Da circa un mese chiediamo al nostro amico Economicus di raccontarci che cosa succede, a suo giudizio, in Europa, in Medio Oriente e in Africa. E magari anche altrove: per esempio a Hong Kong. Ci ha inviato questa prima lettera che ci ‘bastona’ un po’. E’ un lettera un po’ pessimistica. Che noi, sul piano economico, condividiamo
di Economicus
Che speranze ha l’Italia di venire fuori da una crisi di sistema? Per ora nessuna. Questo, sia chiaro, è il giudizio di una persona – un meridionale che vive da decenni nel Regno Unito – che osserva la realtà italiana dall’esterno. Il mio è un giudizio di parte: il giudizio di un italiano che vive in un Paese che, con grande dignità e molta forza d’animo, ha tagliato i contatti con una delle peggiori istituzioni politiche venute fuori dopo il Congresso di Vienna: l’Unione europea.
Perché l’Italia non ha speranza? Per un motivo semplice: perché nemmeno davanti alla realtà riesce a capire il dramma che sta vivendo.
Nell’Italia politica di oggi c’è veramente poco da salvare. Ed è veramente incredibile che, oggi, un liberale come me, su alcuni aspetti cruciali che riguardano l’Italia – Paese dove alla fine sono nato – si trovi d’accordo con due marxisti: Marco Rizzo, leader dei Comunisti italiani, e il filosofo Diego Fusaro. Due uomini politici che hanno capito con chiarezza – e lo dicono a chiare lettere – che il vero problema dell’Italia, oggi, è l’Unione europea.
Non concordo con alcune delle idee politiche del direttore de I Nuovi Vespri. Idee che riguardano il passato e non il presente. La sua tesi che in Ungheria, nel 1956, avevano ragione i socialisti ‘carristi’ e che il leader socialista Pietro Nenni aveva sbagliato a restituire il Premio Stalin la trovo completamente sballata. Così come trovo fuori dalla storia la sua ammirazione incondizionata incondizionata per Riccardo Lombardi. Per non parlare della sua antipatia viscerale verso Bettino Craxi.
L’essere un socialista fuori dalla storia non ha comunque impedito al direttore de I Nuovi Vespri di aver compreso benissimo la natura profondamente antidemocratica dell’Unione europea. E debbo riconoscere che da quando ci conosciamo – era il lontano 1985 – la sua posizione sull’Europa unita non è mai cambiata.
Anzi, siccome sono onesto fino in fondo, debbo riconoscere che il direttore de I Nuovi Vespri, già allora, criticava aspramente gli interventi della Comunità economica europea (Cee). Io allora mi occupavo proprio di questo e difendevo il prezzo di ritiro; lui era contrario e sosteneva che questi interventi nel mercato agricolo, con enorme profusione di denaro pubblico, avrebbero creato solo corruzione. Aveva ragione.
Ma questo fa parte del passato. Oggi i danni provocati dall’Unione europea all’Italia sono di gran lunga maggiori dei danni provocati di quella che un tempo si chiamava Cee.
L’Italia è un Paese con un grandissimo potenziale economico che viene frenato dalla Ue. La truffa del debito pubblico italiano, fino a quando non verrà smantellata, impedirà all’Italia di risollevarsi. Un Paese che ha già pagato oltre 3 mila e 300 miliardi di euro di debito pubblico e che si ritrova con un debito pubblico pari a 2 mila e 400 miliardi di euro dovrebbe far riflettere i propri cittadini.
Ma questo non avviene. E i politici italiani – adesso anche i leghisti – continuano a ripetere che la moneta comune europea non è in discussione. Invece la prima cosa che l’Italia dovrebbe mettere in discussione – la prima cosa che i politici dovrebbero mettere in discussione – è proprio l’euro!
Lo ribadisco: restando nell’euro e nell’Unione europea – che ormai sono la stessa cosa! – l’Italia non ha speranza di venire fuori dalla crisi di sistema nella quale è infognata.
Sarà perché ormai vivo fuori dall’Italia, ma mi chiedo e chiedo: capisco che lo studio dell’economia, in Italia, non ha mai riguardato e continua a non riguardare ampie fasce della popolazione: ma gli italiani di buon senso – e sono certo che ce ne sono tanti – come fanno a non cogliere l’assurdità di un Paese che, per pagare i professori di liceo e, in generale, il mondo della scuola, si deve indebitare?
Come fanno gli italiani a non capire che il sistema economico e monetario nel quale sono finiti è una truffa a norma di legge, anzi, per essere più precisi, è una truffa a norma dei trattati europei?
Il dramma dell’Italia di oggi è culturale prima che economico. La Francia, oggi, sta peggio dell’Italia. Eppure reagisce bene.
In Italia hanno approvato la legge Fornero – che è ancora in vigore – che costringe i lavoratori ad andare in pensione a 70 anni! Nessuno dice che in Italia, tra il cibo sempre più scadente (penso al grano estero, uno dei cavalli di battaglia de I Nuovi Vespri) e la sanità pubblica che ormai non è più tale ed è sempre più scadente, nel futuro non certo lontano la vita degli anziani sarà veramente dura… Insomma, chi vuole capire, capisca!
In Francia il Governo ha provato a portare l’età pensionabile da 62 a 64 anni ed è successo un manicomio! Alla fine Macron è stato costretto a fare precipitosamente marcia indietro!
In Italia, invece, non solo non c’è una rivolta popolare contro la legge Fornero, ma la pressione fiscale è a livelli elevatissimi. Con l’attuale Governo Conte bis che, invece di far pagare le tasse alle multinazionali, va a colpire, ancora una volta, cittadini e piccoli imprenditori!
Come fanno gli italiani a non capire che, così facendo, salteranno migliaia e migliaia di piccole imprese e di partite IVA?
Come fanno gli italiani a non capire che è l’Unione europea la responsabile del fallimento di tanti Comuni italiani che non riescono più ad erogare i servizi essenziali ai cittadini?
Sono stato nei mesi scorsi a Palermo e, pur non essendo palermitano e conoscendo la città dagli anni ’70 del secolo passato, ho trovato una città sporca, abbandonata, con le strade dissestate e piene di trincee per lavori ferroviari che mi dicono vanno avanti da anni senza costrutto. Una città alla frutta!
Sono rimasto impressionato da Piazza Politeama: era una delle Piazze più belle d’Italia; oggi sembra un paesaggio dopo la battaglia!
Come fanno i cittadini italiani a non accorgersi di tutto questo?
Ultima cosa. Negli anni passati, in Italia, si discuteva di Benedetto Croce e Antonio Gramsci. Poi è arrivata la moda con i vestiti. Oggi i maestri del pensiero sono i cuochi…
Auguri!
Fine prima puntata/ Continua
Foto tratta da la Repubblica
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