Dove va l’informazione on line in Sicilia? Il dibattito promosso da Blog Sicilia

15 dicembre 2019

Stamattina, a Palermo, a chiusura del Festival del giornalismo gastronomico, il quotidiano on line Blog Sicilia – che ha compiuto dieci anni di vita – ha organizzato un dibattito tra giornalisti, blogger e tecnici sullo stato dell’informazione iperlocal. Da qui lo spunto per qualche riflessione ‘inattuale’ 

Dove va l’informazione in Sicilia? Dove va l’informazione in una Sicilia sempre più on line? Domande oggi importanti. Soprattutto in un’Isola nella quale, per decenni – erano i tempi della Prima Repubblica – l’informazione era contrassegnata dalla presenza della carta stampata che dettava legge: quasi una ‘Cassazione’ dell’informazione. Oggi tutto è cambiato. E parlare di quello che è successo e che sta succedendo nel mondo dell’informazione siciliana è necessario, perché, piaccia o no, la rete ha rivoluzionato tutto – notizie e giornalisti – costringendo il giornalismo a guardarsi allo specchio.

Eh sì, parlare dell’informazione in Sicilia, tra passato e futuro, può risultare duro da mandare giù, soprattutto per chi un tempo gestiva quel Quarto potere che oggi il potere non controlla più.

Ma sì, parliamo pure dell’informazione, si sarà detto Biagio Semilia, editore del quotidiano on line, Blog Sicilia. E siccome questo giornale in rete ha compiuto dieci anni, ecco organizzata una chiacchierata tra giornalisti e blogger a chiusura del Festival del giornalismo gastronomico che quest’anno è andato in scena a Palermo.

Tanti gli spunti offerti da questa manifestazione: la Sicilia come opportunità (nonostante la crisi economica che nella nostra Isola è molto più presente e pressante rispetto al resto d’italia, sia perché siamo comunque parte di un Sud ‘colonia’ d’Italia, sia perché c’è da fare i conti con una politica di ‘ascari’ che appena qualche anno fa ha svenduto a Roma gli ultimi brandelli dello Statuto siciliano, sia perché, adesso, stanno cercando addirittura di vendere ai privati l’aeroporto Fontanarossa di Catania), comunicazione, frodi alimentari (si pensi all’olio d’oliva extra vergine venduto a meno di 3 euro a bottiglia…), degustazioni e via continuando.

Manifestazione iniziata venerdì e conclusione, oggi, con una chiacchierata, appunto, sullo stato dell’informazione, tra i formaggi offerti dal caseificio ‘Buonpietro’ (veramente particolare il Primosale con le scorze di arance) e bicchieri di birra.

Ha introdotto i lavori Biagio Semilia, che ha ricordato i mutamenti di un mondo anticipati da Marshall McLuhan. “Il mezzo è il messaggio”, scriveva alla fine degli anni ’60 il grande studioso di informazione e comunicazione. Frase lapidaria e profetica che sta ad indicare che il vero messaggio che ogni media trasmette è costituito dalla natura dello stesso strumento di informazione.

Impossibile, per chi ha vissuto il passaggio dell’informazione siciliana dall’immobilismo degli anni ’70 ad oggi, non ricordare ciò che è stata l’informazione in Sicilia e ciò che non sarà più (per fortuna, aggiungiamo noi).

Erano i tempi dell’informazione cartacea, ‘condita’ da un paio di agenzie di stampa: ma tutto doveva passare dalla carta stampata. I cambiamenti sono stati lenti e sono avvenuti quasi tutti negli anni ’80 del secolo passato: qualche agenzia di stampa in più, le televisioni locali, il Tg regionale, qualche radio, qualche settimanale.

E oggi? Grande libertà nella rete. Ma anche rischi. Li ha segnalati – e ha fatto bene – il giornalista Nino Amadore, chiamato a moderare il dibattito.

La cosa più interessante di questa mattina dedicata all’informazione on line siciliana? A nostro avviso l’ha detta il noto blogger Toni Siino.

“Nei giorni scorsi – ha raccontato – a Palermo si è diffusa la notizia che all’università era successa una certa cosa. Prima di scriverla abbiamo fatto le verifiche e abbiamo appurato che il fatto non era avvenuto. Era una non-notizia. Però c’era un problema: migliaia di persone, in rete, chiedevano notizie su una notizia che non c’era. Che cosa bisognava fare?”.

Bella domanda! Da giornalisti la risposta è scontata: avvertire i lettori che l’oggetto della discussione è un fatto mai accaduto.

La storia raccontata da Toni Siino ci ha fatto ricordare quando non c’era ancora la rete e succedeva l’esatto contrario: una notizia vera veniva considerata non notizia: non doveva venire fuori e basta! Così aveva deciso il potere. 

E’ meglio fronteggiare il problema del racconto di Toni Siino o tornare ai tempi passati? Noi non abbiamo dubbi: meglio oggi che ieri!

Sì, tutto quello che volete: ci sono le fake news (in italiano notizia false, nel linguaggio comune, prima dell’arrivo di questo orrido inglesismo, minchiate, o minchiate col botto se esagerate), bisogna controllare le fonti e bla bla bla.

Ma la libertà val bene questo rischio.

E la stampa cartacea oggi? Non è vero che la rete gli ha tolto tutto. Citiamo un esempio siciliano: Mario Barresi, il bravo collega del quotidiano La Sicilia. Quando fa gli approfondimenti è un piacere leggerlo. Spesso scrive cose che gli altri non scrivono. Magari mette assieme fatti noti e li lega tra di loro. Erano noti? Sì, ma lui li ha legati e ‘letti’ e illustrati in un modo che altri non fanno. Perché non riconoscere che è bravo?

Certo, se poi alcuni quotidiani – come avvenuto alle elezioni politiche del 2006 – si schierano con Prodi e contro Berlusconi, fatti loro. L’importate è che poi non si chiedano non che i berlusconiani non acquistino più il giornale, ma perché i comuni cittadini rifiutino un giornale che si è schierato. Sono o no liberi di farlo?

Poi c’è un altro aspetto dell’informazione on line che non è stato trattato: il gradimento dei lettori. Prima dell’avvento della rete c’era una sorta di ‘paracadute’: anche se una ‘grande firma’ non se la filava nessuno restava comunque una ‘grande firma’. Oggi non funziona più così. Sulla rete decidono i lettori. Punto.

E’ vero, un articolo si può ‘pompare’: ma fino a un certo punto: perché se i lettori non gradiscono, l’articolo in questione non troverà comunque molti lettori e le risorse impiegate per promuovere il suddetto articolo saranno state inutili (e sprecate).

Volete un esempio? Quando noi dei I Nuovi Vespri ci occupiamo di Assemblea regionale siciliana, a meno che non ci sia una vera notizia, o un commento particolare, i lettori non ci seguono. L’attuale Parlamento siciliano non riscuote molto interesse. Vagli a dare torto.

Foto tratta da Editoria.tv

 

 

 

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