Forse è un bene ricordare, in un momento così difficile, la vita e le tante opere di un grande siciliano di Palermo: Giacomo Cusmano, medico, sacerdote e, soprattutto, sempre vicino agli ultimi. A lui si debbono le case del Boccone del povero diffuse in tutto il mondo
di Maddalena Albanese
Oggi e domani ricordiamo un siciliano di Palermo illustre: il Beato Giacomo Cusmano. Oggi per la nascita al Cielo, domani per l’anniversario della sua nascita in questo mondo.
Il Beato Giacomo Cusmano era nato a Palermo da una famiglia borghese benestante, in cui, nonostante la ricchezza, erano vivi gli insegnamenti cristiani rivolti ai più deboli della società.
Da giovane Giacomo Cusmano studiò per diventare medico e, da medico, si dedicò per alcuni anni ad assistere nel corpo nell’anima ed anche nelle finanze coloro che si rivolgevano a lui. Prescriveva medicine, dava conforto e parole di sostegno spirituale e, giusto perché l’anima è confortata se il corpo è sostenuto, anche soldi sonanti ai più poveri tra i suoi assistiti.
In quegli anni, in seguito alla morte del padre, cominciò anche ad occuparsi della gestione della proprietà di famiglia, con ottimi risultati economici, senza con questo dovere avvilire i propri sottoposti, anzi avendo nei loro confronti sempre una parola od un gesto di aiuto.
Ma la vocazione religiosa , che lentamente era maturata in lui , nonostante alcuni ostacoli presenti in seno alla famiglia, diventa preponderante e, con l’aiuto di Don Domenico Turano, suo direttore spirituale, riceve l’ordinazione sacerdotale.
Nello stesso periodo, frequentando la casa di un amico di gioventù, Michele De Franchis, vede che lui e la sua famiglia, quando siedono a tavola, prima di mangiare, tolgono da ogni piatto un boccone che mettono in un altro piatto, piatto che poi verrà dato ad un povero.
Inizia con questo semplice ed efficace esempio la storia di una serie di Case di accoglienza per orfani, ragazze, ragazzi, anziani, malati che da Palermo arriveranno ad altre città anche fuori della Sicilia e dell’Italia.
Non dimentichiamo che il Beato Giacomo Cusmano ha operato negli anni in cui a Palermo avviene la cacciata dei Borbone con la conseguente chiusura di numerose case religiose (1848 circa), motivo per cui gli impiegati laici di dette Case si ritrovarono dall’oggi al domani senza lavoro.
Sono gli anni in cui, dopo l’unità d’Italia, nel 1860 circa, i beni degli Ordini Religiosi vengono confiscati dallo Stato, per cui gli impiegati laici – che avevano ritrovato un sostentamento lavorativo con il ritorno dei Borbone dopo il 1848 con la riammissione ai propri beni da parte degli Ordini Religiosi – dopo il 1860 si ritrovarono nuovamente in mezzo ad una strada.
Qualche anno dopo l’unità d’Italia, precisamente nel 1866, il Generale Cadorna, per conto dello Stato italiano, soffocò nel sangue una sommossa popolare a Palermo e in Sicilia – la Rivolta del Sette e mezzo – :una sommossa popolare di cittadini disoccupati, affamati e disperati che volevano solo del pane da mangiare. Lo chiedevano sì con forza il pane, con forza della fame disperata, ad uno Stato che li aveva annessi in nome di una unità nazionale che loro non avevano richiesto, che da loro aveva preteso con tanti sacrifici in termini di vita e denaro.
Sono stati anche gli anni delle epidemie di colera a Palermo.
In tutti questi frangenti il Beato Giacomo Cusmano, le suore e i sacerdoti e i volontari che con lui lavoravano mai si tirarono indietro , pronti a seguire al regolare che si erano dati di rinunciare all’ultimo pane disponibile se si fosse trattato di scegliere tra se stessi ed un bisognoso.
La vita del Nostro è stata talmente ricca che potrebbe riempire le vite di almeno altri dieci uomini, a testimonianza che se l’uomo lascia operare la Grazia e ne diviene strumento, diventa una fonte sorprendente di bene per tutti gli altri, anche dopo la morte.
Infatti le Case del Boccone del Povero sono state fondate anche dopo la morte di Giacomo Cusmano, in tutto il Mondo.
Il Beato Giacomo Cusmano, intanto, era comunque già andato a sedersi al “Banchetto per lui preparato” quale servo fedele del Signore, il 14 marzo del 1888.
Foto tratta da Chiesa di Milano