Non poteva che finire così: l’Antitrust, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), non ha il potere di porre fine alla privatizzazione della varietà di grano duro Senatore Cappelli che sta penalizzando gli agricoltori italiani e, in particolare, quelli del Sud Italia. Spetta alla politica intervenire e, in particolare, alla Ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova. La dichiarazione del senatore Saverio De Bonis. Il Comunicato di Agcm. Il nostro punto di vista: hanno vinto la Sis e la Coldiretti
Appena una multa di 150 mila euro per la Sis, la società bolognese che ha privatizzato una delle più note varietà di grano duro antico d’Italia: la varietà Senatore Cappelli. Questa storia non poteva che finire con una multa, perché l’Antitrust, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), non ha il potere di revocare la privatizzazione di una varietà di grano duro che interessa milioni di agricoltori. La parola passa adesso al Governo nazionale e, in particolare, alla Ministra per le Politiche agricole, Teresa Bellanova, esponente di Italia Viva di Matteo Renzi.
“È arrivato il risultato che speravamo – commenta il senatore Saverio De Bonis sul quotidiano on line Sassilive.it di Matera (De Bonis è il senatore eletto in Basilicata) -. Finalmente l’Antitrust ha concluso il provvedimento istruttorio nei confronti della Società italiana sementi (Sis) e ha multato le sue pratiche commerciali scorrette nella vendita delle sementi del grano ‘Senatore Cappelli’. Questa decisione rappresenta uno spartiacque. Adesso dobbiamo insistere affinché il provvedimento sia propedeutico alla revoca del contratto di moltiplicazione in mano a Sis, e il mercato si riappropri della biodiversità dei semi”.
De Bonis torna all’attacco anche sulla Cun, la Commissione unica nazionale che dovrebbe eliminare le speculazioni al ribasso sul mercato del grano duro in Italia.
“E’ quanto mai opportuno che la ministra Bellanova, dopo un mese dal tavolo, acceleri l’istituzione della Cun, cosicché sia inserito tra le quotazioni di mercato anche il grano ‘Senatore Cappelli’, oltre alle altre varietà. Su questa scandalosa vicenda, come sulla gestione della Borsa merci di Foggia, sui listini truccati, sulla crisi del mercato del grano e sulla mancata risposta da parte del Ministero di misure urgenti come la Cun, investirò nuovamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella”.
“Nello specifico – leggiamo sempre su Sassilive.it – l’Antitrust ha accertato che la Società italiana sementi ha dolosamente vincolato la fornitura delle sementi alla riconsegna del grano prodotto dagli agricoltori, ha rifiutato in maniera selettiva la fornitura delle sementi e ha aumentato in modo sostanziale e ingiustificato i prezzi delle sementi. Per ciascuna di queste violazioni, alla Sis è stata comminata una multa di 50mila euro, arrivando alla cifra complessiva di 150mila euro”.
“Purtroppo – rileva il senatore De Bonis – l’esiguità della multa, che pure è un segnale importante, non servirà certo a scoraggiare queste pratiche sleali. Sono necessarie ben altre misure da parte del Mipaaf nei confronti di Sis e di tutte quelle organizzazioni che tradiscono il loro mandato per imporre monopoli sul mercato, come pure rispetto alla Commissione unica nazionale. Riguardo alla Cun, non possiamo non notare che la ministra Bellanova, dopo aver convocato l’ultimo tavolo di filiera, aveva assicurato tramite gli uffici competenti che entro una settimana sarebbe partito il termine per la raccolta delle deleghe al fine di designare i componenti della Commissione unica nazionale. Ma è passato oltre un mese e non si ha traccia di alcunché. Quindi, a quanto pare, si procede con lo stesso ritardo degli altri Ministri che l’hanno preceduta”.
De Bonis assesta anche una ‘stoccata alla Coldiretti:
“La decisione dell’Antitrust – conclude – rappresenta comunque una lezione morale per Coldiretti che, ricordiamolo, è una organizzazione sindacale e non un ente di mercato. Da questa vicenda, è opportuno che ripensi alle proprie origini, alla propria vocazione e al proprio ruolo, ed eviti incursioni e ingerenze nel libero mercato per favorire monopoli e pratiche sleali contrarie alle regole europee”.
I legami tra Coldiretti e Sis li trovare nell’articolo qui di seguito:
Come finirà questa storia? Finirà bene per la Sis, che pagherà una multa irrisoria, considerato il giro di affari che c’è dietro il grano duro Senatore Cappelli. L’attuale Governo nazionale non interverrà mai per restituire agli agricoltori italiani – e in particolare agli agricoltori del Sud – uno dei più importati grani antichi presenti sul mercato.
PD, Movimento 5 Stelle Italia Viva sono formazioni politiche che lavorano scientificamente contro il Sud. La partita per restituire il grano duro Senatore Cappelli al Sud è una partita persa in partenza.
AGGIORNAMENTO:
Comunicato stampa dell’Autorità garante per la concorrenza e del mercato (Agcm):
L’Autorità ha concluso un procedimento istruttorio avviato nel marzo 2019 nei confronti della Società Italiana Sementi – S.I.S. S.p.A., accertando tre distinte condotte dell’impresa contrarie alla disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari, come prevista dall’art. 62 del decreto legge 1/2012.
In particolare S.I.S., che detiene l’esclusiva sulla commercializzazione delle sementi del grano della varietà ‘Cappelli’, in base a un contratto di licenza stipulato nel 2016 con il CREA, ha: (1) subordinato la fornitura delle sementi alla riconsegna da parte dei coltivatori del grano prodotto, imponendo alle controparti un rapporto c.d. di filiera; (2) ritardato o addirittura rifiutato in maniera ingiustificatamente selettiva la fornitura delle sementi ai coltivatori; (3) aumentato in maniera significativa e ingiustificata i prezzi delle sementi. Ciascuna delle tre condotte appena richiamate è stata sanzionata per un importo pari a € 50.000.
L’intervento dell’Autorità conferma la profonda attenzione per la disciplina delle pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agro-alimentare, al fine di impedire che lo squilibrio tra le posizioni negoziali delle parti venga sfruttato per imporre al contraente debole – in questo caso, le imprese agricole interessate a coltivare una varietà pregiata di grano duro – condizioni inique.
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