Sembra che una maledizione abbia colpito la CUN grano duro. Istituita con legge nel 2016, da allora non si riesce a farla funzionare. Gli interessi della grande industria. E il tentativo di affidare lo strumento a chi non ha fatto nulla e di escludere, invece, chi si è battuto per farla partire
Non c’è proprio verso di istituire la CUN per il grano duro italiano in modo lineare e democratico. Per la Cronaca, la CUN, sigla che sta per Commissione Unica Nazionale per il grano duro, dovrebbe porre fine alle speculazioni al ribasso su questo cereale: speculazioni che penalizzano gli agricoltori e favoriscono la grande industria.
Il grano duro italiano – prodotto per l’80% nel Sud – è oggetto di una duplice speculazione. La prima è legata all’arrivo delle navi cariche di grano estero, spesso di pessima qualità: navi cariche di grano estero che deprimono il prezzo del grano duro del Sud Italia.
La seconda speculazione è legata al quello che succede nelle Borse merci delle Camere di commercio, dove la registrazione delle compravendita di grano – che servono per fissare il prezzo del prodotto – non sempre sono corrette: tant’è vero che il TAR Puglia ha annullato i listini 2016 e 2017 della Camera di Commercio di Foggia. E c’è in corso anche una richiesta di accesso agli atti per i listini del 2018 e del 2019.
Superfluo aggiungere che l’annullamento dei listini del mercato di grano duro di Foggia – che è il mercato di questo cereale più importante d’Italia – ha scatenato un terremoto.
E’ in questo scenario che si inserisce la vicenda CUN, istituita con legge nel 2016, ma bloccata da ben tre Governi nazionali: il Governo Renzi il Governo Gentiloni e il Governo tra grillini e leghisti.
Dopo pressioni e proteste l’attuale Governo Conte bis sta provando a istituire la CUN per il grano duro. Ma il cammino si annuncia accidentato. E, soprattutto, condizionato.
Sul sito di GranoSalus – l’associazione che più di ogni altro soggetto si è battuta per l’istituzione della CUN – leggiamo una nota che non lascia presagire nulla di buono:
“Come è noto, l’istituzione della CUN del grano è uno dei capisaldi della nostra associazione, tanto da prevederla nel nostro statuto. Il Ministero dell’Agricoltura si è attivato concretamente, recependo le nostre istanze. Al fine di stabilire le rappresentatività, lo stesso Ministero ha emesso un modulo nel quale l’agricoltore deve indicare le generalità, l’associazione presso la quale è iscritto ed il numero di ettari di grano coltivato per gli anni 2018-2019”.
“A nostro avviso – leggiamo sempre nel sito di GranoSalus – questo stesso modulo restringe la rappresentatività e la possibilità di delega dal momento in cui si indica l’iscrizione alle associazioni/ organizzazioni che detengono ‘l’USO ESCLUSIVO’ dei dati dichiarati. In altri termini, possono essere delegate solo le organizzazioni che detengono il fascicolo aziendale, escludendo la possibilità per il produttore di conferire la DELEGA ad altre associazioni”.
Di fatto è un restringimento che finisce con l’affidare le deleghe per la CUN alle organizzazioni agricole tradizionali che la CUN non l’hanno mai richiesta! E persino ad organizzazioni agricole che invitano i produttori di grano duro a sottoscrivere accordi di filiera con la grande industria, pur sapendo che il prezzo del grano duro è in crescita!
(Per non parlare del fatto che la produzione mondiale del grano – come ha raccontato a I Nuovi Vespri Mario Pagliaro – potrebbe ridursi in tutto il mondo, facendo schizzare all’insù i prezzi: quindi, per i produttori di grano duro, vincolarsi, oggi, con un contratto di filiera è un errore gravissimo!).
“Ci attiveremo per chiedere un parere all’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) – leggiamo sempre nell’articolo di GranoSalus – al fine di verificare la congruità del modulo con le norme poste a fondamento della libertà economica e della correttezza concorrenziale”.
Quindi il ‘siluro’ finale:
“In attesa del responso, si invitano gli agricoltori a non sottoscrivere alcun modulo in materia di CUN attualmente circolanti”.
In effetti, quello che sta combinando il Governo nazionale in materia di CUN grano duro è molto discutibile: ed è molto discutibile non tanto perché vengono coinvolte le organizzazioni agricole classiche (cosa legittima, anche se non abbiamo mai registrato grande impegno di queste organizzazioni agricole per la CUN grano duro), quanto perché si impedisce ad altre organizzazioni di partecipare!
E questa sarebbe democrazia?
Foto tratta da Zero zero News