C’è poco da fare: anche con il Coronavirus ogni scusa è buona per attaccare il Sud Italia. Per ora ce l’hanno con Napoli, prima città d’Italia dove i medici e i ricercatori, in collaborazione con gli scienziati cinesi, hanno sperimentato l’uso di un farmaco per combattere il Coronavirus. Con tutti i centri di ricerca che ci sono al Nord, ben finanziati, proprio a Napoli doveva riuscire questa sperimentazione? Mannaggia!
Ieri mattina Napoli era nell’occhio del ciclone. La notizia, in effetti, era pesante assai: 249 medici del più grande ospedale del Mezzogiorno d’Italia – ospedale dedicato al grandissimo medico Antonio Cardarelli – si erano ‘imboscati’. “Vergogna! Vigliacchi! Il solito Sud!”. Fuggire dal posto di lavoro in ospedale in piena emergenza Coronavirus. Sputtanamento di Napoli in Italia e nel mondo.
Poche ore dopo si scopriva che la notizia era una balla. Una bufala, come si dice oggi. Una fake news, come amano dire i provinciali della lingua che si danno un ‘tono’ con l’inglese. Nella lingua siciliana queste si chiamano molto più semplicemente “minchiate”.
Insomma, era tutto falso. Però… Però, per mezza giornata è stato trovato il modo per darle in testa a Napoli. Vi pare poco?
Il giorno prima era ancora Napoli nell’occhio del ciclone. Perché? Perché ‘sta storia che i medici e gli scienziati all’ombra del Vesuvio, primi in Italia, abbiano usato il tocilizumab – un farmaco anti-artrite sperimentato in sinergia dall’Azienda Ospedaliera dei Colli e dall’Istituto Nazionale Tumori Irccs Fondazione Pascale Napoli, in collaborazione con un gruppo di ricercatori dell’Università di scienze e tecnologia della Cina – nel Nord Italia non lo digeriscono proprio!
E bisogna anche capirli: oggi tutti i centri di ricerca che ricevono lauti finanziamenti – compresi quelli raccolti con la televisione (“Dona ora!”) – si trovano nel Nord Italia. E dove lo vanno a sperimentare il tocilizumab per la cura al Coronavirus, estesa in pochi giorni in tutta l’Italia? In un centro medico di Napoli che opera con pochissime risorse. Possibile? Possono la scienza e la ricerca Nord Italia subire una ‘tagliatina di faccia’ simile?
La verità è che, fino agli anni ’50 del secolo passato, prima l’Italia dei Savoia e delle stragi di meridionali, poi l’Italia del “Ministro della malavita” (leggere Giovanni Giolitti lo “statista”), poi i tragicomici fascisti e, a partire dal 1948, l’Italia repubblicana hanno provato a nascondere cos’era il Sud e il suo Regno delle Due Sicilie prima della ‘presunta’ unificazione italiana.
Ma piano piano, prima in sordina, con pubblicazioni un po’ ‘corsare’, poi lentamente con la forza della cultura – che alla fine, anche se a fatica, ha sempre la meglio sul buio delle bugie di regime – la verità è cominciata a venire fuori. E qual è la verità? Che il Regno delle Due Sicilie era, prima di Gaeta, uno degli Stati più evoluti d’Europa e del mondo.
Aveva mille pecche, certo. Ma chi non li aveva? Così gli inglesi, che nel 1860 pensavano di essere il sale della terra (e in realtà lo pensano ancora oggi) hanno deciso di sopprimere il Regno delle Due Sicilie e di creare l’Italia, dandola nelle mani del più sgarrupato casato d’Europa: i Savoia.
Si sono inventati l’impresa dei Mille, gli inglesi.
Lo ‘scafista’ Garibaldi venne nominato eroe.
Cavour addirittura un grande uomo di Stato!
E Vittorio Emanuele II, niente poco di meno, entrava nella storia (ovviamente falsa) come il “re galantuomo”.
Per 90 anni, o giù di lì, nel Nord Italia sono riusciti a nascondere tutto. E a intaccare – nel nome del denaro e della vita fatta per il lavoro per fare denaro, e poi ancora lavoro e denaro – tutto quello che gli è passato tra le mani. Persino il Socialismo, hanno rovinato. Contrabbandando il Socialismo milanese di Filippo Turati come il ‘Grande Socialismo’ (in realtà, quello di Turati era un finto socialismo buono solo a fare i ‘succhiotti’ ai protagonisti del ‘Triangolo industriale’ in economia e a reggere il gioco a Giolitti in Parlamento).
A partire dagli anni ’50 del secolo passato, come già ricordato, i letterati e gli studiosi del Sud, piano piano, hanno ricostruito la storia. Un lavoro certosino, lento. E la verità riaffiora. Nel volume “Le industrie del Regno di Napoli” Gennaro De Crescenzo ha ricostruito i primati del Regno delle Due Sicilie:
1735. Prima Cattedra di Astronomia in Italia
1737. Costruzione S.Carlo di Napoli, il più antico teatro d’Opera al mondo ancora operante
1754. Prima Cattedra di Economia al mondo
1762. Accademia di Architettura, tra le prime in Europa
1763. Primo Cimitero Italiano per poveri (Cimitero delle 366 fosse)
1781. Primo Codice Marittimo del mondo
1782. Primo intervento in Italia di Profilassi Antitubercolare
1783. Primo Cimitero in Europa per tutte le classi sociali (Palermo)
1789. Prima assegnazione di “Case Popolari” in Italia (San Leucio a Caserta)
1789. Prima assistenza sanitaria gratuita (San Leucio)
1792. Primo Atlante Marittimo nel mondo (Atlante Due Sicilie)
1801. Primo Museo Mineralogico del mondo
1807. Primo Orto Botanico in Italia a Napoli
1812. Prima Scuola di Ballo in Italia, gestita dal San Carlo
1813. Primo Ospedale Psichiatrico in Italia (Real Morotrofio di Aversa)
1818. Prima nave a vapore nel mediterraneo “Ferdinando I”
1819. Primo Osservatorio Astronomico in Italia a Capodimonte
1832. Primo Ponte sospeso, in ferro, in Europa sul fiume Garigliano
1833. Prima Nave da crociera in Europa “Francesco I”
1835. Primo Istituto Italiano per sordomuti
1836. Prima Compagnia di Navigazione a vapore nel mediterraneo
1839. Prima Ferrovia Italiana, tratto Napoli-Portici
1839. Prima illuminazione a gas in una città città italiana, terza dopo Parigi e Londra
1840. Prima fabbrica metalmeccanica d’ Italia per numero di operai (Pietrarsa)
1841. Primo Centro Sismologico in Italia, sul Vesuvio
1841. Primo sistema a fari lenticolari a luce costante in Italia
1843. Prima Nave da guerra a vapore d’ Italia “Ercole”
1843. Primo Periodico Psichiatrico italiano, pubblicato al Reale Morotrofio di Aversa
1845. Primo Osservatorio meteorologico d’Italia
1845. Prima Locomotiva a vapore costruita in Italia a Pietrarsa
1852. Primo Bacino di Carenaggio in muratura in Italia (Napoli)
1852. Primo Telegrafo Elettrico in Italia
1852. Primo esperimento di illuminazione elettrica in Italia, a Capodimonte
1853. Primo Piroscafo nel Mediterraneo per l’America (il “Sicilia”)
1853. Prima applicazione dei princìpi della Scuola Positiva Penale per il recupero dei malviventi
1856. Expò di Parigi, terzo paese al mondo per sviluppo industriale
1856. Primo Premio Internazionale per la produzione di Pasta
1856. Primo Premio Internazionale per la lavorazione di coralli
1856. Primo sismografo elettrico al mondo, costruito da Luigi Palmieri
1860. Prima Flotta Mercantile e Militare d’Italia
1860. Prima Nave ad elica in Italia “Monarca”
1860. La più grande industria navale d’Italia per numero di operai (Castellammare di Stabia)
1860. Primo tra gli stati italiani per numero di orfanotrofi, ospizi, collegi, conservatori e strutture di assistenza e formazione
1860. La più bassa mortalità infantile d’Italia
1860. La più alta percetuale di medici per numero di abitanti in Italia
1860. Primo piano regolatore in Italia, per la città di Napoli
1860. Prima città d’Italia per numero di Teatri (Napoli)
1860. Prima città d’Italia per numero di Tipografie (Napoli)
1860. Prima città d’Italia per di Pubblicazioni di Giornali e Riviste (Napoli)
1860. Primo Corpo dei Pompieri d’Italia
1860. Prima città d’Italia per numero di Conservatori Musicali (Napoli)
1860. Primo Stato Italiano per quantità di Lire-oro conservata nei banchi Nazionali (443 milioni, su un totale 668 milioni messi insieme da tutti gli stati italiani, compreso il Regno delle Due Sicilie)
1860. La più alta quotazione di rendita dei Titoli di Stato
1860. Il minore carico Tributario Erariale in Euro.
Troppo lungo l’elenco degli studiosi del Sud che hanno ricostruito la storia nascosta. Rischiamo di dimenticarne troppi. Ricordiamo solo la puntigliosità scientifica di Pino Aprile che, nei suoi libri, cita fatti e documenti che non possono essere smentiti: fatti e documenti che raccontano storie terribili, ovvero ingiustizie perpetrate dal Nord Italia ai danni del Sud.
Più nel Sud Italia cresce la consapevolezza di un grande passato e di 150 anni di buio imposti da un’Italia ‘matrigna’, più cresce nel Nord la consapevolezza di non poter reggere il confronto. Certo, hanno le industrie e il denaro: ma industrie e denaro pagati al prezzo di un inquinamento senza fine che, forse, non è totalmente estraneo a tutto quello che sta succedendo.
Ma il Sud Italia, pur maltrattato – pur colpito in questi giorni da un esodo di migliaia di meridionali che dal Nord si trasferiscono al Sud – dimostra, ancora una volta, la propria grandezza: ecco Sicilia e Puglia, pur tra mille difficoltà, pronti ad accogliere i malati di Coronavirus che un Nord stremato non riesce più a curare. Perché la solidarietà umana, nel Sud, viene prima di qualunque altra cosa.
Saremo anche scombinati, qui al Sud, un po’ anarchici, un po’ per i fatti nostri, ma qui non c’è razzismo, ma solidarietà vera, che viene fuori anche nelle avversità. Mentre dal Nord apprendiamo che i trentini leghisti vorrebbero mandare via dalle seconde case altri abitanti del Nord scappati lì, in trentino, per sfuggire al Coronavirus…
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