Privatizzare il più grande aeroporto del Mezzogiorno d’Italia significa affidare a società private, puramente interessate ai profitti, la possibilità di decidere quale direzione da dare allo sviluppo futuro dei trasporti aerei in Sicilia. Non c’è da aspettarsi altro che tagli e aumenti delle tariffe
di Luca Pinasco
È pura follia privatizzare un monopolio naturale come è l’Aeroporto Fontanarossa di Catania. Affidare ad un privato una società che opera in monopolio significa regalare al privato gli utili da capogiro che attualmente genera l’Aeroporto di catanese, sottraendoli in tal modo alla collettività.
Stessa identica condizione di Autostrade, monopolio affidato ai Benetton che produce utili miliardari, fa pochissimi investimenti e aumenta costantemente i pedaggi. Tra l’altro proprio i Benetton sono in corsa per acquistare l’Aeroporto di Catania.
Ma privatizzarlo significa anche un’altra cosa: affidare a società private, puramente interessate ai profitti, la possibilità di decidere quale direzione da dare allo sviluppo futuro dei trasporti aerei in Sicilia. Non c’è da aspettarsi altro che tagli e aumenti delle tariffe. Tutto deciso da pochi uomini guidati da Pietro Agen.
A ricavarne profitto saranno i responsabili della vendita, che incasseranno enormi commissioni, e l’acquirente, che si troverà tra le mani il quinto aeroporto d’Italia e il primo del Mezzogiorno con circa 10 milioni di passeggeri trasportati ogni anno.
A perderci saranno gli enti pubblici venditori, che perderanno dividendi annui milionari, e i cittadini e le imprese aeroportuali che si troveranno tariffe più elevate.
Pura follia.
Foto tratta da Turytrip
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