Con il sì al MES lo scenario politico italiano cambierà. I grillini subiranno un’emorragia parlamentare e alle prossime elezioni scenderanno sotto il 5%. Il PD manterrà i voti ‘strutturati’. I leghisti avanzeranno. Anche al Sud. A meno che il Movimento 24 Agosto, anche rischiando grosso, non decida di scendere in campo subito, con propri candidati, alle elezioni regionali. Temporeggiare significherà regalare voti a Salvini e compagni
Come se nulla fosse. Come se il MES – il Meccanismo Europeo di Stabilità – era da approvare, riformare e, magari, valorizzare e non da buttare nella spazzatura. Ecco la linea politica del Movimento 5 Stelle dopo che alla Camera e al Senato i parlamentari di questa forza politica, per l’ennesima volta, si sono inchinati ai voleri di un’Unione europea dell’euro ultra-liberista, sempre più fallimentare e sempre più sola nel contesto mondiale.
Quattro, forse cinque parlamentari hanno già lasciato il Movimento. Forse diventeranno sette, otto, dieci, venti, trenta…
Luigi Di Maio conta i parlamentari che se ne vanno e invoca la giustizia. Dice che c’è un mercato delle vacche. Ce l’ha con la Lega di Salvini. Meglio guardare la pugliuzza degli altri, che la trave conficcata nel proprio occhio…
Veramente strani, questi grillini.
I GRILLINI? NON CI SONO GIA’ PIU’ – Loro possono cambiare idea, possono dire ai cittadini di Taranto: “Chiuderemo l’acciaieria ex ILVA” e poi riprendere il progetto – fallimentare – dell’ex Ministro Carlo Calenda, un misto di francesi e indiani che tra qualche giorno si ritroveranno con un paio di alti forni spenti.
I grillini possono dire agli abitanti del Salento:
“Fermeremo la follia della TAP”, il folle gasdotto che sta sventrando le coste pugliesi e poi rimangiarsi gli impegni assunti e poi rimangiarsi tutto.
Per non parlare dell’agricoltura del Sud: altri impegni mai mantenuti (anche se, in compenso, il Governo di grillini, PD, renziani e Liberi e Uguali ha trovato 30 milioni di euro per i contratti di filiera tra agricoltori e il gruppo Barilla).
Loro, i grillini, possono fare tutto quello che vogliono: sono convinti che gli elettori li seguiranno. Politici (o quasi) in cerca d’autore, non hanno ancora capito che già non esistono più.
Infatti, con queste e con altre scelte di Governo ‘lungimiranti’ il Movimento 5 Stelle è passato dal quasi 33% dei consensi delle elezioni politiche del marzo 2018 al 16% delle elezioni europee di quest’anno.
Nessuno, però, ha ancora detto ai grillini che, alle prossime elezioni – regionali, nazionali o anche comunali – scenderanno sotto il 5%.
Proviamo a illustrare il perché, bene o male, il PD manterrà i propri elettori, mentre loro, i grillini, sono destinati a scomparire.
Cominciamo con il PD. Noi non sappiamo cosa sia il movimento delle Sardine: a differenza di chi pensa di sapere tutto, noi manteniamo il beneficio del dubbio.
Alla fine il centrodestra capeggiato da Matteo Salvini, prima del papocchio sul MES, aveva poco più del 50%. Ora avrà guadagnato qualche punto. Più gli eletti che cominciano a lasciare i grillini e il centrosinistra per acquartierarsi nel centrodestra che, in prospettiva – più per demerito dei propri avversari che per meriti propri – è vincente.
Con il magmatico 45 per cento di società italiana che non è di centrodestra non è difficile riempire le piazze. Noi non siamo tra quelli che sottovaluta il fenomeno delle Sardine. Sono invece le Sardine che, giorno dopo giorno, si vanno svalutando. Perché se in una piazza gremita arrivano gli esponenti del PD – com’è avvenuto ieri a Roma – il movimento perde credibilità, perché il PD non è un partito credibile e, soprattutto, non rappresenta il popolo della sinistra.
Non sappiamo che orientamento assumerà il movimento delle Sardine alle elezioni regionali, con riferimento, soprattutto, all’Emilia Romagna. Ma se, come sembra di capire, alle elezioni regionali dovessero appoggiare i candidati del PD, il movimento delle Sardine segnerà la propria fine. Magari sopravviverà, ma non farà molta strada.
IL VOTO D’OPINIONE NON E’ UN MERCATO – Andiamo ai grillini. A differenza del PD, che è una forza politica strutturata, il Movimento 5 Stelle nasce come forza politica di opinione. La differenza è sostanziale.
Il Partito Democratico ha tradito il proprio elettorato di sinistra. Ma va detto che è nel solco del PSE, il Partito Socialista Europeo, formazione politica tragicomica che di socialista ormai non ha più nulla, se è vero che è al servizio dei liberisti europei.
Ma il PD, a partire dagli albori della Seconda Repubblica, ha costruito un sistema di potere molto radicato nei gangli economici della società italiana, grazie anche allo stravolgimento delle leggi sulla pubblica amministrazione. Anche se va all’opposizione mantiene il controllo di ‘pezzi’ importanti dell’alta burocrazia che oggi impongono le scelte anche alla politica.
Molti pensano che la presidenza di Romano Prodi della Commissione europea, alla fine degli anni ’90, sia stata fallimentare per l’Italia. Questo è vero solo in parte.
E’ vero, l’Italia, oggi, nell’Unione europea conta poco. Ma i burocrati europei che nessuno ha eletto, ma che sono quelli che comandano veramente, in Italia si relazionano con il personale che il centrosinistra ha posizionato nei gangli dello Stato italiano alla fine degli anni ’90 e anche dal 2000 in poi: e questo conta molto in un Paese come l’Italia che non ha più sovranità monetaria e una sovranità politica sempre più limitata.
A questo vanno aggiunti i gruppi economici che controllano i servizi più importanti e anche i grandi appalti: e questi fanno tutti capo al centrosinistra a ‘trazione’ PD.
Cosa vogliamo dire? Che il 18% dei voti presi dal PD alle elezioni politiche del marzo 2018 sono, per il 70% circa, frutto di questa occupazione dello Stato.
Completamente diversa la storia del Movimento 5 Stelle. Che, come già ricordato, è un soggetto politico di opinione, che vive perché gli elettori seguono le idee.
Ma se il Movimento 5 Stelle – come ha fatto e continua a fare da quando è al Governo – tradisce, una dopo l’altra, le idee che hanno portato questo soggetto politico a quasi il 33% dei consensi, ecco che lo stesso Movimento si sbriciola.
Il MES è solo l’ultima delusione dell’elettorato grillino. Ma è la più pericolosa. In termini mediatici sono due le notizie che sono passate nell’immaginario collettivo italiano.
La prima notizia è che i fondi del MES – a prescindere dalla cifra: 700 miliardi di euro o 3 mila miliardi di euro – serviranno alle banche tedesche in crisi.
La seconda notizia è che, con l’eventuale ‘ristrutturazione’ del debito pubblico italiano, a rimetterci saranno i risparmiatori italiani.
Ecco il punto: per ridurre al 7-8% il PD (cioè ai soli voti che il PD prende perché occupa ‘pezzi’ dello Stato) e per far sparire del tutto i grillini basterà il verificarsi della prima notizia.
Se tra un anno – o forse meno di un anno – dovesse venire fuori la notizia che l’Unione Europea, MES o non MES, ha deciso di intervenire per dare una mano alle banche tedesche, non ci sarebbe nemmeno bisogno della materializzazione della seconda notizia: il centrodestra di Salvini schizzerebbe all’80%.
La polemica ‘armata’ dal centrodestra sul MES è stato un investimento politico-elettorale: un po’ di voti subito e un valanga di voti se le banche tedesche, in un modo o nell’altro, verranno sostenute per l’ennesima volta.
IL SUD TEMPOREGGIA E LA LEGA AVANZA – La Lega, insomma, è destinata a crescere. E non saranno certo le inchieste sui viaggi in aereo a fermare Salvini: queste, semmai, lo rafforzeranno ulteriormente.
Il rafforzamento dei leghisti avverrà anche perché – a nostro avviso sbagliando – il Movimento 24 Agosto per l’equità Territoriale di Pino Aprile sta saltando il turno delle elezioni regionali. Lo sappiamo: presentarsi ora sarebbe comunque rischioso. Ma, vuoi o non vuoi, senza la presenza di una forza politica meridionalista, tanti elettori della Puglia e della Calabria voteranno per la Lega.
A noi fa molta simpatia Pippo Callipo, il candidato alla presidenza della Regione della Calabria alternativo alla Lega. Ma il fatto che Callipo sia stato candidato dal PD è un errore politico gravissimo. Il PD, nel Sud Italia, non ha alcuna credibilità. Il PD, nel Sud, è il partito del Ministro Francesco Boccia che sta patrocinando l’Autonomia differenziata senza i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep): di fatto il progetto leghista contro il Sud.
Dire ai calabresi di votare Callipo, appoggiato dal PD, il partito del Ministro Boccia e dell’Autonomia differenziata in salsa PD-leghista è un altro errore gravissimo. Callipo avrebbe dovuto essere il candidato del Movimento 24 Agosto per l’equità Territoriale di Pino Aprile, non il candidato del PD!
Il risultato di questo papocchio è che i calabresi si troveranno, alla fine, due candidati di due forzE politiche – la Lega e il PD – che sono entrambe antimeridionali!
Anche in Puglia il Movimento 24 Agosto di Pino Aprile sta perdendo troppo tempo. In Puglia, ancora più che in Calabria, ci vorrebbe un candidato del Movimento. In assenza di un candidato del Sud, ancorato ai reali interessi di questa Regione, i candidati non potranno che essere due: il candidato del centrodestra con una connotazione leghista e il solito, ormai politicamente spento Michele Emiliano, quello che non si è mai visto nel mondo agricolo e che, a fronte del disastro dell’ex ILVA di Taranto, ripropone la vecchia favoletta della “decarbonizzazione”.
Per capirci: non abbiamo la bacchetta magica e non sappiamo come finirà in Calabria e in Puglia. Ma una cosa l’abbiamo chiara: i voti che la Lega prenderà in queste due Regioni del Sud raddoppieranno alle prossime elezioni politiche, anche perché, in Europa, tra dazi doganali americani, Brexit e recessione economica le cose si metteranno malissimo per PPE e PSE, due forze politiche già in avanzata fase di ‘decomposizione’ politica…
Foto tratta da Acrinrete.info