenza tra esteri ed eteri dicono:

“Va bene”, a tipo grandi intenditori anche se non capiscono una m…

Ebbene sì, anche loro sono a casa come tutti: e devono perfino cucinare.

Ecco, signori, oggi un pensiero a loro, i ricchi che soffrono peggio di noi, ridotti come noi: che hanno tutto e che, in queste ore, del tutto che hanno accumulato non possono farsene nulla.

Oggi pensiamo al loro, ai poveri ricchi ai tempi del Coronavirus.

Foto tratta da Il Dialogo di Monza

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