La crisi senza fine della Formazione professionale e degli ex Sportelli multifunzionali della Sicilia. L’amara riflessione di una donna sempre in prima fila per difendere il proprio diritto al lavoro: diritto che la politica siciliana ha negato e continua a negare
di Adriana Vitale
A seguito di una richiesta di incontro interassessoriale accompagnata da una piattaforma rivendicativa presentata da CGIL, CISL, UIL, USB, Ex Sportellisti Liberi, SNALV, Sinalp, Irriducibili della Formazione professionale, siamo stati ricevuti a Palermo, negli uffici dell’assessorato regionale alla Famiglia, alla presenza dell’assessore Antonio Scavone, dell’assessore regionale Bernardette Grasso, del dott. Lo Iacono per conto dell’assessore alla Formazione, del dirigente Bologna, della dirigente Garoffalo, del Capo di Gabinetto Barresi.
Per quanto riguarda la Formazione professionale era stato chiesto il riconoscimento degli anni di servizio ai fini dell’inserimento nelle graduatorie ATA: pare che, forse, a Roma abbiano accettato la proposta, ma solo per i lavoratori Oif; nessuna risposta certa, invece, per gli altri Lavoratori della Formazione professionale.
Relativamente al tavolo istituzionale tra assessori e Ministero del Lavoro, dove si chiedevano misure per l’esodo dall’Albo, le risposte fornite sono assolutamente negative. La riunione è stata insoddisfacente per tutti i punti della piattaforma. Delle otto sigle sindacali firmatari, la Cisl non si è presentata al tavolo.
A seguito delle risposte insoddisfacenti, personalmente ho detto nel mio intervento finale che non sarei uscita dalla stanza, che non sarei tornata a casa con un’altra cocente delusione, che i loro tempi per alcune risposte parziali sui punti della piattaforma non sono più compatibili con i nostri tempi.
Molti “NO”, qualche “SI'” scontato e alcuni “NI”. Siamo rimasti quattro sigle, il resto si è volatilizzato, a parte una sigla che aveva esigenze assolutamente giustificate. Rimasti soli, la Digos facilmente ci ha fatti uscire dagli uffici dell’assessorato.
Questa è la fine ingloriosa di una categoria che lo merita, al netto di chi mai si è risparmiato. È del tutto inutile attribuire responsabilità alla politica, che ne ha indubbiamente a iosa: la vera responsabilità è solo nostra, siamo incapaci di difendere la nostra dignità.