Lo sappiamo: siamo ‘fastidiosi’. Però non posiamo fare a meno di ricordare che, dal 2016 – denuncia della Corte dei Conti – un fiume di risorse finanziarie della sanità pubblica della nostra Isola è stato dirottato su settori che con la sanità non hanno nulla a che spartire. Non ricordiamo battaglie dei sindacalisti contro questa vergogna legalizzata!
Leggiamo dichiarazioni di sindacalisti siciliani, di tante sigle, che si dichiarano preoccupati per la “grave carenza di dispositivi di protezione individuale in dotazione al personale sanitario che opera negli ospedali e in tutte le strutture sanitarie del Servizio sanitario regionale”.
Preoccupazioni giuste. per non possiamo non chiederci: dov’erano questi sindacalisti e, in generale, le organizzazioni sindacali quando i magistrati della Corte dei Conti, nel Settembre del 2016, nel corso di un’audizione presso la commissione Bilancio e Finanze dell’Assemblea regionale siciliana, denunciavano che una parte dei fondi della sanità pubblica siciliana veniva utilizzata per pagare i dipendenti delle società regionali, i precari e i mutui della Regione?
Dov’erano questi sindacalisti quando nel 2018 e nel 2019 – per due anni consecutivi! – Governo regionale e Assemblea regionale siciliana, tutti d’accordo (non ricordiamo prese di posizione da parte delle opposizioni), pagavano le rate dei mutui dei Comuni della nostra Isola con i ‘risparmi’ effettuati sulla sanità pubblica siciliana, 115 milioni di euro nel 2018 e altri 115 milioni di euro nel 2019?
Oggi nella sanità pubblica siciliana mancano i posti letto, mancano i posti di terapia intensiva, mancano i medici (tutti sappiamo che le piante organiche sono ridotte all’osso), mancano gli infermieri: però, con i soldi della sanità pubblica abbiamo pagato i precari, i dipendenti di alcune società regionali, i mutui della Regione e abbiamo ‘risparmiato’ 230 milioni di euro negli ultimi due anni per pagare le rate dei mutui dei Comuni che, invece, non ci risulta ‘risparmino’ con i debiti fuori Bilancio!
Solo alcune domande: senza i pagamenti alle società regionali, senza i pagamenti per i precari, senza i pagamenti per i mutui della Regione, senza i ‘risparmi’ di 230 milioni di euro nei soli ultimi due anni quanti posti letto in più avrebbe la sanità pubblica siciliana? Quanti posti di terapia intensiva in più ci sarebbero?
Lo sappiamo che i nostri discorsi sono ‘fastidiosi’. Ma che ci volete fare: la nostra è l’amarezza di chi, dal 2016, scrive queste cose, sottolineando l’assurdità di scippare risorse alla sanità pubblica per pagare spese che con la sanità non hanno nulla a che spartire e che, almeno in parte, sono solo clientele!
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