Davvero un po’ strana questa classifica delle province italiane che piazza quelle del Sud all’ultimo posto. Intanto, con tutti i soldi che il Centro Nord scippa al Sud non può che essere così. La cosa, ribadiamo, assai strana è che tre province finite agli ultimi posti – Matera, Napoli e Agrigento – sono i capoluoghi di provincia che registrano incrementi turistici da record…
Nelle province del Sud Italia si vive male: lo hanno ‘scoperto’ ItaliaOggi, l’Università La Sapienza di Roma, addirittura in collaborazione con Cattolica Assicurazioni. Una ‘grande notizia’: ma come mai noi che viviamo al Sud non ce ne siamo mai accorti? Dall’avvio della cosiddetta Seconda Repubblica lo Stato italiano ha via via ridotto l’intervento ordinario nel Sud fino ad eliminarlo del tutto. In questo momento storico, come scrive Marco Esposito nel suo libro, siamo nella fase di “Zero al Sud”. Perché nelle province del Mezzogiorno si dovrebbe vivere bene se, da oltre un decennio, le risorse statali che spettano al Sud finiscono alle Regioni del Centro Nord Italia?
Ogni tanto arrivano studiosi ‘lungimiranti e intelligenti’ e ci stupiscono con le loro classifiche. Così scopriamo che la provincia autonoma di Trento – quella che applica appieno l’Autonomia speciale ricevendo dallo Stato una barca di soldi – è la “reginetta d’Italia per la qualità della vita nel 2019”. Non ci possiamo credere: ma com’è ‘possibile’?
A Trento va tutto bene: affari, lavoro, ambiente, l’istruzione, formazione, tempo libero turismo. “Un primato, quello di Trento, che ricalca un successo ormai consolidato negli anni”, leggiamo su ItaliaOggi.
“Agli antipodi, Agrigento – leggiamo sempre su Italia Oggi -: caso paradigmatico di realtà del Sud con problemi strutturali atavici irrisolti”. Eh sì, Agrigento risulta all’ultimo posto di questa classifica che fa riferimento a 107 province. Prima erano 110, oggi se ne contano tre in meno perché in sardegna ne hanno abolite tre.
Male anche Napoli, che finisce al terz’ultimo posto.
Sapete qual è la cosa strana di questa classifica? Che questo ‘dotti’ classificatori hanno messo al terzultimo posto due province – Napoli e Palermo – i cui capoluoghi, negli ultimi anni, registrano presenze turistiche da record!
Pensate un po’: la provincia di Napoli – al terz’ultimo posto per la “qualità della vita” – si presenta con un capoluogo di provincia che rientra nella top 5 delle località di turismo culturale che fanno registrare presenze turistiche da record! La città partenopea, per presenze turistiche, si trova oggi al secondo posto dopo Matera, città che ha fatto registrare un aumento del 176% delle presenze negli ultimi sette anni. Un successo che è il frutto della grande visibilità ottenuta da Matera dopo essere stata consacrata ‘Capitale della cultura’: cosa, questa, che ha attratto tantissimi turisti esteri: da qui l’incremento record del 216%!
Ma nemmeno Napoli ha scherzato con il suo +108,7%: un risultato migliore di quello di Verona (+76,7%), di Bologna (+61,3%) e di Padova (+60,3%), per citare solo tre esempi.
Insomma, Napoli va benissimo, è amministrata da un sindaco molto bravo – Luigi De Magistris – ma la provincia di napoli, guarda che combinazione, è la terz’ultima in Italia per qualità della vita!
La cosa strana, molto strana di questo studio sulle provincie italiane – dove il Centro Nord va bene e il Sud va male – non è legata solo al fatto, già accennato, dei fondi che lo Stato centrale scippa al Sud per darli al Centro Nord, ma anche al fatto che non si fa cenno alla fallimentare riforma delle Province che porta il nome di quel ‘genio assoluto’ della politica italiana che porta il nome di Graziano Delrio.
Questa riforma delle Province italiane è stata fatta su ‘ordine’ dell’Unione Europea dell’euro per risparmiare. Le Province vivono per lo più di finanza derivata: ovvero dei fondi statali e regionali.
I tagli alle Province italiane sono stati orizzontali (con una particolarità in più per la Sicilia che racconteremo appresso).
Ora se i tagli sono stati orizzontali e, in proporzione, uguali per tutte le Province italiane, non è difficile comprendere che hanno avuto un effetto molto più dirompente nelle Regioni del Sud. Ricordiamoci, infatti, che con la legge sul Federalismo fiscale applicata in modo distorto – con il criterio della spesa storica e non con l’applicazione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) – le città del Sud sono state fortemente penalizzate!
Per le nove Province siciliane lo Stato ha messo in atto una forma di penalizzazione ancora più pesante. In Sicilia le amministrazioni provinciali incassavano la RC Auto e i fondi dei libretti automobilistici. Circa 220 milioni di euro all’anno che lo Stato, ai tempi del Governo Renzi, ha deciso di trattenere.
Non solo. Lo stato ha appioppato a tutte le Province italiane una sorta di tassa fissa annuale (in Sicilia, per le nove Province, ammonta a circa 200 milioni di euro all’anno).
In tutte le altre Province italiane questo prelievo forzoso è stato abolito. In Sicilia, invece, è stato mantenuto. Così hanno deciso i Governi nazionali di centrosinistra. Penalizzazione che è stata mantenuta dal Governo di grillini e leghisti (dicono che il Governo Conte bis dovrebbe eliminare questa disparità: staremo a vedere).
In Sicilia i tagli incredibili appioppati alle nove Province hanno determinato l’abbandono delle strade provinciali: problema gravissimo al quale l’attuale Governo regionale di Nello Musumeci sta cercando di porre rimedio con fondi regionali o comunque con fondi pubblici che non dovrebbero servire per le strade provinciali, se è vero che la competenza è delle Province.
I tagli alle Province siciliane hanno comportato anche la mancata manutenzione degli edifici scolastici (ne sanno qualcosa i presidi) e la riduzione, se non l’eliminazione, dei controlli ambientali.
La provincia di Agrigento – tornando alla classifica di ItaliaOggi – è finita all’ultimo posto. Anche qui una stranezza: Agrigento, grazie alla Valle dei Templi, negli ultimi anni ha fatto registrare presenze turistiche da record. E questo nonostante oggi sia quasi impossibile arrivare ad Agrigento: a parte il treno da Palermo (2 ore e mezza se tutto va bene: ma non sempre, lungo questa tratta ferroviaria, tutto va bene, come potete leggere qui), ad Agrigento non esiste un aeroporto e le strade sono un delirio!
Basti pensare alle strade Palermo-Agrigento e Agrigento-Caltanissetta: strade oggetto di appalti eterni che, fino ad oggi, sono serviti soltanto ai gruppi imprenditoriali del Nord che gestiscono tali opere e alla politica locale che gestisce le assunzioni. Risultato: i lavori vanno avanti (si fa per dire!) da una decina di anni e chissà quanto dureranno ancora!
Ebbene, nonostante il delirio trasporti, i turisti, pur di visitare la Valle dei Templi di Agrigento, si ‘sciroppano’ viaggi interminabili.
Pensate un posa cosa sarebbe oggi Agrigento con un piccolo aeroporto, di quelli che un tempo si definivano di ‘Terzo livello: lo sviluppo turistico sarebbe incredibile!
Invece cosa ci raccontano gli autori di questa ‘classifica’? Che dopo Trento, ci sono Pordenone, Sondrio, Verbano-Cusio-Ossola, Belluno, Aosta, Treviso, Cuneo, Udine e Bolzano…
Si vive bene nel Nordest, “in 22 province su 22 la qualità della vita è buona o accettabile, in nessuna scarsa o insufficiente. Nel Nordovest, la qualità è buona o accettabile in 23 su 25 province (solo in due scarsa)”.
Eh già: con i soldi presi al Sud non deve essere difficile organizzare i servizi da quelle parti, no? Ma di questo ‘particolare’ non si parla…
Per carità, i servizi, al Sud, devono migliorare: ma questo si potrà fare se il Centro Nord la smetterà dei derubare il Sud!
Ciò posto, sorge spontanea una domanda: non è che al Sud stanno arrivando troppi turisti e questo fa un po’ di ‘ombra’ al Nord?
Foto tratta da Agrigento Notizie