L’iniziativa è partita dalla Puglia. Ma l’obiettivo è quello di estenderla in tutta l’Italia: “Diventa così concreta la speranza di una protesta nazionale pacifica che ha messo le sue basi nella città di Monopoli, in Puglia, come sede geografica, ma che coinvolge oltre 122.000 titolari di Partita Iva sparsi in tutta la nazione”
Oggi abbiamo pubblicato un video nel quale il filosofo e commentatore marxista, Diego Fusaro, afferma che l’attacco contro le partire IVA condotto dai vari Governi italiani che non sanno fare altro che inventare nuovi balzelli contro cittadini e imprese è, in realtà, un attacco contro i lavoratori, dal momento che, tra disoccupazione e lavori precari, sono in tanti a provare a lavorare con la partita IVA.
Ma i Governi – e soprattutto l’attuale Governo Conte bis – arrivano con balzelli per massacrare i lavoratori autonomi.
Ebbene, per caso, sulla rete, ci siamo imbattuti in un articolo molto interessante che racconta un’iniziativa che parte dalla Puglia, ma che – a nostro modesto avviso – potrebbe estendersi in tutta l’Italia.
La notizia la leggiamo sul giornale on line Livepress:
“Imprenditori, lavoratori autonomi, commercianti, e altri 122.000 titolari di Partita Iva si sono riuniti in un gruppo Facebook per lanciare un grido collettivo che ha l’ambizione di farsi sentire dai rappresentanti istituzionali governativi e trovare soluzioni concrete per far abbassare tutte quelle imposte che stanno dissanguando migliaia di piccole imprese. L’Italia è uno tra i Paesi europei con la più alta pressione fiscale. Secondo un report di Unimpresa, l’associazione che rappresenta le piccole e medie imprese, il carico fiscale delle pmi italiane e dei professionisti supera il 64% del fatturato. Tra tasse, acconti saldi, contributi previdenziali, interessi bancari, spese e pagamenti vari, tra cui quelli alle camere di commercio, e molti altri oneri obbligatori, a conti fatti con ciò che resta si ha la difficoltà a ‘mantenere la saracinesca aperta’ ed è proprio da qui che è iniziata la protesta”.
“Promotore della prima iniziativa – prosegue l’articolo – è Giuseppe Palmisano, titolare di un negozio al centro di Monopoli (BA), che ha organizzato uno spegnimento generale delle insegne dei negozi come simbolo tangibile di una rabbia che accomuna un po’ tutta l’Italia. L’idea è stata accolta da diversi esercizi commerciali, non solo nel centro cittadino di Monopoli, che appariva triste e scuro, come racconta la stampa locale, le adesioni sono arrivate anche da una boutique di Milano”.
“Il 12 Dicembre 2019 – leggiamo sempre nell’articolo – sette professionisti pugliesi hanno deciso di trasformare quel gruppo in un’associazione: ‘Partite Iva Insieme per cambiare’”.
Così, prosegue l’articolo di Livepress, “diventa così concreta la speranza di una protesta nazionale pacifica che ha messo le sue basi nella città di Monopoli, in Puglia, come sede geografica ma coinvolge oltre 122.000 titolari di Partita Iva sparsi in tutta la nazione. Mercoledì 11 dicembre – si legge dalla pagina del gruppo – il direttivo ha stilato un programma in punti da sviluppare nelle prossime assemblee pubbliche e che renderanno noto non appena saranno convalidate dai 7 rappresentanti”.
Nell’articolo che alleghiamo alla fine di questo articolo trovate i nomi dei protagonisti di questa iniziativa.
“Prossimo passo – prosegue l’articolo di Livepress – quello di formare gruppi e referenti, rappresentanti per ogni regione. Per questo è stato lanciato un questionario che ha lo scopo di identificare eventuali responsabili di zona ed individuare figure necessarie per poi scendere in piazza. Numerosissimi i messaggi di disperazione da parte dei partecipanti del gruppo FB, ma altrettante le proposte costruttive e l’atteggiamento propositivo. Chiedono di abbassare la pressione fiscale ma anche di avere maggior tutela”.
“Chi fa impresa in Italia, oggi, ha molto coraggio, una prova di tenacia e resistenza che durano da decenni, assai difficile da decifrare – leggiamo ancora nell’articolo -. Passione per il proprio lavoro e determinazione sono i pilastri dell’imprenditoria italiana e del made in Italy. Ma è una sorta di credito di cui tutti i governi si approfittano, continuando a premere sull’acceleratore del Fisco”.
Ma adesso, si legge sempre nell’articolo, il mondo delle partite IVA “sta andando in sofferenza. Un’impresa o partita Iva che fattura 50 mila euro l’anno versa circa 33.200 euro, a fronte dei quali il guadagno netto è di 17.800 (report di Unimpresa) senza contare le numerose ore di lavoro svolte in prima persona anche la notte e nei giorni festivi. È una situazione che deve essere riproposta al centro dell’attenzione e al centro dell’agenda politica – conclude l’articolo -. Se si ferma la piccola impresa, si ferma tutto”.
Come si fa a dargli torto?
QUI L’ARTICOLO DI LIVEPRESS SULLE PARTITE IVA
Foto tratta da Investireoggi
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