Con la sua consueta lucidità il filosofo e commentatore marxista coglie nel segno e mette in luce le contraddizioni di ciò che nasce nell’ormai confuso e verghianamente ‘vinto’ mondo della sinistra italiana (o presunta tale). La sua analisi sul Movimento delle sardine è amara, ma descrive in modo efficace una ‘Sinistra in cerca d’autore’ che cerca a trova i nemici sbagliati
Una cosa bisogna riconoscerla al filosofo marxista Diego Fusaro: il coraggio di andare controcorrente: “In direzione ostinata e contraria”, per dirla con Fabrizio De Andrè. Le sue considerazioni sul Movimento delle Sardine possono anche non piacere, ma mettono in, luce alcune verità scomode.
L’astio di cui è fatto oggetto Fusaro dai ‘disperati’ di quello che resta della sinistra italiana (in verità ben poco) è la dimostrazione che la distruzione del Partito socialista operato ai tempi di Tangentopoli ha generato una sommatoria informe di ‘teratologie’ post comuniste. Monadi incapaci di analisi e quasi sempre al servizio dell’Unione Europea liberista. Soggetti politici improbabili che, quando governano, vanno contro i lavoratori e quando fanno opposizione sanno solo sputare veleno
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