Quella che vi raccontiamo è la storia del Governo Conte bis che prima fa proprio un ordine del giorno (del senatore Saverio De Bonis) per mettere ordine tra i grandi produttori di carne. Ma quando si accorge che, rivedendo la soccida – un contratto agrario usato strumentalmente – avrebbe toccato gli interessi del Centro Nord, ritira il provvedimento. Risultato: lo Stato rinuncia a oltre 3 miliardi di euro di entrate: proprio la somma che era stata chiesta dall’ex Ministro Lorenzo Fieramonti per scuola, università e ricerca!
Se all’inizio eravamo favorevoli Il Reddito di cittadinanza, oggi nutriamo molti dubbi, soprattutto al Sud, dove rischia di trasformarsi in un’ennesima occasione per creare precariato. Detto questo, sollevare una polemica, come stanno facendo i renziani – in testa la Ministra Teresa Bellanova – dicendo che i soldi per la scuola, per l’università e per la ricerca vanno trovati abolendo il Reddito di cittadinanza e, magari, eliminando anche Quota 100 è solo demagogia. In questo articolo dimostreremo, con dati di fatto, che il Governo Conte bis aveva a disposizione la possibilità di reperire 3 miliardi di euro eliminando una clientela che interessa il Nord Italia: la soccida.
Come ora illustreremo, la soccida è un vecchio contratto agrario, che prevede congrue agevolazioni fiscali, utilizzato da soggetti che con l’agricoltura non hanno nulla a che spartire.
La possibilità di recuperare almeno 3 miliardi di euro eliminando le incredibili agevolazioni agricole a un ristretto gruppo di industriali del Centro Nord Italia è stato messo, nero su bianco, dal senatore Saverio De Bonis in un ordine del giorno che il Governo Conte bis, in un primo momento, ha fatto proprio.
Ed è anche logico: questo avveniva lo scorso Novembre e il Governo era alla ricerca di fondi: e i 3 miliardi di euro (che forse erano anche di più) trovati dal senatore De Bonis sembravano una manna dal cielo per il Governo. Leggiamo insieme questo ordine del giorno:
“La legislazione dell’attuale codice civile si è sviluppata in un contesto economico dominato ancora dal lavoro agricolo, dove il processo di industrializzazione era poco sviluppato e lontano dalla sua espansione. In quel contesto forme di conduzione come la mezzadria, la colonia, la soccida e la compartecipazione erano molto diffuse ed hanno caratterizzato la storia economica di vaste aree agricole del Paese. Quei contratti associativi prevedevano la condivisione del ruolo di imprenditore tra il proprietario terriero e il contadino che prestava la propria opera manuale. Ben presto, però, queste forme di conduzione associata hanno perduto l’importanza, anche a causa di alcuni interventi normativi. Infatti, la legge n. 756 del 1964 ha posto divieti alla stipula di nuovi contratti di mezzadria, senza alcuna applicazione ai contratti di soccida. La legge n. 11 del 1971 ha, invece, stabilito la trasformazione in affitto dei contratti di soccida, con conferimento di pascolo a semplice richiesta del soccidario”.
“La legge n. 230 del 1982 – leggiamo nell’ordine del giorno di De Bonis – che è il testo fondamentale in materia di trasformazione dei contratti agrari, ha previsto la conversione in affitto della mezzadria e colonia vietando espressamente la stipulazione di nuovi contratti. Mezzadria e colonia sono tipologie contrattuali analoghe alla soccida, in cui variano l’oggetto (il bestiame per la soccida, il fondo rustico per le altre fattispecie) e il tipo di attività (allevamento e sfruttamento del bestiame piuttosto che coltivazione di un podere o di un fondo). L’unica forma di contratto associativo sopravvissuta alla conversione è stata la soccida semplice che, non solo ha mantenuto la possibilità di essere ancora stipulata, ma ha trovato larga diffusione in tutta la zootecnia industriale, diventando uno schermo legale per veri e propri oligopoli, che nei periodi di crisi si espandono e consolidano le loro posizioni a danno della collettività e del patrimonio zootecnico nazionale”.
“Nel tempo, a seguito dello sviluppo della «zootecnia industriale» (polli, tacchini, conigli, suini, bovini da ingrasso) – leggiamo sempre nell’ordine del giorno – il contratto di soccida ha registrato un’espansione notevole (il fatturato all’origine in queste filiere nel 2011 è stato pari circa a 8 miliardi di euro, viaggiando di pari passo con il fatturato del mangime, altri 7-8 miliardi di euro), che ha favorito, da un lato, la diffusione di alcune forme organizzative del mercato (integrazione verticale tra allevatori, industrie mangimistiche e macelli), dall’altro, una pericolosa concentrazione oligopolistica che tende a soffocare gli allevatori indipendenti”.
Così la soccida è diventata “industriale” non prevista dal codice, ma cucita addosso all’agroindustria del Nord “come un abito sartoriale”.
Qui arriviamo al passaggio fondamentale:
“Nella zootecnia «rurale» la condivisione del ruolo di imprenditore avveniva tra il proprietario terriero e il contadino che prestava la sua opera manuale; nella zootecnia «industriale» tale condivisione avviene tra un polo aggregante industriale, che tenta surrettiziamente di apparire agricolo, e l’imprenditore agricolo che, pur prestando la sua opera e i suoi immobili (capannoni, terreni e attrezzature), si trova in posizione di contraente «debole» e tende a regredire in un processo di disuguaglianza sociale sempre più spinto”.
C’è poi un alto aspetto che interessa il Sud: ovvero il fatto che la produzione di carne, grazie a questo sistema, si è concentrata nel Centro Nord Italia, mentre al Mezzogiorno è stato assegnato il ruolo di mercato di consumo!
“Oggi, il legislatore – leggiamo sempre nell’ordine del giorno – dovrebbe riconoscere che i processi di concentrazione vanno salutati con favore solo quando sono in grado di accrescere la ricchezza nei singoli settori per tutti e non quando la distruggono”.
Infatti “alcune filiere (guarda caso quelle del Sud ndr) sono state distrutte o ristrette proprio dove sono maggiormente concentrati i consumi, mentre la produzione è stata dirottata solo in alcune aree (il Centro Nord Italia ndr) dove insistono maggiori problemi di entropia dell’ambiente”.
Sempre per essere egoisti ed appapponi, gli imprenditori del Centro Nord hanno concentrato la produzione di carne nelle proprie zone: ma oltre ad aver maggiorato fatturati e utili si sono beccati anche la crescita dell’inquinamento!
Di più: l’egoismo del Centro Nord Italia, riducendo gli allevamenti zootecnici nel Sud, ha finito col limitare e ridurre “la produzione nazionale e, dunque, gli indici di autoapprovvigionamento, compensando il fabbisogno nazionale dei consumi attraverso il ricorso ad una crescente importazione extra Unione europea, con danni enormi per il benessere dei consumatori e per il bilancio sanitario”.
In pratica, è stata messa in atto una strategia miope che ha prodotto vantaggi solo per pochi, svantaggi per il Sud, appesantimento della bilancia commerciale italiana e riduzione delle entrate fiscali per lo Stato!
A questo punto la ‘stoccata’ che non piacerà affatto a una certa ‘sinistra’ e alla Lega di Salvini, che in questo settore sono molto ‘gettonate’:
“Con le soccide – si legge nell’ordine del giorno – i poli integranti industriali sfrutterebbero il regime fiscale agricolo agevolato che spetterebbe unicamente all’allevatore, produttore agricolo per definizione. In tal modo l’allevatore viene strumentalizzato e spogliato del suo reddito, mentre le multinazionali dell’agrobusiness traggono tutti i vantaggi possibili. Il principale vantaggio deriva dalla possibile elusione fiscale che si nasconde dietro società agricole di comodo e cooperative fittizie, tutte riconducibili ad uniche entità economiche (gruppi multinazionali), su cui mai nessuno ha voluto accendere i fari”.
Da qui la proposta:
“Applicare a queste varie tipologie di carne le disposizioni del TFUE in materia di aiuti di Stato. Basti pensare che la Corte dei conti stima oggi «una significativa dilatazione» delle agevolazioni fiscali «sia nel numero, 799, sia nella perdita di entrate che ne deriva, 313 miliardi».
“L’elusione imputabile su tutti gli allevamenti in soccida da carne – si legge ancora nell’ordine del giorno – si ritiene sia rilevante ed erode una buona parte di queste entrate, che vanno a favore di multinazionali (mangimifici, macelli cooperativi e società agricole di comodo) e non del mondo agricolo”.
A quanto ammontano queste entrate che lo Stato italiano ogni anno regala a queste multinazionali della carne? Rintracciato da noi al telefono, De Bonis spiega:
“E’ chiaro che, visto che si tratta di somme mai incassate dallo Stato, si può fare una stima. Ecco, la mia stima è che lo Stato italiano, eliminando queste agevolazioni fiscali concesse a chi non ha nulla a che vedere con il mondo agricolo, potrebbe incassare non meno di 3 miliardi di euro all’anno. E, come si usa dire in gergo, mi sto tenendo basso”.
Cos’è successo da Novembre fino all’approvazione della manovra economica e finanziaria avvenuta nei giorni scorsi? E’ successo che il Governo Conte bis ha ritirato, nel silenzio generale, la manovra sulla soccida che pure aveva previsto facendo proprio l’ordine del giorno del senatore De Bonis!
Per tutelare alcuni gruppi del Centro Nord Italia – che peraltro gestiscono in condizioni di monopolio la produzione di carne! – il Governo Conte bis ha bloccato la manovra sulla soccida. Cosa, questa, che avrà fatto piacere a una certa ‘sinistra’ e alla Lega di Salvini, che ormai si contendono i voti nella ‘Padania’.
Quindi vantaggi solo per pochi, svantaggi per il Sud, appesantimento della bilancia commerciale italiana e, soprattutto, riduzione delle entrate fiscali per lo Stato pari ad almeno 3 miliardi di euro!
La Ministra delle Politiche agricole, la renziana Teresa Bellanova, che vuole abolire il Reddito di cittadinanza e Quota 10 per trovare i soldi per scuola, università e ricerca conosce quanto avvenuto con il blocco della manovra sulla soccida? Lo sa che, bloccandola, sono venuti meno oltre 3 miliardi di euro, guarda caso i soldi per scuola, università e ricerca che chiedeva il Ministro ormai dimissionario Lorenzo Fieramonti?
Se vuole può informarsi con i suoi amici renziani della Toscana, o con il centrosinistra dell’Emilia Romagna, o con i leghisti della Lombardia e del Veneto: questi signori lo sanno benissimo cos’è la soccida da carne: zootecnia intensiva contrabbandata per agricoltura, settore governato proprio dalla Ministra Bellanova…
Foto tratta da Voglioinsegnare.it
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