La notizia è venuta fuori nel corso di una manifestazione di agricoltori che si è svolta a Palermo, presso la sede dell’assessorato regionale all’Agricoltura. Il grano estero potrebbe arrivare anche dall’Afghanistan – ha denunciato un agricoltore – dove negli anni passati sono stati effettuati bombardamenti con uranio impoverito. Gli interventi di Agostino Cascio, Cosimo Gioia, Santo Bono, Lorenzo Giocondo, Vincenzo Cummando, Pino D’Angelo e Vincenzo Figuccia
In Sicilia adesso arriva anche grano estero con uranio impoverito? La domanda è spontanea ascoltando il video – che trovate alla fine di questo articolo – dove si parla, tra le altre cose, di grano estero che arriva nella nostra Isola. Insomma, oltre al grano al glifosato, dalle nostre parti potrebbe anche arrivare grano coltivato nelle aree del mondo nelle quali, negli anni passati, sono stati effettuati bombardamenti con l’uranio impoverito.
Nel video – che noi prendiamo dalla pagina Facebook di Agostino Cascio – parlano alcuni agricoltori siciliani che hanno partecipato alla manifestazione che si è svolta a Palermo, presso la sede dell’assessorato regionale all’Agricoltura.
Tanti i temi trattati in queste interviste, tutte da ascoltare. A cominciare dall’ipotesi inquietante del grano duro estero che continua, copioso, ad arrivare nei porti della Sicilia e della Puglia. Ipotesi ventilata da Lorenzo Giocondo:
“Se il CETA, l’accordo di libero scambio tra Unione europea e Canada entrerà nel suo massimo splendore – ha detto Giocondo – non ci sarà più l’obbligo di indicare la provenienza del grano. Arriverà dal Canada e i consumatori non sapranno nulla”.
Il grano – questa la notizia che ci ha colpito – potrebbe arrivare anche dall’Afghanistan: “Un’area – ha detto Giocondo – che negli anni passati è stata bombardata con uranio impoverito”.
Noi eravamo fermi al grano canadese al glifosato (e qualche volta alle micotossine DON) e al grano dell’Ucraina con il dubbio di possibile radioattività. Ora è arrivata la terza novità…
Duro l’intervento di Agostino Cascio (già autore di interventi-video):
“Abbiamo presentato sei proposte al mondo politico siciliano. Vogliamo essere ascoltati. Fino a qualche tempo fa, in Sicilia, si contavano 300 mila aziende agricole. oggi sono poco più di 200 mila e, molte di queste, rischiano di chiudere i battenti. Non è più tollerabile l’invasione, nella nostra Isola, di prodotti agricoli di pessima qualità che, oltre a danneggiare la salute dei cittadini, distruggono la nostra agricoltura”.
Puntuali le parole di Cosimo Gioia che, da dirigente generale del dipartimento Agricoltura della Regione siciliana, è stato il primo ad effettuare i controlli sulle navi cariche di grano che arrivano in Sicilia: cosa, questa, che gli è costata il ‘siluramento’.
Tutti interessanti gli interventi. Come quello di Santo Bono, che ha spiegato che la crisi del vino, oggi, è il frutto di una scelta dell’Unione europea che consente lo zuccheraggio dei vini:
“Praticamente – ha detto Bono – una sofisticazione dei vini a norma di legge”.
Seguono le interviste con Vincenzo Cummando e con Pino D’Angelo.
Conclude il parlamentare regionale, Vincenzo Figuccia, al quale sono stati consegnati gli elementi per comporre e presentare un disegno di legge.
“I temi sono due – ha detto Figuccia – salute alimentare e prezzi. Non è più tollerabile l’arrivo, in Sicilia, di prodotti agricoli di pessima qualità, alcuni anche dannosi per la salute umana. Quanto ai prezzi dei prodotti agricoli, ebbene tali prezzi vanno calmierati: non possono essere le multinazionali a imporre i propri prezzi per distruggere le aziende agricole siciliane”.
Foto tratta da Wikipedia
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