“Tutti li cosi vannu a lu pindinu,
Ed a lu peju si c’inclina ogn’unu,
A cui leva, a cui duna lu distinu
e non ci pari mai lu nostru dunu
nun curri paru lu nostru caminu…”
(tratto da una poesia di Antonino Veneziano)
Trasporti in Sicilia, tutto va a rotoli: aerei, strade, autostrade, treni, navi. Nemmeno sulle navi che collegano la nostra Isola con gli arcipelaghi siciliani “curri pari lu nostru caminu”. Un comunicato del sindacato ORSA marittimi ci racconta che…
In Sicilia si parla di tutto: della Regione siciliana sempre senza soldi, dei fondi europei sempre in bilico, dei Comuni che non erogano servizi ai cittadini però pretendono che gli stessi cittadini paghino tasse e imposte, dei rifiuti che marciscono nelle strade, del Governo Conte bis che ha tassato tutto ma dice di non essere il Governo della tasse, del calcio che dovrebbe servire da “oppio dei popoli” per far dimenticare il MES alle persone, dei teatri siciliani in difficoltà, persino degli 007 del ‘sistema Montante’. C’è, però un argomento quasi dimenticato: i trasporti marittimi da e per la Sicilia.
Certo, c’è stata un’inchiesta appena appena rumorosa. Ma niente più. Si sa che gli abitanti degli arcipelaghi siciliani si lamentano dei trasporti marittimi, che con le eccezioni di Pantelleria e Lampedusa, dove ci sono gli aeroporti, sono gli unici trasporti disponibili.
La Sicilia non è fortunata con i trasporti. Lo scorso Giugno Cosimo Gioia ha denunciato il prezzo esorbitante dei biglietti aerei per i siciliani che debbono partire in emergenza: da 500 a 800 euro!
Dopo mesi di indifferenza, a Novembre, si è scoperto che i siciliani che vivono all’estero, tornando in Sicilia per le vacanze di Natale, avrebbero pagato biglietti aerei salatissimi.
Sono intervenuti, a parole, i parlamentari ragionali della Sicilia, i parlamentari nazionali eletti in Sicilia, anche il vice Ministro Giancarlo Cancelleri. Risultato: nulla. Siamo ormai quasi a Natale e il costo degli biglietti, per i siciliani, è salatissimo. Sembra che ci sia un ‘cartello’ per ‘spremere’ i siciliani, ha commentato Pino Apprendi, già parlamentare regionale della sinistra.
Non va meglio per strade e autostrade: cadono a pezzi e non gliene frega niente a nessuno. Ogni tanto il Governo regionale si sveglia. Qualche giorno fa il presidente Nello Musumeci ha chiamato in causa l’ANAS. Ma non è successo nulla.
E i treni? Non c’è nemmeno bisogno di scriverlo.
Idem per i trasporti marittimi. Alla fine l’unica organizzazione sindacale che cerca di far crescere l’attenzione su questo settore – trasporti marittimi – è l’ORSA marittimi, sindacato che noi citiamo spesso. I comunicati di questa organizzazione sindacale puntano l’attenzione su un aspetto che in Italia non va più di moda: i diritti dei lavoratori “trattati come schiavi”.
Quello che colpisce, in questa storia senza fine dei trasporti marittimi della Sicilia sempre precari, sempre gestiti con mezzi che lasciano un po’ a desiderare, è l’incredibile, vorticoso giro di denaro pubblico. E il monopolio ormai storico che sta dietro questo settore nella nostra Isola.
Cambieranno un giorno le cose? Migliorerà il servizio? Finirà lo sfruttamento dei lavoratori di questo settore? Gli abitanti degli arcipelaghi siciliani potranno un giorno su un servizio efficiente? I turisti potranno raggiungere dei isole degli arcipelaghi siciliani con serenità?
Un comunicato del sindacato ORSA torna a puntare i riflettori su questa vicenda:
“Il Ministero dei Trasporti – leggiamo in questo comunicato della segretaria nazionale del sindacato ORSA – deve applicare alla lettera le regole anche alle Isole Minori. La pacchia deve finire anche per le Isole Minori. Le nuove regole per la continuità marittima devono essere applicate anche alle aziende Marittime Regionali . Non ci deve essere nessuna proroga per la gestione attuale. Lo vieta la legge, lo impedisce un pronunciamento esplicito dell’Autorità Garante per la Concorrenza del Mercato e lo sottolinea in modo inequivocabile la stessa Autorità dei Trasporti”.
“Nuova continuità territoriale – prosegue il comunicato dell’ORSA – nuove regole per partecipare alla gara, nuovi requisiti per accedere all’affidamento del servizio di continuità territoriale. Sarebbe opportuno una gara come il modello spagnolo, già avallato dall’Unione europea, con un contributo ad persona sia per i passeggeri che per le merci, con la libertà di scegliere l’operatore purché risponda a requisiti base e garantisca un minimo di servizi. Per il resto i vincoli del nuovo affidamento sono già messi nero su bianco: devono essere uguali per tutte le Isole Maggiori e Minori”.
“Basta servizi scadenti – leggiamo sempre nel comunicato – niente più furberie contabili e bilanci confusi, basta sotterfugi contabili e niente indebite sottrazioni. E soprattutto gli obblighi di contabilità regolatoria e di separazione contabile per la compagnia di navigazione. Niente sottrazioni sottobanco di denari utili per foraggiare altre attività. Il calcolo esatto del corrispettivo. Basta speculazione, ma solo un ragionevole utile e non più imbrogli a piene mani sulle tariffe”.
Sono parole pesanti. Ma non sono parole nuove. Il sindacato ORSA pone sempre tali questioni.
Leggiamo ancora nel comunicato a proposito dei diritti dei lavoratori:
“Clausole di salvaguardia per il trasferimento del personale con regole chiare, salvaguardia dei salari, controlli serrati sugli orari di lavoro, rispetto della dignità dei lavoratori, diritto alle mense di bordo invece eliminate dagli attuali armatori privati”.
Eh, per ‘risparmiare’ sulle navi che fanno la spola tra la Sicilia e gli arcipelaghi i ‘Padroni del vapore’ hanno anche sparecchiato. I lavoratori li vogliono a dieta. Il digiuno li tempra…
E le navi? Vengono controllate? Scrive sempre il sindacato ORSA:
“Controllo serrato da parte delle autorità marittimi con regole ferree, a partire dalla qualità delle navi, dalla loro vetustà. Niente più carrette del mare piene di Amianto , sporche e inquinanti. La cosa sconcertante, in Italia, quando succede avaria alla navi e restano ferme nei mari, è che per gli armatori va tutto bene! Negli altri Stati europei, per esempio in Polonia, in Russia e, in particolare modo, in Svezia si effettuano delle indagini accurate; in questi Stati le maglie della sicurezza sono ben salde a differenza dell’Italia.
Ci vogliono regole rigorose per la nuova continuità territoriale, anche per le Isole Minori che usufruiscono di fondi stanziati dallo Stato e dalle Regioni”.
“Basta, signori Armatori – conclude il comunicato del sindacato ORSA marittimi – perché questi sono soldi dei contribuenti che pagano le tasse! E per cosa? Per usufruire di un servizio pubblico scadente”.
Succederà qualcosa? O il tempo continuerà ad essere scandito dai orologi di gran marca?…
Foto tratta da La Sicilia