La realtà sta confutando l’ottimismo mal posto dell’attuale Governo italiano. E mentre la libera circolazione delle persone e delle merci mostra tutti i propri limiti, tra apertura a tutti i costi di porti, aeroporti, frontiere e confini, tocca al pubblico – medici, ricercatori, infermieri – provare a dare risposte a un’emergenza sottovalutata
di Diego Fusaro
La situazione è ormai da pellicola di fantascienza. Il contagio si diffonde senza tregua, il numero delle vittime sale, si registrano resse nei supermercati, Milano è pressoché deserta. E, ovviamente, si fanno ineludibili le domande. Su come andrà a finire, ovviamente. Ma anche su quali e di chi siano le responsabilità dell’accaduto.
Il punto di partenza, ormai acclarato, è che questa sciagura si sarebbe potuta evitare, se solo il sobrio realismo della responsabilità avesse prevalso sull’ideologia politicamente corretta dell’apertura a tutti i costi di porti e aeroporti, frontiere e confini. Ora lo sappiamo: di politicamente corretto si muore. Letteralmente.
I fatti, si sa, hanno la testa dura. E finiscono, assai spesso, per confutare le astratte teorie, rivelando, con le parole dell’Amleto, che vi sono più cose in cielo e in terra che nelle strampalate visioni ideologiche delle anime belle del turboglobalismo senz’anima. E così Conte, a fine gennaio, diceva dalla Gruber che tutto era sotto controllo: ieri sera ha, invece, asserito che vi sono state delle falle…
Sala, sindaco di Milano, puntava il dito contro chi osava, poco tempo fa, sollevare il problema della possibile diffusione del Coronavirus: e si recava a fare colazione nel quartiere cinese di Milano. Ieri ha, di fatto, decretato la chiusura dei luoghi pubblici della città.
Insomma, ci pensa la realtà a confutare senza remore le astrazioni funzionali all’ordine del potere. A mostrare la falsità della openness, della libera circolazione deregolamentata e, non in ultimo, della privatizzazione: è grazie al pubblico, ai medici e ai ricercatori, che si stanno curando i contagiati. Senza il pubblico, tutto questo non sarebbe possibile.
Le vere emergenze, quelle che mettono a repentaglio la vita di un intero popolo, dimostrano la perversa falsità di un sistema – quello liberista – incardinato sull’interesse egoistico e sul business privato. La classe politica italiana, bisogna avere l’onestà di riconoscerlo, è stata irresponsabile: ha agito come se nulla vi fosse di grave, come se non fosse di vitale importanza chiudere le frontiere e operare con la quarantena con tutti i provenienti dalla Cina.
In un tempo in cui qualcuno va a processo per il sequestro – vero o presunto – di navi, sarebbe da domandare qual è la pena prevista per chi, con la sua superficialità e approssimazione, ha reso possibile ciò che ora sta accadendo in Italia con il Coronavirus. È, in effetti, di una gravità estrema.
E intanto la Francia vuole chiudere le frontiere con l’Italia. Idem la Romania. L’Austria ha già bloccato un nostro treno.
Avete già capito chi sono i soli fessi irresponsabili del “sempre aperti porti e frontiere”, vero?