Il riferimento del parlamentare regionale Vincenzo Figuccia è alle navi che scaricano in Sicilia prodotti agricoli spesso di pessima qualità, come il grano al glifosato, ma anche i limoni, le arance, olio d’oliva e, in generale, l’ortofrutta che arriva da chissà dove. Durissimo l’attacco del parlamentare alle Borse merci e alle Camere di commercio
“È inaccettabile che continui la latitanza dell’Europa rispetto a quanto sta accadendo nei nostri mercati. È da più di un quarto di secolo che in Sicilia dove si super-producono grano, agrumi e ortofrutta, entrino settimanalmente, per non dire giornalmente, navi intere di grani contaminati al glifosato, limoni dalla Turchia, arance dal Marocco, ortofrutta prodotta con norme contrarie a quelle europee confezionate in cassette made in Sicily”.
Lo dice Vincenzo Figuccia deputato dell’Udc all’Ars e leader del
“Tutto questo avviene nel silenzio più assordante di Bruxelles – prosegue Figuccia – mentre le nostre aziende non fanno più reddito anche a causa di mercanti senza scrupoli in grado di manipolare al ribasso tutto l’anno le Borse merci che fanno valore di riferimento di mercato locale. Molti non sanno come settimanalmente si registrino fatture presso la Camera di commercio di competenza e la media delle fatturazioni dei prodotti che si sono venduti fa valore di riferimento di mercato”.
“Il prodotto scadente – dice sempre il parlamentare regionale – finisce così per fare da valore di riferimento per pagare il prodotto buono della nostra terra. Come arrestare questo processo iniquo? Da anni propongo l’istituzione di una Borsa locale per stabilire giornalmente i prezzi di vendita della nostra merce e dei nostri prodotti, scongiurando il rischio di scendere al di sotto di soglie ridicole. Al tempo stesso a quell’Europa che da anni ‘ce lo chiede’, siamo noi a chiedere stavolta di interrompere la farsa di un mercato galleggiante che porta in Sicilia prodotti pericolosi per la nostra salute”.
“Per troppo tempo – conclude Figuccia – i nostri agricoltori hanno subito angherie e restrizioni di scellerate direttive europee e adesso che collassano in un mercato globalizzato e sleale, nessuno batte un colpo per difenderli. Attendiamo risposte serie e concrete”.
Cresce, insomma, non soltanto l’insofferenza verso l’invasione, in Sicilia, di prodotti agricoli esteri, spesso di pessima qualità, ma anche la voglia di reagire.