Di fatto, il presidente del Parlamento siciliano, pur di non applicare in Sicilia la legge nazionale sul taglio dei vitalizi, tira la giacca al presidente della Regione, Nello Musumeci, indicandogli quello che deve fare. E che dovrebbe fare Musumeci, secondo Miccichè? Difendere il ridicolo taglio dei vitalizi per gli ex deputati dell’Ars previsto da una legge impugnata da Roma!
Gianfranco Miccichè, oltre che presidente del Parlamento siciliano, è diventato anche presidente della Regione e quindi anche capo del Governo siciliano? Ce lo chiediamo leggendo un articolo pubblicato dal quotidiano la Repubblica edizione di Palermo, che riprende una dichiarazione di Miccichè rilasciata all’AdnKronos. Tema: la legge regionale sul taglio dei vitalizi agli ex parlamentari dell’Ars, che noi abbiamo definito legge-burla, perché taglia appena il 9% degli stessi vitalizi.
“L’aspetto importante, direi fondamentale – dice Miccichè – è che questa norma finalmente in qualche maniera arrivi alla Corte costituzionale, che potrà dire la sua sulla validità o meno del meccanismo”.
“Ora – dice Miccichè all’AdnKronos – spetta al presidente della Regione decidere se opporre resistenza”.
Appunto, presidente Miccichè: la decisione se difendere la legge-burla davanti alla Corte costituzionale o no spetta al presidente della Regione, Nello Musumeci, non a lei!
Il presidente Musumeci ha davanti a sé tre opzioni.
Prima opzione: potrebbe decidere di continuare ad applicare la legge siciliana ignorando l’impugnativa di Roma: in questo caso, però, ne risponderebbe in solido: e non crediamo lo farà.
Seconda opzione: accetta il ‘no’ di Roma e invita il Parlamento siciliano ad esaminare e approvare una nuova legge in accordo con la legge nazionale sui tagli dei vitalizi. Questa sarebbe la via migliore: l’Autonomia legislativa della Sicilia, infatti, non può essere utilizzata per preservare i vitalizi agli ex parlamentari regionali presenti e futuri, creando, di fatto, una disparità con le altre Regioni italiane!
Quello siciliano non è un Parlamento perché elargisce vitalizi più elevati agli ex parlamentari: ci sono argomenti più nobili nell’Autonomia siciliana, egregio presidente Miccichè!
Terza opzione. E’ il desiderio di Miccichè: il presidente Musumeci che propone ricorso presso la Corte Costituzionale per difendere la legge-burla dell’Ars. Non ci sembra una bella soluzione: anzi!
“Noi la legge per adesso non la cambiamo – dice sempre Miccichè, come se fosse lui solo a decidere -. Se il dubbio del Consiglio dei ministri è sulla temporalità, la legge resta comunque valida. Già lo è adesso, siamo al secondo mese di tagli dei vitalizi, come stabilito dal disegno di legge”.
Ma la decisione di non cambiare la legge-burla spetta al presidente dell’Ars? Se il presidente della Regione dovesse scegliere la seconda opzione il Parlamento siciliano si opporrebbe a discutere una nuova legge?
Ricordiamo che, ormai da qualche decennio, quando arrivano le impugnative (prima dall’ufficio del Commissario dello Stato, oggi direttamente dal Governo nazionale) i presidenti della Regione siciliana, spesso, decidono di accettare le stesse impugnative e applicano le leggi regionali senza le parti impugnate delle stesse leggi.
Non è una bella procedura, d’accordo: forse, quando ci sarebbe da difendere la potestà legislativa del Parlamento siciliano – ovviamente su cose serie – il ricorso alla Consulta è la via più corretta.
Ma proporre un ricorso alla Corte Costituzionale per difendere i vitalizi degli ex parlamentari a noi, con tutto il rispetto, sembra una cosa a metà strada tra il tragicomico e il ridicolo.
Per Miccichè, leggiamo ancora nell’articolo de la Repubblica, “una volta che alla Consulta arriva una legge sul taglio dei vitalizi, qualunque essa sia, dovrà pronunciarsi sull’insieme dell’impianto e non è escluso che dica che sia incostituzionale il taglio. Finora non c’è stato nessun ricorso, non lo avevano fatto Camera e Senato e neppure le altre 19 Regioni che hanno supinamente accettato l’impianto”.
Quindi, nella testa del presidente Miccichè, la Corte Costituzionale dovrebbe ‘cassare’ la legge nazionale che ha tagliato i vitalizi e salvare invece la legge-burla siciliana che ha ‘accarezzato’ i vitalizi degli ex parlamentari siciliani!
Di fatto – questo alla fine dice Miccichè – la Consulta dovrebbe eliminare il taglio dei vitalizi deciso da Roma e restituire, per intero, i vitalizi agli ex parlamentari nazionali! Magari ringraziando il Parlamento siciliano che avrebbe così offerto ai giudici costituzionali la possibilità di restituire il ‘maltolto’ ai parlamentari nazionali. Eliminando, ovviamente, il taglio dei vitalizi anche agli ex parlamentari dell’Ars.
Ma il presidente Miccichè su quale canale della vita reale è sintonizzato? Ma pensa veramente che la Consulta farebbe una cosa del genere?
QUI L’ARTICOLO DE LA REPUBBLICA