Possibile che in Sicilia arrivi la ‘pasta di grano duro’ prodotta a Bolzano?/ MATTINALE 459

17 novembre 2019

In Trentino Alto Adige si sono messi a coltivare il grano duro? Non lo sappiamo. Me nelle confezioni di pasta che producono leggiamo la formula grano duro da “Paesi UE e non UE”. Così in Sicilia abbiamo la pasta di Bolzano! Questa storia inconcepibile è il frutto di due elementi: la globalizzazione dell’economia e la volgare speculazione al ribasso sui prezzi del grano duro del Sud Italia. E la Commissione Unica Nazionale (CUN) che dovrebbe evitare questa speculazione? Ancora la aspettiamo!

Palermo, HARD Discount di un quartiere popolare. Il nostro sguardo si posa su una fila ininterrotta di pacchi di pasta ad altezza degli occhi. Confezioni eleganti e, soprattutto, almeno venti e forse più tipi di pasta, dalla tempesta agli spaghetti. Di tutto e di più. Ci avviciniamo incuriositi, prendiamo tra le mani un pacco di questa pasta e… e scopriamo che tutta questa pasta – che occupa quali il 90% degli scaffali che questo HARD Discount – è prodotta a Bolzano!

Bolzano, fino a prova contraria, dovrebbe essere in Trentino Alto Adige. La domanda sorge spontanea: adesso in Trentino Alto Adige si sono messi pure a coltivare il grano duro? Non lo sappiamo. Una mezza risposta a questa domanda arriva da quanto sta scritto nella confezione: sì, la pasta è prodotta con il grano duro, ma la provenienza del grano duro segue la formula magica che significa tutto e niente: “Grano duro UE e non UE”.

Significa che il grano duro con il quale viene prodotta questa pasta – visto che di mezzo, tra le due “UE”, c’è una congiunzione – arriva da Paesi dell’Unione Europea (magari anche dall’Italia) e da Paesi che non hanno nulla a che vedere con l’Unione Europea.

Si tratta di un’informazione che non è un’informazione: perché questa formula non indica ai consumatori il luogo di provenienza del grano duro: l’etichetta, insomma, non ci dice dove questo grano duro è stato coltivato: non ci dice in quale Paese dell’Unione Europea viene coltivato il grano duro utilizzato per fare questa pasta; e non ci dice da quale Paese non europeo arriva il grano che viene utilizzato sempre per produrre questa pasta.

La mancanza di informazione – messa nero su bianco dalla legge italiana che ha introdotto questa dicitura nelle confezioni di pasta – non dice ai consumatori se il grano duro con il quale è stata prodotta tale pasta arriva da Paesi dove il glifosato viene utilizzato in pre-raccolta (cioè per fare maturare artificialmente il grano) e dove la possibile presenza di umidità avrebbe potuto provocare la presenza di funghi che producono micotossine.

L’aspetto sanitario è centrale. Ma ‘centrale’, per noi siciliani e, in generale, per noi meridionali (abbiamo il dubbio, infatti, che questa pasta prodotta a Bolzano possa essere presente in altri mercati del Mezzogiorno d’Italia), è anche la ‘colonizzazione’ – frutto della follia legata alla globalizzazione dell’economia – che dobbiamo subire anche per la pasta.

Il Sud e la Sicilia – come ripetiamo spesso – rappresentano, in Italia, le zone d’elezione per la produzione del grano duro. Sono le aree nelle quali, grazie al clima, il grano duro matura naturalmente. E dove – a differenza di alcune zone del Centro Nord Italia – non ci sono problemi legati all’eventuale presenza di micotossine!

Ebbene, la ‘pasta di grano duro’ prodotta a Bolzano è uno degli esempi – forse tra i più macroscopici – degli effetti provocati dalla volgare speculazione al ribasso del prezzo del grano duro del Sud Italia. Quest’anno – e solo da qualche mese a questa parte – il prezzo del grano duro del Sud Italia è lievemente aumentato (gli amici del Centro Nord Italia potrebbero dire: perché questi non scrivono “il prezzo del grano duro italiano”? perché a nostro modesto avviso il grano duro prodotto nel Centro Nord Italia non ha nulla a che vedere con il grano duro prodotto nel Sud Italia: a ciascuno il suo!).

Ma ricordiamoci che, ormai da qualche anno, il prezzo del grano duro del Sud Italia è stato bloccato a 18-20 centesimi al quintale! Un prezzo irrisorio che non garantisce nemmeno la copertura dei costi di produzione. Questa situazione – unitamente alle politiche dell’Unione Europea, che paga i produttori di grano per non coltivare i fondi a grano – ha provocato, negli ultimi anni, l’abbandono di 600 mila ettari di seminativi nel Sud Italia!

E, soprattutto, ha consentito al grano duro estero – soprattutto canadese – di soppiantare il grano duro del Sud Italia.

Il risultato è che adesso anche i bolzanini si sono messi a produrre ‘pasta di grano duro’ per venderla a noi siciliani!

Ecco l’elenco dei tipi pasta bolzanina presenti negli scaffali: tempeste, stelline, conchigliette, ditalini minuscoli e altri tre o quattro tipi di pasta formato piccolo fino agli ghocchetti sardi; poi spaghettini, spaghetti, bucatini, pennette, penne lisce e striate, pennoni, maccherroni, lasagne, cannelloni, calamarata, fusilli, fuselloni, fettucce, fettuccine, conchiglioni, caserecce, rigatoni.

Per la cronaca, c’è anche la linea di pasta integrale.

Costo. Il prezzo della pasta di piccolo taglio è di poco meno di 0,80 centesimi di euro al Kg; la pasta di taglio più grande è pari a poco meno di 1,20 euro al Kg.

Non è un prezzo stracciato (ci sono marche di pasta messe in vendita a 0,40 centesimi di euro al Kg), ma non ci siamo lo stesso: perché un Kg di pasta prodotta con il vero grano duro del Sud Italia non può costare meno di un euro e mezzo-2 euro al Kg!

Tra l’altro, nel prezzo di questa pasta bolzanina dobbiamo considerare un costo che non è certamente da sottovalutare: il costo legato al trasporto del prodotto da Bolzano alla Sicilia!

A noi i conti non tornano. Ma soprattutto non ci piace affatto l’idea che in Sicilia si debba mangiare la pasta prodotta nel Trentino Alto Adige!

E’ solo un problema di “organizzazione del lavoro”, per dirla con il grande Joseph Schumpeter, o c’è dell’altro? A nostro avviso c’è dell’altro: e questo altro, lo ribadiamo, va ricercato nella speculazione ai danni del grano duro del Sud (ancora qui al Sud aspettiamo la CUN, la Commissione Unica Nazionale per la verifica dei prezzi del grano duro nel Sud Italia: grillini, dove cavolo siete?) e nell’egoismo del Nord Italia.

Ricordiamoci che il Nord Italia ha scippato al Sud la varietà di grano duro Senatore Cappelli, di fatto privatizzando un essere vivente e creando un monopolio, come denunciato dal presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino.

E ricordiamoci anche che Piemonte e Lombardia hanno cominciato a produrre, rispettivamente, pasta con grano duro Senatore Cappelli e con grano duro Tumminia.

E ricordiamoci che lo stesso Nord Italia, appena due anni fa, ha provato a mettere le mani sui grani antichi della Sicilia!

Il nostro consiglio è sempre lo stesso: acquistate solo pasta artigianale del Sud Italia! Anche se non tutti possono seguire il nostro consiglio, perché con la crescente povertà del Sud – che viene tutt’oggi derubato dal Centro Nord Italia (“Zero al Sud” di Marco Esposito, purtroppo, è una realtà) – il prezzo basso, spesso, fa la differenza.

In conclusione: noi non abbiamo nulla contro il Trentino Alto Adige e contro la provincia autonoma di Bolzano: anzi, abbiamo anche scritto che da quelle parti hanno saputo utilizzare appieno l’Autonomia: cosa che non ha saputo fare la Sicilia. Infatti, se oggi Bolzano non ha bisogno del Reddito di cittadinanza è proprio perché la corretta attuazione dell’Autonomia ha reso questo territorio il più ricco d’Italia! 

Ma che, adesso, debba venire a colonizzare il Sud e la Sicilia con la pasta, questo no, non ci piace affatto!

Foto tratta da La Voce del Trentino

Per gli amici tedeschi:

 

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