Poco più di un anno fa, in un momento di ira, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, apostrofava in malo modo alcuni funzionari regionali definendoli addirittura “criminali”. Oggi il suo Governo ha cambiato opinione e premia tutti, i belli e magari i brutti. Forse il nostro presidente ha meditato sulla grande lezione di Agostino Depretis…
Ci sono cose incomprensibili, in Sicilia. Soprattutto nella Pubblica amministrazione. Soprattutto negli uffici della Regione siciliana. Dove il Governo di Nello Musumeci ha preparato un bel regali di Natale per i circa 18 mila dipendenti: appena 48 milioni di euro fra premi di rendimento, straordinari e progressioni orizzontali di carriera. Nulla rispetto a quanto meritano i dipendenti regionali.
Con tutta la buona volontà, non riusciamo a capire le critiche, in alcuni casi feroci, contro un provvedimento che, alla fine, cade in un momento – il Santo Natale – in cui tutti dovremmo essere un po’ più buoni!
Forse chi critica il Governo regionale per il giusto ‘regalo’ ai dipendenti regionali si ricorda ancora delle parole pronunciate dal presidente Musumeci nell’Ottobre del 2018:
“Ci sono dei funzionari regionali che si comportano da veri criminali. Io li manderei in galera. Io ho trovato una Regione che lo era solo sulla carta intestata. Non c’è un sistema informatico. Si lavora ancora con il cartaceo. Una pratica, per passare da un assessorato all’altro, può necessitare di mesi. Un funzionario può lasciare la pratica sulla scrivania e, invece di portarla al collega sullo stesso piano, la lascia sulla scrivani per due mesi. Criminali. E se ti metti di traverso ti arriva subito il sindacato che minaccia lo stato di agitazione. Ma siccome io sono più agitato di loro, me ne frego. Tutti devono sapere la condizione in cui ci muoviamo in Sicilia”.
Vero, il presidente Musumeci ha pronunciato questa parole. Ma da un anno a questa parte è cambiato tutto. Ed è cambiato, soprattutto, Musumeci, che ha imparato la grande lezione di Agostino Depretis.
Ecco la lezione di Depretis.
Un giorno alcuni amici andarono a trovare l’allora capo del Governo italiano. Gli amici rimasero colpiti dalla montagna di documenti che si trovava dietro le sua spalle.
“Sono documenti importanti?”, gli chiese uno dei suoi amici.
“Importantissimi”, gli rispose Depretis.
Per la cronaca, Depretis fu a capo del Governo italiano per quasi due anni.
“Da quando sono qui – raccontò Depretis – ogni giorno arrivano persone che portano pratiche. Ognuno di loro si presenta dicendomi che se la pratica non verrà risolta in tempi brevi ci saranno danni gravissimi di qua e di là. Dietro ogni pratica abbandonata – disse il capo del Governo indicando la montagna di carte che stava dietro la sua scrivania – dovrebbe materializzarsi una catastrofe. Se mettete insieme tutte queste pratiche, che arrivano da tutta l’Italia, il nostro Paese, stando ai racconti di chi ha portato qui le stesse pratiche, dovrebbe essere già scomparso. Come potete vedere, le pratiche sono ancora qui, non le ho mai esaminate, né ho intenzione di farlo, e l’Italia è ancora in piedi…”.
Buon Natale al presidente Musumeci che ha finalmente ‘imparato’ la lezione di Depretis e buon Natale ai dipendenti regionali – compresi i funzionari ‘monelli’ (noi non utilizziamo la parola “criminali”: ci sembra fuori luogo) – che si godranno il meritato ‘regalo’ di Natale del Governo.
Sempre per la cronaca, Depretis – che era stato nella nostra Isola da garibaldino durante la farsa passata alla storia come impresa dei Mille – diceva che la Sicilia gli era sembrata “un Paradiso governato da Satana” (dicono ce l’avesse con Francesco Crispi, siciliano nato tra Burgio e Palazzo Adriano, con il quale litigava un giorno sì e l’altro pure: quel Crispi che Musumeci è andato a celebrare a Ribera).
Foto tratta da Il Paese dei Bambini che Sorridono