‘Il Sole 24 Ore’ riporta la raccomandazione del Comitato tecnico scientifico voluto dal premier Giuseppe Conte sul comportamento che debbono tenere gli anziani. In realtà, è insorta un po’ di confusione. Forse le autorità dovrebbero fare chiarezza
Sulla rete imperversa, tra ironia e preoccupazione, la raccomandazione del Comitato tecnico scientifico voluto dal premier Giuseppe Conte: le persone che hanno oltre 75 anni e quelle che ne hanno più di 65 e sono ammalate sono invitate a non frequentare luoghi affollati.
Raccomandazione più che corretta, per carità. Solo che circola una semplificazione: e cioè l’invito a rimanere in casa per chi ha raggiunto l’età di 65 anni.
In tanti fanno notare – e non hanno torto – che in Italia, con le ‘intelligenti’ leggi varate per ritardare il raggiungimento della pensione, si dovrebbe lavorare fino a quasi 70 anni!
Come si fa, allora, a dire a una persona che ha raggiunto l’età di 65 anni statti a casa? E se deve andare a lavorare che fa: non ci va?
Ribadiamo: il messaggio non è chiaro. L’assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, ad esempio, ha detto “che il Coronavirus ha una grande diffusione ma «il 50% la supera senza accorgersene e il 40% non ha gravi problemi». «Però – ha aggiunto – c’è un 10%, che è quello che va in terapia intensiva, e sono quasi tutte persone che hanno più di 65 anni».
«Invito gli anziani a uscire il meno possibile nelle prossime due o tre settimane».
Noi non viviamo in Lombardia. Ma ci chiediamo e chiediamo: come si fa a dire a una persona che ha raggiunto l’età di 65 anni esci il meno possibile nelle prossime due o tre settimane? E se deve andare a lavorare che fa: non ci va?
Oggi in giro c’è molto timore e molto nervosismo. E la notizia si è diffusa ovunque e c’è chi si chiede: vale per tutti i 65enni? Devono state in casa tutti, anche quelli che stanno bene?
Forse su questi aspetti le autorità dovrebbero fare chiarezza.