Solidarietà agli autotrasportatori colpiti dal caro-gasolio e dal probabile aumento del prezzo degli biglietti delle navi. Ma non dimentichiamo che questo, per il Sud, può essere l’occasione per incrementare gli acquisti, da parte dei 20 milioni di cittadini del Sud, di prodotti del Sud. E allora approfittiamone per dare una mano alle imprese del Sud, soprattutto agricole e agro-alimentari
Tutto si può dire del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ma non che non percepisca l’aria di rivolta sociale che tira in Sicilia.
Ha capito che, con l’indebitamento con i tre dodicesimi del proprio bilancio, molti Comuni siciliani non possono pagare più nemmeno gli stipendi ai propri dipendenti (ne abbiamo parlato qui) ed è corso ai riparti trovando 70 milioni di euro (che rimanderanno il problema solo di qualche mese).
Nulla può fare, però, Musumeci con la protesta che monta tra gli autotrasportatori: protesta che potrebbe perfino risvegliare i sonnacchiosi agricoltori siciliani.
Agli autotrasportatori il presidente della Regione siciliana, come nella celebra canzone di Mina, può regalare solo parole, parole, parole, soltanto parole:
“Agli autotrasportatori siciliani va la solidarietà del mio Governo per la vertenza sul caro-navi da e per le Isole. La Regione continuerà a fare pressioni sul Governo nazionale affinché si possa trovare, il prima possibile, una soluzione. In tal senso, abbiamo già chiesto a Roma un incontro urgente e restiamo in attesa della convocazione. Nel frattempo, alle compagnie di navigazione abbiamo chiesto, e da alcune ottenuto, il congelamento dell’aumento delle tariffe”.
Nella fretta di anticipare la protesta – e magari di cavalcarla – Musumeci dimentica che l’attacco al trasporto su gomma ha due volti: da una parte c’è sì l’aumento del costo del carburante per le navi, che si tradurrà in un aumento del prezzo dei biglietti delle stesse navi che colpirà autotrasportatori e cittadini, ma c’è anche il Governo Conte bis, al secolo il Governo della tasse, che ha preparato un aumento del costo del gasolio scaglionato in tre anni.
Sembra che gli autotrasportatori siano diventati il bersaglio di chi deve fare ‘cassa’, cosa che abbiamo scritto lo scorso 1 gennaio:
“Il prezzo del diesel per gli autotrasportatori aumenterà. E, da oggi (legegre 1 Gennaio ndr), aumenterà anche il costo del carburante delle navi. E siccome la Sicilia, fino a prova contraria, è ancora un’Isola nella quale i trasporti delle merci avvengono tutti su mezzi gommati, gli autotrasportatori siciliani saranno presi da due fuochi:
da una parte l’aumento del costo del diesel;
dall’altra parte gli armatori delle navi che, con molta probabilità, scaricheranno sui cittadini-utenti – e quindi anche sugli autotrasportatori – gli aumenti del costo del carburante delle navi, aumentando il prezzo dei biglietti”.
La protesta degli autotrasportatori è nazionale. Al Governo delle tasse sfugge il particolare che in Italia, soprattutto dalla linea gotica in giù, il trasporto di quasi tutte le merci ‘viaggia’ sui mezzi gommati. Aumentando il prezzo del gasolio, il Governo delle tasse colpisce tutta l’economia italiana.
Certo, colpisce in modo particolare il Sud, dove mancano i treni per le persone (figuriamoci se al Sud ci sono treni per il trasporto delle merci: non scherziamo!). In questa storia la Sicilia, come già accennato, pagherà due volte, perché al caro-carburante si sommerà il caro-biglietti delle navi.
Ma gli effetti nefasti dell’aumento del prezzo del gasolio colpiranno anche il Nord Italia, sia perché anche lì, nel trasporto delle merci, sono prevalenti i mezzi gommati, sia perché la maggior parte delle merci acquistate dai 20 milioni di meridionali arrivano dal Nord.
Solo in Sicilia – ma quello siciliano è un esempio che, più o meno, può essere esteso a tutto il Sud – su 13 miliardi di euro circa di consumi annui agro-alimentari, ben 11 miliardi di prodotti agro-alimentari arrivano da fuori, on una netta prevalenza dal Nord.
La notizia è che il Nord, per trasportare le proprie merci ai ‘terroni’, dovrà pagare di più a causa del costo maggiorato del gasolio; e per arrivare in Sicilia – che è ancora un’isola – gli autotrasportatori dovranno pagare anche i biglietti maggiorati delle navi.
Che dire? Che ci saranno problemi anche al Sud: soprattutto per gli imprenditori del Sud che esportano i propri prodotti.
Ma questa crisi potrebbe creare anche una grande opportunità per i 20 milioni di meridionali, che avranno un motivo in più per mettere in atto il cosiddetto Compra-Sud: cioè acquistare i prodotti del Sud, soprattutto per ciò che riguarda i cibi (qui trovare sette articoli su quali prodotti del Sud acquistare e dove acquistarli).
E allora, cari meridionali, cogliamo la palla al balzo: acquistiamo pasta del Sud, pane del Sud, farine e semole del Sud, acqua minerale del Sud, olio d’oliva extra vergine del Sud, carne del Sud, pesce del Sud, formaggi del Sud, salumi del Sud, verdura del Sud, frutta del Sud (le arance spagnole facciamole mangiare agli spagnoli).
Nulla contro gli autotrasportatori, per carità: ma se la crisi di questo settore farà aumentare, nel Sud, la domanda di prodotti del Sud, ebbene, questo non potrà che avere effetti positivi nel Sud:
“La legge detta del ‘Federalismo fiscale’, fortemente voluta dalla Lega Nord, prevede ‘il coordinamento dei centri di spesa con i centri di prelievo’ – leggiamo nell’articolo di Briganti -. Tradotto in linguaggio corrente: ‘le ricchezze-tasse restano a disposizione della Regione che le produce-versa’. In termini pratici: Io, a Napoli, acquisto una colomba Le Tre Marie, prodotta a Milano da una società con sede a Via Bistolfi, 31 – 20134. Gli utili della società – a cui ho dato il mio modesto contributo – versati in tasse verranno usati per costruire scuole, strade, ospedali, ferrovie, teatri…DOVE? A MILANO!!!!!!!! E LA LEGA RINGRAZIA!!!!”.
Sono tutt’altro che stupidi i leghisti.
A questo punto Briganti si pone e pone una domanda:
“Cosa posso fare perché, invece, i miei soldi restino in Campania, Abruzzo, Calabria, Basilicata, Puglia, Molise, Sicilia?”.
Ecco la risposta:
“Compro una pastiera, un casatiello, un migliaccio, un sanguinaccio… Effetto: I miei soldi – tradotti in tasse – verranno usati per costruire scuole, strade, ospedali, ferrovie, asili nido… DOVE? NELLE NOSTRE REGIONI !!!!!!!! E I NOSTRI FIGLI RINGRAZIANO!!!!”.
Insomma, per dirla in breve, acquistando i prodotti del Sud aiutiamo l’economia del Sud e i cittadini del Sud!
“Se, quando fai la spesa, compri un prodotto del Sud, che effetti produci? – leggiamo sempre nell’articolo -. Fai crescere l’economia del Sud. I tuoi soldi restano al Sud e vengono utilizzati per garantire A TE i servizi pubblici: istruzione, trasporto, sanità… Crei posti di lavoro vicino casa tua. Dai una mano all’ambiente. Risparmi”.
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