L’Italia tratti un prestito con USA, Cina e Russia, paghi il debito pubblico ed esca dalla Ue/ MATTINALE 462

18 marzo 2020

La soluzione per trovare i fondi per rilanciare l’economia italiana, travolta dall’emergenza Coronavirus, c’è. Ma è una soluzione che non va trovata dentro una fallimentare Unione europea, ma al di fuori di un’Eurozona che, fino ad oggi, ha provocato all’Italia solo guai

di Economicus

La crisi economica generata in Italia dalla pandemia di Coronavirus dà luogo a un interrogativo: dove trovare i soldi per sostenere l’economia del nostro Paese? Senza fretta, infatti – tutto in questa storia è stato fatto in ritardo – persino il Governo Conte bis ha capito che l’economia italiana si sta fermando. Lo stesso presidente del Consiglio deve aver compreso di aver commesso un grave errore fidandosi del Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, perché è ormai coro unanime che la manovra da 25 miliardi di euro, per giunta con denaro a prestito, rispetto alla crisi economica già presente, è acqua fresca.

E allora? Noi non crediamo che l’attuale Governo italiano possa fare qualcosa. O meglio, una cosa la potrebbe fare, come ha scritto – a mio avviso giustamente – il direttore di questo blog: andarsene a casa. Ma non lo farà.

E allora? E allora mi permetto di fornire una possibile soluzione. Poiché non credo all’ipotesi di una “moneta italiana parallela” all’euro, credo che il problema del reperimento dei fondi per rilanciare l’economia italiana che si sta fermando vada affrontato alla radice.

Diciamolo con chiarezza: l’Italia non può percorrere la via tedesca, perché non credo che troverà una banca che metterà a disposizione 400 miliardi di euro. Come dovrebbe garantirli un Paese che ha già un debito pubblico che sfiora i 2 mila e 400 miliardi di euro?

Si è sempre detto che l’Italia non può uscire dall’euro per l’alto debito pubblico detenuto, in parte, da investitoti stranieri. Bene. La possibile soluzione per venire fuori da questa condizione-capestro c’è: trattare con USA, Cina e Russia un prestito di poco superiore al debito pubblico italiano, pagare questo debito pubblico e tornare con le mani libere alla Lira. 

C’è chi dice che il debito pubblico italiano, per un terzo, è sottoscritto da soggetti esteri. Noi siamo un po’ più pessimisti, perché certi soggetti che oggi detengono una parte del debito pubblico italiano e che si presentano come italiani in realtà, italiani, potrebbero non esserlo più già da un pezzo.

Cosa voglio dire? Che, forse, il debito pubblico italiano finito nelle mani straniere è più di un terzo. Ebbene, la prima cosa che deve fare l’Italia è liberarsi dal ‘ricatto’ straniero.

Una volta eliminato il debito pubblico attuale rimarrebbe il debito con USA, Cina e Russia: questione da affrontare sul piano politico, perché la questione sarebbe, appunto, ‘politica’.

Ricordiamoci che l’Unione europea, da quando è nato l’euro, ha utilizzato il nostro debito pubblico per ‘ricattarci’, distruggendo una buona parte delle partecipazioni statali italiane (leggere IRI) per favorire Francia e Germania.

Non solo. L’euro, oltre ad aver impoverito milioni di famiglie italiane (l’Italia non ha mai avuto 13 milioni di poveri, di cui 5 milioni di indigenti: doveva aspettare l’euro per raggiungere questo triste primato), ha creato enormi difficoltà al sistema produttivo italiano, con riferimento soprattutto al manifatturiero, costretto a cedere ad altri quote importanti di mercato per cause esclusivamente monetarie. 

Oggi c’è l’opportunità di dire basta a un’Unione europea che ha chiuso le porte in faccia all’Italia anche nel momento del massimo bisogno. Ricordiamoci che la Ue ha negato all’Italia pure le mascherine in piena emergenza Coronavirus: la Germania, qualche giorno fa, ha addirittura intercettato e trattenuto una partita di mascherine destinate all’Italia!

Gli unici ‘valori’ in vigore nell’Unione europea sono l’egoismo e, soprattutto, il denaro. A questa gente va “lavata la faccia” dandogli l’unica cosa che vogliono: il denaro (ed evitando che si prendano gli asset italiani sui quali non sono ancora riusciti a mettere le mani).

Conviene a USA, Cina e Russia aiutare l’Italia? A nostro modesto avviso, sì.

Ricordiamoci che l’Italia è uscita sconfitta dalla Seconda guerra mondiale. A differenza della Germania, che venne divisa in due, l’Italia mantenne la propria integrità territoriale e la propria autonomia in cambio di un doppio protettorato: quello americano e la presenza, in Italia, del più grande Partito comunista d’Europa: il Pci.

Il prestito converrebbe agli americani, già presenti in Italia, che non amano certo l’Unione europea controllata da tedeschi e, in parte, dai francesi.

Converrebbe ai cinesi, che da anni provano a intrattenere rapporti con l’Italia.

E potrebbe convenire anche alla Russia di Putin.

Il collante che potrebbe tenere uniti questi tre Paesi a sostegno dell’Italia è rappresentato da una Germania che, tanto per cambiare, piace solo ai tedeschi.

Una volta liberatasi dal ricatto della Ue, l’Italia si riprenderebbe la sovranità monetaria e, compatibilmente con la fine dell’emergenza Coronavirus, potrebbe riprendersi nel mondo quel posto importante che ha avuto prima dell’inizio dell’incubo euro: ovvero una tra le più importanti potenze industriali del mondo.

State tranquilli che con una nuova IRI, come ipotizzato da Mario Pagliaro, e con il ritorno alle banche pubbliche l’economia italiana tornerà a volare: si ridurrà a minimi termini la povertà e gli italiani torneranno più forti di prima. Parole come Fiscal Compact, Eurogruppo, Parlamento europeo saranno soltanto un ricordo.

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