Sarà interessante sapere cosa risponderanno i due Ministri chiamati in causa nell’interrogazione dal senatore Saverio De Bonis. I Ministri che dovrebbero rispondere sono Teresa Bellanova (politiche agricole) e Roberto Speranza (Salute-Sanità). Entrambi sono meridionali e, oltre a salvaguardare la salute pubblica, dovrebbero essere interessati a tutelare il grano duro del Sud Italia
Ricordate il carico di un milione di quintali di grano duro canadese a turco arrivato nei giorni scorsi nel porto di Bari? Bene, qualcosa si comincia a muovere. Quanto meno questa storia è arrivata in parlamento, per la precisione al Senato. Dove il senatore Saverio De Bonis (nella foto sotto) ha presentato un’interrogazione rivolta a due Ministri: alla Ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, e al Ministro della Salute-Sanità, Roberto Speranza.
Particolare non certo secondario: entrambi gli esponenti dell’attuale
“Il grano – scrive De Bonis – è un prodotto fondamentale dell’agricoltura italiana. È dal grano che si produce la pasta, simbolo del made in Italy e della dieta mediterranea, il pane, la pizza, i biscotti, eccetera. Gli italiani sono grandi consumatori e anche esportatori di tutti questi prodotti, eppure in questo settore si assiste ad un paradosso, come di una Ferrari che viaggia al minimo delle sue potenzialità; i produttori non guadagnano, la redditività non è equamente distribuita, la produzione si riduce e così aumenta l’import di qualità scadenti; al porto di Bari sono, infatti, arrivate nuove navi di grano duro dal Canada e dalla Turchia”.
“A fine ottobre 2019 – ricorda sempre il senatore – erano arrivate al porto di Bari due navi gigantesche, da 750.000 quintali di grano duro, destinate all’importatore italiano Agri Viesti Srl di Altamura (Bari), per le quali il primo firmatario del presente atto ha proposto un’interrogazione al sindaco di Bari per sapere se intendeva attivare i controlli sulla qualità del grano trasportato dagli autotreni circolanti sul territorio comunale ed ha presentato un’interrogazione parlamentare ai Ministri in indirizzo (4-02355, pubblicata il 22 ottobre 2019)”.
“A partire dall’8 dicembre – prosegue De Bonis – si è registrato, e si continua a registrare, un continuo arrivo di navi al porto di Bari, sia dal Canada che dalla Turchia. Eccone alcune: 1) la nave denominata SU, una general cargo battente bandiera delle Barbados proveniente dal porto di Samsun in Turchia, con un carico di quasi 80.000 quintali di grano duro destinato al gruppo Casillo di Corato. L’agenzia è la Spamat; 2) la nave TN Sunrise, una bulk carrier battente bandiera delle isole Marshall, proveniente dal porto di Hereke in Turchia con un carico di quasi 190.000 quintali di grano duro destinato al gruppo Glencore agricolture.it SpA. L’agenzia è la Agema; 3) la nave Miedwie, una bulk carrier, battente bandiera delle Bahamas proveniente dal porto di Montreal in Canada con un carico di quasi 200.000 quintali di grano duro destinato al gruppo Casillo. L’agenzia è la Spamat; 4) la nave Jamno, una general cargo battente bandiera delle Bahamas, proveniente dal porto di Sorel in Canada con un carico di quasi 320.000 quintali di grano duro destinato al gruppo Agri Viesti Srl di Altamura. L’agenzia è la Agama”.
“Pare, dunque, che la salute degli italiani possa attendere, visto che l’interrogante ha avuto riscontro circa la presenza di glifosato, sostanza notoriamente nociva, e di altri residui tossici quali, micotossine, metalli pesanti e altri contaminanti, sia pur entro i limiti di legge, nel grano estero. Infatti, a seguito dalle analisi effettuate sulle paste e sulla semola da varie associazioni private è emersa la presenza dei residui tossici, dannosi per la salute anche a basse dosi, e, poiché la legislazione canadese consente l’utilizzo del glifosate in preraccolta, di conseguenza quel grano, molto probabilmente, è contaminato. Inoltre il glifosato è una sostanza vietata dal regolamento (UE) n. 2016/1313 e la commercializzazione di sostanze tossiche è vietata dall’articolo 444 del codice penale”.
De Bonis chiede ai due Ministri:
“se e quali risposte vogliano fornire in merito a quanto esposto;
“se non ritengano di dover prendere concrete iniziative volte a scoraggiare l’acquisto e l’utilizzo di grani esteri, che vengono miscelati con il grano duro nazionale, di ottima qualità. Se così non fosse, non si spiegherebbe questa massiccia importazione;
se non ritengano di rivedere le norme di campionamento sulle navi, prevedendo l’obbligo di analisi su ogni nave e su ogni stiva di grano; disporre analisi diffuse e affidarle a laboratori accreditati, rendere noti gli esiti delle analisi e del monitoraggio alle associazioni di tutela dei produttori e dei consumatori ed ai parlamentari che ne facciano richiesta”.