Che ‘botta’ ragazzi! E’ proprio vero: i trasporti marittimi non finiscono mai di stupire. Noi ci occupiamo spesso dei trasporti tra la Sicilia e gli arcipelaghi della nostra Isola. La magistratura di Reggio Calabria, invece, si occupa di quello che succede nello Stretto di Messina…
Come scriviamo spesso, noi non ci occupiamo quasi mai di cronaca giudiziaria. Ma questa volta facciamo un’eccezione, se è vero che ci occupiamo spesso degli Affari del mare, ovvero dei trasporti marittimi della Sicilia, dove ne succedono di tutti i colori. Ed è in questo filone che si inserisce la vicenda degli appalti pilotati e delle pratiche edilizie agevolate in cambio di favori che va in scena, in queste ore, sulla sponda calabrese dello Stretto di Messina.
Siamo a Villa San Giovanni. E’ da questa cittadina che i Carabinieri hanno scoperchiato un ‘pentolone’ da dove stanno venendo fuori storie non esattamente edificanti. All’operazione hanno preso parte anche i comandi provinciali – sempre dell’Arma dei Carabinieri – di Milano, Brescia e Messina. Indagini culminate con un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria.
“La figura centrale emersa dall’inchiesta – leggiamo nel Giornale di Sicilia on line – sarebbe quella dell’ingegnere Francesco Morabito, responsabile del Settore Tecnico Urbanistico del Comune di Villa San Giovanni, al quale vengono contestati i reati di corruzione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato. La principale vicenda su cui è stata focalizzata l’attenzione è relativa alla realizzazione di un nuovo impianto di bigliettazione e connessa automazione ad opera della società Caronte & Tourist S.p.A. La vicenda coinvolge Antonino Repaci e Calogero Famiani, rispettivamente presidente del consiglio di amministrazione ed amministratore delegato della società Caronte & Tourist S.p.A., lo stesso Morabito e il geometra Giancarlo Trunfio. Secondo la Procura reggina, avrebbero «agevolato, con atti contrari ai propri doveri d’ufficio, la realizzazione dei lavori di ammodernamento della nuova biglietteria automatica»”.
Più articolato lo scenario descritto dal quotidiano la Repubblica:
“Nel giro di poche ore – scrive la Repubblica – agli arresti disposti dalla procura di Reggio Calabria, guidata da Giovanni Bombardieri, sono finiti il sindaco di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari, di Forza Italia, (domiciliari) fratello del senatore Marco Siclari; il presidente della Caronte, Nino Repaci (domiciliari); l’amministratore delegato Calogero Famiani (domiciliari); un vigile urbano, Vincenzo Bertuca (domiciliari); l’imprenditore Gaetano Bevacqua (domiciliari). Stessa misura per una serie di professionisti, come gli architetti Tindara Orsina e Antonio Artino, più gli ingegneri Alessandro Taverriti e Marco Morabito, figlio del capo dell’Urbanistica e ‘re’ di carte, permessi e autorizzazioni, Francesco Morabito, ingegnere anche lui, e il suo braccio destro, il geometra Giancarlo Trunfio dell’Ufficio Tecnico del Comune, entrambi attestati dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria e finiti in carcere”.
I reati contestati sono corruzione, truffa aggravata, turbativa d’asta, falso in atto pubblico e peculato. Poi c’è un solo caso in cui l’ipotesi di accusa configurerebbe il concorso esterno in associazione mafiosa.
“Secondo le prime indiscrezioni – leggiamo sempre su la Repubblica – la gestione dei piazzali necessari al servizio traghettamento, che Caronte avrebbe sempre gestito a proprio piacimento. Su quello spazio, in realtà di proprietà di Anas, la holding del mare ha realizzato una serie di lavori – dalle nuove biglietterie alla sistemazione del sistema telepass, più cordoli e marciapiede per regolare le code – prima ancora di avere uno straccio di permesso. Probabilmente, perché erano sicuri di poter ottenere le pezze necessarie per mettere le carte a posto grazie ad una trattativa, del tutto illecita e privata, fra Repaci e Morabito, registrata dagli investigatori”.
Per la cronaca, la società Caronte, come scrive la Repubblica, “è stata lambita ma mai travolta da inchieste, non ultima quella che ha coinvolto l’ex parlamentare di Forza Italia oggi latitante a Dubai, Amedeo Matacena, uscito dall’azienda di famiglia prima che la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa come referente politico del clan Rosmini”.
Del 2003 è la fusione della Caronte con la Tourist Ferry Boat della famiglia Franza. Nasce appunto da questa fusione la Caronte & Turist, una holding che oggi è tra i protagonisti del trasporto marittimo in Italia, con un fatturato superiore ai 200 milioni l’anno.
Caronte & Turist controlla i trasporti tra la Sicilia e i suoi arcipelaghi (Egadi, Eolie e Pelagie). A questa si aggiunge la tratta Messina-Salerno.
QUI L’ARTICOLO DE LA REPUBBLICA
QUI L’ARTICOLO DEL GIORNALE DI SICILIA
Noi ci siamo occupati in tanti articoli dei trasporti marittimi in Sicilia. Qui di seguito trovate una serie di nostri articoli:
Gli affari del mare 22/ Lo scorporo della SNS nel mirino dei magistrati
Gli affari del mare 21/Ai privati il controllo sul monopolio: assessore Falcone, dice vero?
Gli affari del mare 20/Danno erariale? “La Regione intervenga prima dell’Ue”
Affari del mare 19/ Traghetti, il sindaco di Lampedusa: “Contratto non rispettato”. E la Regione che fa?
Gli affari del mare 18/ Il CGA manda le carte Liberty Lines all’Antitrust dell’UE
Gli affari del mare 12/ Fazio davanti al giudice: “Era al soldo dei Morace”
Gli affari del mare 6/ L’Antitrust accusa la Regione e si autoassolve…
Gli affari del mare 5/ Interrogazione parlamentare sulla Siremar e sui bandi per i trasporti
Gli affari del mare 4/ L’Antitrust e la Sicilia: una volta sì, una volta no…
Gli affari del mare 3/Nuovi dubbi sul bando per i collegamenti con Egadi e Eolie
Lo scandalo di aliscafi & traghetti: i retroscena milionari dell’accoppiata Morace-Franza
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