La Sicilia cosciente dice NO al GLIFOSATO e alla sua logica coloniale! La Sicilia cosciente dice SI a un nuovo modello di sviluppo eco-sostenibile che valorizzi la biodiversità dell’Arcipelago siciliano: un Tesoro dell’Umanità! Con questa posizione sosteniamo il “sit in di protesta” indetto dall’A.I.A.B. oggi alle ore 18,00 davanti all’Hotel Plaza di Catania, in cui Bayer promuove se stessa
dalla Comunità di TerraeLiberAzione
riceviamo e pubblichiamo
Il plurimillenario e dinamico Paesaggio agrario siciliano è stato investito -nell’ultimo mezzo secolo – da una colonizzazione chimico-farmaceutica devastante. E non si può certo dire che la sua Salute naturale – ma anche economica – ne abbia ricavato vantaggi autentici. Tutt’altro. I fattori di crisi sono certo anche altri, ma l’omologazione dei prodotti e la distruzione di biodiversità è stata catastrofica.
Mentre s’avanza – da noi previsto negli anni Ottanta! – un latifondo tecnologico-parassitario 2.0, sotto il rullo compressore di “energie pulite” che di rinnovabile hanno soprattutto i profitti di multinazionali che ci rubano legalmente anche il Vento e il Sole, nelle nebbie di presunti “cambiamenti climatici” di prevalente causa antropica, umana: è questa una balla spaziale, poiché priva di una qualsiasi equazione previsionale scientifica.
Lo sosteniamo da 15 anni e lo confermiamo, controcorrente, anche oggi. La Sicilia è condannata ad essere “batteria elettrica” e cruciale “piattaforma girevole” dell’imperialismo europeo energetico in versione “gretina”. Il Paesaggio agrario siciliano – da millenni – è oggetto di interessi, spesso coloniali: dunque non ci sorprende certo, per dirne una, l’attivismo della multinazionale tedesca Bayer (che ha acquisito Monsanto).
A Catania è in corso, da un paio di anni, una sua evidente azione di lobbying che sta cooptando Università, massmedia, decine di tecnici & burocrati in diverse “organizzazioni di categoria”: Bayer non bada a spese per promuovere i suoi prodotti e il suo modello produttivo. Se è riuscita a imbrigliare l’UE con la lunga moratoria sul micidiale glifosato, cosa volete che siano le “perline colorate agli indiani” che stanno investendo a Catania per “comunicare le virtù” delle “New Breeding Techniques”?
Noi non abbiamo pregiudizi verso i laboratori di ricerca della Bayer, anzi siamo molto interessati a conoscerne i risultati, né ci “scandalizza” il lobbysmo: ma non possiamo certo tacere su una “impostazione omologante” che non promette nulla di buono, almeno in condizioni specifiche come quelle siciliane (ed altre analoghe).
La logica strategica di Bayer (&Monsanto), per quanto non ci sfugga un grande sforzo innovativo, è sempre quella del “glifosato”, che proponiamo come metafora. Il glifosato è un diserbante sistemico “non selettivo”, distrugge tutto, tranne quelle cultivar transgeniche in cui vi è stata indotta la resistenza: dunque ti spacciano sementi & diserbante in un circolo vizioso dal quale si esce solo con un diverso modo di produrre il cibo.
Il glifosato, tra l’altro, è utilizzato su larga scala anche nel giardinaggio, nel diserbo di bordi stradali ecc. E negli impianti fotovoltaici modello “desert tech”? Siamo alla vigilia di una eco-catastrofe del Paesaggio agrario siciliano, altro che “gretini”! Inutile dire che l’Agro-Farma globale muove interessi immensi: coopta interi eserciti di politici e burocrati; forma e arruola intere falangi di scienziati e accademici; mobilita plotoni di comunicatori e spacciatori; colonizza territori infiniti… Ma in campo non ci sono solo “Loro”.
Questo metabolismo devastato ha prodotto anche anticorpi sani: c’è anche chi dice NO! e con ottime Ragioni. Tra questi, da un quarantennio, v’è anche la comunità siciliana “TerraeLiberAzione”. E’ giusto dirlo. All’inizio, oltre 40 anni fa, eravamo “quattro pazzi… Sia chiaro che il NO! al micidiale glifosato è un NO! a un “modello produttivo” che ci viene imposto come “magnifico progresso”, mentre saccheggia e “spreme” la Terra, e non concepisce alcun Avvenire se non quello tenebroso del Profitto “immediato & a tutti i costi”. Questo nostro NO! apre la via a un luminoso SI! > a un “modello produttivo” molto più efficiente e del tutto eco-sostenibile e “circolare”.
Si può Fare! Con questa posizione sosteniamo il “sit in di protesta” indetto dall’A.I.A.B. oggi, davanti all’Hotel Plaza di Catania, in cui Bayer promuove se stessa. Ne ha tutto il diritto: ma un libero confronto pubblico, no?
Quanto all’agro-ecologismo di “TerraeLiberAzione”, ne rivendichiamo le profonde radici anticapitaliste e anticolonialiste scientifiche. Sia chiaro: la produzione su scala industriale è una grande conquista dell’Umanità, e va socializzata liberandone la Potenza dalla logica del profitto: “il singolo industriale o commerciante è soddisfatto se vende la merce fabbricata o comprata con l’usuale profittarello e non lo preoccupa quello che in seguito accadrà alla merce o al compratore. Lo stesso si dica per gli effetti di tale attività sulla natura.
Prendiamo il caso dei piantatori spagnoli a Cuba, che bruciarono completamente i boschi sui pendii e trovarono nella cenere concime sufficiente per una generazione di piante di caffè altamente remunerative. Cosa importava loro che dopo di ciò le piogge tropicali portassero via l’ormai indifeso humus e lasciassero dietro di sé solo nude rocce?
“Nell’attuale modo di produzione viene preso prevalentemente in considerazione, sia di fronte alla natura che di fronte alla società, solo il primo, più palpabile risultato”.
F. ENGELS (Dialettica della Natura, 1873)
Foto tratta da LILT Lecce